Proprio tutti guardano Sanremo, e pure io, anche se avevo di “peggio” da fare, e cioè vedere la mia Fiorentina buscarne 4 dalla Roma. Avevo due schermi in contemporanea ma forse avrei dovuto vedere solo Sanremo. Non sarà felice nemmeno Carlo Conti – tranne che per gli ascolti – anche lui tifoso viola e che si è visto usurpare il trono da Maria De Filippi, che ha chiaramente portato il suo stile televisivo al teatro dell’Ariston. Carlo questo già lo sapeva, ma condividere il palco con la regina dello share era un’occasione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
La domanda che mi sono fatto prima che iniziasse il festival è la seguente: “E se decidessero di creare un Sanremo più attuale, in stile talent musicale per esempio, quali potrebbero essere le conseguenze?” E’ una domanda che si pongono in tanti, ma ho cercato di darmi una risposta abbastanza razionale. Sanremo è bello perché propone quello stile vintage e classico di show popolare italiano, con puntate lunghe che miscelano diversi stili di televisione. Fa già tanti ascolti, modificarne il contenuto sarebbe un suicidio, almeno oggi. Creare uno show con solo musica tipo Eurovision Song Contest potrebbe non piacere al pubblico italiano.
Parlando di musica, della puntata di ieri salvo solo due artisti: “Eermal Meta” e “Fiorella Mannoia“… forse anche “Moro”, anche se non mi è piaciuta tantissimo l’interpretazione scenica di quest’ultimo. Il primo perché ha portato un testo bellissimo che parla di una “sua” brutta esperienza personale accompagnata da un’armonia dolce che fa un bel contrasto con la lirica, mi è piaciuto molto. La seconda perché il suo pezzo è un inno alla vita e descrive la nostra esistenza nel bene e nel male in cui esiste un perfetto equilibrio fatto “però” di situazioni inaspettate. Grande classe per Fiorella, e non me ne voglia Tiziano Ferro, ma era lei la vera protagonista cult della serata.
Come personaggi di contorno boccio completamente i comici, che non hanno fatto ridere a nessuno, ed anche la presenza di Bova mi è sembrata abbastanza inutile ai fini del Festival. Ho apprezzato Ricky Martin perché con il suo stile latino è riuscito a scuotere un po’ tutto il teatro e far ballare pure Carlo Conti. Pessima la gestione dei Clean Bandit. Dici che vuoi creare un Sanremo più giovanile e poi metti il gruppo pop del momento prima di chiudere la serata? Non ci siamo! Non è da Conti una decisione del genere, lui di solito è altamente minuzioso. Bene Diletta Leotta, che ha portato un po’ di bellezza al festival e fatto scuotere le antagoniste “invidiose” del gentil sesso. Soliti sproloqui del “avrei voluto esserci io”.
Promossi e bocciati:
Promossi: Eermal Meta, Fiorella Mannoia, Maria De Filippi, Carlo Conti, Ricky Martin, Diletta Leotta;
Bocciati: Comici, le donne invidiose di Leotta fuori dall’Ariston, il resto dei cantanti tranne i due sopra e Moro, Raul Bova.