Ti avviso, questa recensione della 4° stagione di 13 Reasons Why può contenere spoiler.
Non scherziamo ragazzi, qui la cosa importante è solo una:
“Cosa diamine dice Zach per portarsi a letto tutte le ragazze che vuole? Se anche il vergine Clay Jensen ha finalmente fatto centro quelle parole sono autentica magia. Zach, bando alle ciance, esci il tuo segreto.”
Alessandro Aru
Abbandonando per un attimo l’aspetto più interessante della serie tv, iniziamo a vedere quali sono i punti forti della 4° stagione di 13 Reasons Why – Tredici in Italia – e anche i punti deboli.
Pare che questa sarà l’ultima stagione della saga, e nella parte finale della recensione approfondirò il discorso.
La controversa serie si basa sull’omonimo romanzo di Jay Asher e, come ben saprai, ha attirato tanti spettatori nel corso della prima stagione, ovviamente la più bella, ma a lungo andare sembra che i creatori abbiano esaurito il nastro per creare altre cassette interessanti.
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Non so cosa ne pensi tu ma a mio avviso la 2° stagione di 13 Reasons Why ha perso quel fascino e quelle caratteristiche che avevano reso straordinario il primo capitolo. Eppure, nonostante i passi falsi, questo show non ha perso di popolarità.
Dopo un’inaspettata rivisitazione, Tredici è migliorata, seppur poco, nella terza stagione che, per molti versi, avrebbe potuto anche concludere la narrazione. Ma è stato nel 4° capitolo che i creatori hanno deciso di porre la parola fine (Forse?!)
Cosa non mi è piaciuto della 4° stagione di 13 Reasons Why?
- Il ritorno dei fantasmi. La seconda stagione di Tredici è la meno forte della saga e uno dei suoi punti deboli sono le interazioni continue tra Clay e il fantasma di Hannah Baker. Anche se Hannah è sempre piacevole da vedere, era abbastanza chiaro che le sue apparizioni erano dei riempitivi di trama – e questo è diventato un problema a lungo andare. Infatti, gli sceneggiatori hanno deciso di riportare i fantasmi anche nella quarta stagione – questa volta, usando gli spiriti di Bryce e Monty. All’inizio ho pensato: ok, tutto ha un senso… Clay ha problemi mentali, quindi è logico che pensi di avere a che fare con i fantasmi. Ma quando ho visto Jessica conversare a pieno regime con il fantasma di Bryce ho avuto la conferma che i fantasmi erano e sono riempitivi di trama.
- Salti temporali. Mentre il format di questa stagione – in cui Clay ricorda in modo retrospettivo gli eventi attraverso una conversazione con il suo terapeuta – funziona abbastanza bene, una cosa che ho trovato fastidiosa sono i continui salti temporali. Non appena la tensione inizia a salire ecco un taglio… la scena finisce improvvisamente e la storia continua 10 giorni o anche settimane dopo quel fatto. Anche se questa scelta potrebbe essere stata necessaria per mostrare la progressione di Clay, ha portato la serie a saltare inutilmente momenti importanti che ha vissuto il personaggio come le conseguenze di un grave incidente stradale.
- La serie tv ha perso il suo stile originale. Se qualcuno ti avesse detto, mentre guardavi la storia di Hannah Baker, che nella quarta stagione, 13 Reasons Why si sarebbe trasformato in un thriller ridicolmente esagerato con narratori inaffidabili e trame che tendono a finire al di fuori del regno della credibilità, probabilmente l’avresti rinchiuso in un carcere psichiatrico. Ma ahimè, eccoci qui. La serie tv è sempre stata imperfetta, ma almeno la prima stagione ha tentato di gestire la trama con un certo grado di sensibilità. La 4° stagione assomiglia più a un Riverdale che a un 13 Reasons Why. Se ci passi sopra, come è successo nella 3° stagione di 13 Reasons Why, potresti comunque apprezzare questo cambiamento, ma conferirai che questa evoluzione è alquanto strana.
- Cerca di fare troppo. Il problema di avere un cast con personaggi intriganti è che spesso può essere difficile ottenere l’equilibrio giusto in termini di trama. E, come nelle stagioni precedenti, la quarta stagione cerca di dare a questi attori tutta l’attenzione che meritano e, forse pure troppa. Mentre alcune trame vengono esplorate solo occasionalmente, altre vengono semplicemente abbandonate invece di ricevere effettivamente lo sviluppo di cui avevano bisogno.
- Il finale. La quarta stagione di 13 Reasons Why fa davvero del suo meglio per avvolgere gli archi narrativi di tutti i personaggi in modo soddisfacente ma il problema è che a farne le spese è un personaggio in particolare – un personaggio che meritava molto di più. Mi riferisco a Jessica. Nessuno ha un lieto fine perfetto, ed è una decisione voluta, ma questa scelta inutilmente audace ha privato ad alcuni personaggi la felicità che meritavano, specialmente dopo tutte le sofferenze che hanno subito in queste stagioni.
Ora gli aspetti positivi…
Cosa mi è piaciuto della 4° stagione di 13 Reasons Why?
- Il personaggio di Ani ha fatto passi in avanti. La nuova arrivata Ani è stata criticata nella scorsa stagione, soprattutto dai fan della serie, che non hanno apprezzato il suo inserimento. Oltre al rapporto problematico con Bryce Walker, le sue continue domande e il rimprovero a ogni personaggio dello show l’hanno fatta diventare il protagonista più odiato e ipocrita di Tredici. Per fortuna questa volta gli sceneggiatori hanno fatto un uso molto migliore del personaggio. Praticamente l’hanno usata molto meno per consentire ai personaggi più amati di eccellere e quando appare, non delude. Si, la sua relazione con Clay ha problemi fin dall’inizio, ma è la sua amicizia con Jessica Davis che le permette davvero di brillare.
- Il percorso del personaggio di Alex. Alex Standall è sempre stato uno dei personaggi più interessanti di Tredici, ma in qualche modo è sempre stato anche uno dei meno esplorati… almeno fino alla 3° stagione. Era difficile non fare il tifo per Alex nelle ultime tre stagioni, dato che stava cercando di rimettersi in sesto dopo i disagi subiti. Nella 4° stagione il personaggio trova finalmente la sua identità, mettendo in discussione la propria sessualità – le sue scene sono tra le più interessanti della serie e, come sempre, la performance di Miles Heizer è a dir poco impeccabile.
- L’omaggio ad Hannah Baker. Lo sceneggiatore ha voluto rendere omaggio ad Hannah Baker. Diciamo in modo velato dato che l’episodio finale fa riferimento a Hannah, alle sue cassette e c’è anche un cameo con filmati riciclati (in questo caso dobbiamo ringraziare i fantasmi di Clay?). Anche se i fili della trama hanno portato la serie un po’ off-topic, Hannah ha sempre fatto parte di questa storia perché tutto è iniziato con lei, quindi è giusto che sia presente nel finale della serie.
- L’intero cast. L’ho detto prima e lo ripeto, il cast di 13 Reasons Why è eccelso. E’ una combinazione perfetta tra giovani talenti emergenti e veterani. Abbiamo già menzionato la performance di Heizer, ma il suo talento è accompagnato da artisti del calibro di Brandon Flynn, Alisha Boe, Devin Druid e Grace Saif. Anche Tyler Barnhardt sfrutta molto bene lo spazio dato al suo personaggio (Charlie) e lo stesso si può dire di Deaken Bluman, che risulta molto coinvolgente e intimidatorio come Winston Williams. E non posso andare avanti senza menzionare il geniale Gary Sinise, che comanda lo schermo con la sua interpretazione come il terapeuta di Clay. Ah, parlando di Clay…
- Dylan Minnette è eccezionale. Prenditi un momento per applaudire il protagonista principale dello show. Dylan Minnette ha minuziosamente portato in vita ogni aspetto interiore del travagliato Clay Jensen nelle ultime 3 stagioni, ma non è mai stato così bravo come nella quarta. Con il declino della salute mentale di Clay – e la sua incapacità di controllare le cose che accadono intorno a lui – il giovane attore ha avuto tanto materiale da sfruttare e lo ha fatto nel migliore dei modi. Tutto ciò che Clay sente, noi lo sentiamo. È a dir poco affascinante.
Quando ha debuttato nel 2017, 13 Reasons Why è stata un’esplorazione spensierata e controversa del bullismo, dello stupro e del suicidio, mostrando come la morte di una ragazza normale può essere in grado di svelare i segreti di una tranquilla piccola città. La prima serie ha funzionato bene, così tanto che sono arrivati altri tre capitoli, che si sono evoluti lentamente dalla deludente (stagione 2) alla superiore, ma non tanto (stagione 3) alla meno superiore (stagione 4) che ha provato a competere con Riverdale trasformandosi in un thriller psicologico ma perdendo il legame con la prima stagione.
La 4° stagione di 13 Reasons Why non è così male come la seconda ma non si avvicina nemmeno lontanamente ai livelli della prima… questa serie si sarebbe dovuta concludere dopo la morte di Hannah ma il grande successo e la forza del suo cast hanno contribuito alla sua longevità. L’ultima stagione mi è sembrata troppo confusionaria e per certi versi noiosa… Esplora oppressione, trauma sessuale infantile, ricaduta di abuso di sostanze e malattie terminali, tanti temi che potrebbero interessare gli adolescenti. Forse pure troppi… se si sarebbe fermata a due come la prima forse forse il risultato sarebbe stato diverso.
Anche questo fan pare pensarla allo stesso modo:
Ci sarà una 5° stagione di 13 Reasons Why?
Probabilmente no! Purtroppo è così. Netflix, quando ha annunciato che stava realizzando la 4° stagione, ha confermato che era l’ultima. E non arriverà nemmeno uno spin-off. Lo dico perché Dylan Minnette si è messo a ridere quando gli è stata posta la domanda. La buona notizia è che Netflix non sta abbandonando il cast di 13 Reasons Why. Katherine Langford (Hannah) reciterà in una serie fantasy dal titolo Cursed.
La Recensione
4° stagione di 13 Reasons Why
La 4° stagione di 13 Reasons Why non è così male come la seconda ma non si avvicina nemmeno lontanamente ai livelli della prima... questa serie si sarebbe dovuta concludere dopo la morte di Hannah ma il grande successo e la forza del suo cast hanno contribuito alla sua longevità. L'ultima stagione mi è sembrata troppo confusionaria e per certi versi noiosa... Esplora oppressione, trauma sessuale infantile, ricaduta di abuso di sostanze e malattie terminali, tanti temi che potrebbero interessare gli adolescenti. Forse pure troppi... se si sarebbe fermata a due come la prima forse forse il risultato sarebbe stato diverso.
PRO
- Cast
- ... in particolare il personaggio di Clay
CONTRO
- Troppo confusionaria
- Troppi riempitivi inutili
- Troppo di tutto
dI PRO direi il personaggio di Clay, è fatto davvero bene. Aggiungo il fatto che fino a un certo punto mi aveva quasi appassionato. Avevo detto: strano.. quando verrà la fregatura? forse hanno cambiato stile narrativo?
Di contro.. ce ne sarebbero tanti, un esempio: in un mondo che non sia quello dei puffi, dopo lo scontro con la polizia, ci sarebbero stati degli arrestati, almeno qualche ferito, conseguenze molto più serie di quelle che mi pare aver visto. Poi avrebbero potuto dimostrare dopo che qualche agente non si era comportato bene.. è chiaro.. non discuto su questo, avrebbero potuto usare i video e tutto il resto.. ma intanto vandalizzare una scuola e ribellarsi a un fermo della polizia non è legale in nessuna parte del mondo. Uno addirittura con una mazza da baseball vandalizza e rimane impunito!
Dopo che si è saputo chi è stato il colpevole per la macchina bruciata e le altre cose fatte, costui, se non sarebbe stato arrestato per problemi mentali, sarebbe comunque stato ritenuto pericoloso e ricoverato in un ospedale psichiatrico, nessuno lo avrebbe lasciato libero di andare alla festa del ballo, come se niente fosse.
In certe serie per ragazzini che vedo ultimamente su Netflix, anche se hanno parti emozionanti poi rovinano tutto con le narrazioni irrealistiche. In questo caso mi pare finire troppo “a tarallucci e vino”(per i giovani rivoluzionari)..(mi riferisco alla parte in cui viene approvato il ballo persino,). Anche se le loro sfortune dopo le hanno, e ha parti tristi. Non è che basti essere “progressisti” per violare tutte le leggi del mondo, è questo il messaggio che a volte velatamente mi sembrano nascondere alcuni messaggi dati(è una mia impressione). Non è un bel messaggio da dare ai giovani.. anche perchè non è così che funziona la vita reale. Non mi risulta. Il messaggio che trasmette a un giovane mi sembra fuorviante..
P.s: è solo il mio umile parere.
Davvero un bel commento Giovanni 🙂 ho apprezzato.
Hai fatto una bella riflessione sulla serie tv.