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TITOLO: 1303
TITOLO ORIGINALE: Apartment 1303
REGIA: Michele Taverna
CAST: Mischa Barton, Rebecca De Mornay, John Diehl, Julianne Michelle, Robert Blanche
PAESE: USA
ANNO: 2012
GENERE: horror
DURATA: 85 minuti
Con gli horror si sa, più che aver paura c’è da divertirsi. Soprattutto se sono horror recenti. Soprattutto se sono remake. Se poi sono remake recenti è proprio la fine.
1303 è per l’appunto il rifacimento di un horror giapponese. Ci convinciamo tutti quanti e decidiamo di guardarlo per la protagonista principale, Mischa Barton che tanto ci piace dai tempi di The O.C. ma che, purtroppo per lei, non le permettono di levarsi di dosso le alte aspettative che noi tutti abbiamo nei confronti di Marissa Cooper. Aspettative che, sempre purtroppo per lei, non vengono soddisfatte a pieno in questa pellicola di Michele Taverna, forse più per colpa della trama e della realizzazione delle sequenze che per l’interpretazione dei vari attori.
Lara (Mischa Barton) e Janet (Julianne Michelle) sono due sorelle che vivono con la madre Maddie (Rebecca De Mornay), cantante celebre nel periodo della giovinezza ma che oramai si porta dietro gli strascichi di una vita fatta di alcool e sregolatezze. Stanche del comportamento atipico della donna, le due ragazze, spesso e volentieri, si lamentano tra di loro sostenendo che vivere altrove è sicuramente la giusta soluzione.
A prendere definitivamente questa decisione è Janet, la minore fra le due. Spinta dal desiderio di libertà e dalla voglia di indipendenza, firma senza pensarci due volte il contratto della prima casa che le viene mostrata. La casa in questione è un appartamento, più precisamente l’appartamento 1303. Esteticamente l’alloggio si presenta nei migliori dei modi (anche se con degli armadi a muro imbarazzanti), però, fin da principio, si avvertono rumori ed odori insoliti. A questo punto ci sono tutti i segnali standard da film horror, la ragazza dovrebbe solo prendere e scappare. Ovviamente non lo fa e dopo due giorni muore. Muore misteriosamente per tutti i personaggi della trama ma non per noi che vediamo la creatura che la scaraventa giù dal balcone: un’altra giovane ragazza, molto pallida e con degli evidenti problemi con la piastra. Tale donna, apprendiamo poi, viveva nell’appartamento 1303 una ventina di anni prima. Fatta fuori dalla figlia che si suicidò non molto tempo dopo gettandosi proprio dal balcone, la malvagia del film non si dà pace e proibisce agli altri di venire a vivere fra quelle mura.
Assistiamo quindi alla NON disperazione da parte dei parenti della vittima, un atteggiamento consueto per quel che concerne i film dell’orrore.
Lara (che dalle occhiaie pare la più traumatizzata, forse, in teoria) non ci sta all’ipotesi di suicidio fatta dalla polizia e decide allora di inoltrarsi nell’appartamento per tentare di scoprire chi, o cosa, ha ucciso sua sorella. Anche lei, fin dal primo momento, nota qualcosa di insolito nella casa, addirittura vede il fantasma della sorella morta che, a quanto pare, considera normale. Così normale da non parlarne con nessuno. Unica persona con cui si sfoga è il fidanzato di Janet che nasconde più segreti del 1303.
I due cominciano così una stretta alleanza in cui lo scopo finale è capire chi ha scaraventato Janet giù dal balcone. Sembra una partita di Cluedo con la differenza che il maggiordomo fa decisamente più paura della donna che perseguita i nostri personaggi.
I ritmi della pellicola non sono incalzanti come dovrebbero essere. Gli attimi di suspense sono rari e comunque futili una volta presa coscienza del “cattivo” della storia.
Sfortunatamente per noi, anche il finale non risolleva la qualità di questo horror.
Fortunatamente per noi, questo horror dura ben poco.
Come sempre mi piace pensare che gli errori commessi siano stati fatti in buona fede, così come mi piace pensare che se a me non è piaciuto, sicuramente qualcuno lo avrà apprezzato.
Il jolly del film, su cui avrebbero potuto far leva in modo migliore, è senza dubbio il rapporto madre-figlie molto diverso da quello abitudinario. La madre è decisamente insopportabile, viziata ed egocentrica. Sembra che i ruoli si invertano e che le figlie debbano prendersi cura di lei, e non viceversa. Questa carta avrebbero potuto giocarsela diversamente.
Per questa volta meglio optare per una commedia.
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La Recensione
Il Verdetto
La pellicola non convince. Ritmo poco incalzante e suspense che va a scemare invece che crescere.