Circa due anni fa, la notizia dell’arrivo di Starbucks nella penisola italica ha portato diverse controversie all’interno del popolo di intenditori di caffè.
L’inaugurazione del primo Starbucks italiano era prevista per il 2017. Ad ogni modo, per motivi logistici, il brand della sirena dalla doppia coda ha deciso di farsi attendere un po’ più a lungo facendo scalare l’evento. Dunque, il grande giorno avrà luogo sempre a Milano, verso la metà del 2018.
Le polemiche contro Starbucks
Bisogna proprio ammettere che la relazione tra gli italiani e Starbucks potrebbe considerarsi come un rapporto di amore e odio. L’idea dell’arrivo del business americano ha spesso scatenato polemiche e critiche nella penisola baciata dal sole. Gli italiani non solo sostengono che il rapporto qualità prezzo del coffee shop brand non sia dei migliori. Infatti il popolo della penisola si preoccupa anche per i prodotti poco salutari che il business propone.
Inoltre, bisogna dire che forse l’ultima querelle ( se così si può definire) tra l’Italia e Starbucks é stata proprio quella delle palme in Piazza Duomo a Milano. Per chi avesse dimenticato, in occasione dell’imminente arrivo di Starbucks nella penisola, il grande brand americano aveva elaborato un’ingegnosa strategia di marketing piantando delle palme in Piazza Duomo. Come potrete immaginare, la trovata pubblicitaria é stata poco gradita dai cittadini milanesi che hanno severamente criticato tale scelta. La situazione é successivamente degenerata sfociando nel vandalismo, quando un uomo ha dato fuoco ad una delle palme.
Starbucks in Italia
Nonostante le note dimostrazioni di astio nei confronti del brand americano, Starbucks sembra più forte che mai. La catena di bar sostiene di voler aprire circa 300 nuovi punti vendita nella penisola italica. Inutile dire che Starbucks non solo porterà un nuovo concept di caffè ma anche un nuovo modo di passare il tempo mentre si degusta la bevanda più amata dagli italiani. Ad ogni modo, sembra proprio che sarà l’Italia a cambiare il famoso brand e non vice versa. Effettivamente, per entrare nel mercato italiano, il famoso brand americano é dovuto scendere a compromessi proponendo un concept molto diverso dal classico stile Starbucks. Effettivamente i nuovi bar nella penisola si concentreranno molto di più sull’aperitivo tralasciando il concetto “caffè americano e computer” ( tanto amato dagli anglosassoni).
Il primo Starbucks a Milano
Ma dove aprirà questo nuovo Starbucks tutto all’italiana?La notizia non é ancora sicura al 100%, ad ogni modo si mormora che potrebbe essere proprio l’ex Palazzo delle Poste in piazza Cordusio a ospitare il primo bar americano. In ogni caso, sembrerebbe proprio che la conquista della sirena dalla doppia coda non finisca qui. Infatti Starbucks pianifica di aprire altri 5 punti vendita tra Milano e Roma a soli pochi giorni dopo la prima inaugurazione.
Milano e Roma diventeranno le cavie del colosso di Seattle che, dopo aver osservato il successo ( o fallimento) dei primi punti vendita, deciderà se continuare o meno la propria conquista. In caso tutto andasse per il meglio, il sogno di Starbucks sarebbe proprio quello di costellare la penisola di negozi del brand. Fino ad ora, Starbucks non aveva mai osato entrare nel mercato del BelPaese ma forse il cambio di business plan potrebbe mostrarsi vincente. Non credete?
Ad ogni modo gli abitanti della capitale si chiedono già dove potrebbero aprire i nuovi punti vendita della catena. Purtroppo, gli Starbucks fans romani dovranno ancora aspettare poiché nulla é certo, almeno per il momento. In ogni caso le ipotesi più gettonate sono: Stazione Termini, via del Corso, Eur o vicino San Pietro.
Starbucks: piani a lungo termine.
Secondo il programma di Antonio Percassi ( partner del colosso di Seattle), Starbucks dovrebbe raggiungere l’ambizioso traguardo di 300 punti vendita in 6 anni dall’inaugurazione. Nonostante Le grandi critiche contro il brand americano, tale fenomeno potrebbe comunque portare grossi vantaggi anche al BelPaese. Uno dei benefici in questione potrebbe essere la crescita di posti di lavoro (soprattutto per i giovani) in Italia. In fin dei conti l’arrivo del colosso del caffè nello stivale potrebbe rivelarsi una vera e propria opportunità sia per il brand che per il paese. Inoltre, nessuno può ancora sapere in cosa sfocerà questo mashup culturale tra il paese dell’espresso e il business del caffè americano. Finiremo per berci un frappuccino sulla vespa? Chi può dirlo?