Quest’anno il Festival della canzone italiana, o più comunemente noto come Festival di Sanremo, raggiunge un traguardo veramente importante: da ben 70 anni ci tiene compagnia entrando nelle nostre case con canzoni che sono destinate a segnare il panorama della musica italiano. E’ infatti dal 1951 che Sanremo si tiene al teatro dell’Ariston senza mancare un anno, nemmeno in questo 2021 che possiamo dire sia un anno veramente particolare.
E’ ad oggi uno dei più importanti oltre che longevi festival musicali al mondo, conosciuto internazionalmente per la presenza non solo di cantanti e concorrenti di grande spessore ma per i suoi ospiti e compositori. Ogni anno come sappiamo viene decretato il vincitore del Festival, quel cantante o band che si distingue particolarmente e può scegliere di rappresentare l’Italia a un altro prestigioso contest, l’Eurovision Song Contest, che tra ispirazione dal festival italiano.
In 70 anni di grande musica i vincitori sono stati tanti, tutti talentuosi e molto diversi, alcuni amati dal pubblico e altri dalla critica. Oggi vogliamo ricordare i vincitori del festival di Sanremo omaggiandoli con il video dei loro bellissimi brani.
Siete pronti? Cominciamo!
A vincere la scorsa edizione il talentuoso Diodato con la meravigliosa “Fai rumore“, canzone che è diventata sinonimo del periodo di quarantena che ha di poco anticipato divenendo la colonna sonora dei balconi italiani durante un periodo molto difficile. Il testo, secondo quanto spiegato dall’artista, è un invito a far sentire la propria umanità:
«Mi è capitato di allontanarmi da un’altra persona, e si creano dei silenzi che amplificano le distanze. È un invito a far sentire la propria umanità, è un rumore dolce, può essere anche manifestare il proprio disappunto, ma l’importante è farsi sentire, altrimenti quei silenzi rischiano di amplificare anche delle considerazioni errate. Nel mondo di oggi c’è anche una parte composta da persone che cercano di imporre la loro idea e non vogliono ascoltare nessun altro, senza stare attenti all’utilizzo delle parole, e l’altra parte, che è contro questi urlatori talvolta rimane troppo in silenzio, è un invito anche a loro di far sentire il proprio dissenso.»