La Direttrice (The Chair) è una miniserie composta da sei episodi, ideata e prodotta da Amanda Peet e da Sandra Oh, disponibile su Netflix dal 20 agosto 2021, e racconta le vicende di una donna da poco divenuta rettrice di un’università inglese, alle prese con difficoltà lavorative e personali.
La trama
Sandra Oh veste i panni di Ji-Yoon Kim, protagonista della serie, nuova dirigente della facoltà Pembroke University, selezionata per risollevare l’Università di Lettere da un periodo di stallo, derivato dalle iscrizioni in calo e il pagamento esagerato di alcuni professori veterani a discapito di cattedre di giovani docenti che, invece, sono così apprezzati dagli studenti per le loro idee innovative e per l’approccio diversificato ed attuale ai temi di insegnamento.
Si ha subito la sensazione che Kim sia stata scelta proprio per fare fronte ad una situazione complessa, per ricoprire un ruolo che nessun altro le invidierebbe, e non sembra la candidata ideale a causa della sua emotività: lei cerca di migliorare la situazione ma, al tempo stesso, di accontentare tutti. Non dimostra mai l’intenzione di trattare con poco rispetto i docenti senior, ma nemmeno di voler infrangere i sogni dei giovani professori che aspirano alla cattedra. Cerca di intrattenere rapporti ottimi con tutto il personale, con gli studenti, e con le istituzioni che la mettono sotto pressione in vista di un maggiore profitto.
Vita professionale e vita personale si intrecciano continuamente, un po’ come accade nella vita reale, e alle pressioni lavorative si aggiungono le difficoltà familiari: Ji-Yoon ha infatti adottato una bambina, JuJu, molto intelligente e realistica, che le ricorda in modo quasi quotidiano il fatto che lei non sia la sua vera madre, aggiungendo a ciò il padre di Ji-Yoon, nonno di JuJu, che ha con la nipote adottiva ha un rapporto altrettanto conflittuale amplificato dalle barriere linguistiche che separano i due.
A coronare il tutto il rapporto con Bill: un uomo difficile, anarchico per certi versi, che sta cercando di risollevarsi dopo la morte della moglie. Bill e Ji-Yoon avevano, anche quando la moglie era in vita, un rapporto molto stretto, intimo. Questo legame ha dovuto trovare una nuova strada da percorrere in seguito alla morte della moglie di Bill in quanto gli equilibri si sono trovati dissestati.
I punti di forza della serie
La direttrice è una serie leggera, ironica, ma che, allo stesso tempo, racconta il maschilismo ancora presente nel mondo accademico, così come il razzismo che la fa ancora da padrone, e la difficoltà di combaciare i successi lavorativi con una felice vita familiare. Ancora, Ji-Yoon veste i panni di una donna buona e leale, capace di trovare il buono in tutti e pronta ad esporsi affinché i diritti siano rispettati.
Altre due storie di donne in difficoltà si intrecciano con la sua: quella di Joan, insegnante da moltissimi anni nell’Università ma la cui scrivania, ora che è prossima alla pensione e il suo corso sempre meno popolato, viene spostata nello scantinato. Anche Yaz McKay non ha vita facile, essendo una giovane afroamericana che nonostante l’entusiasmo dei suoi studenti, viene ostacolata nell’ottenimento della cattedra.
Sembra un destino già segnato? E invece no. Joan non perderà occasione di recarsi a denunciare l’accaduto nell’ufficio di discriminazione di genere, mentre Yaz valuterà di recarsi in una struttura diversa che possa effettivamente apprezzarla per il suo lavoro.
Sono estremamente interessanti anche i dialoghi della serie, in particolare la vicenda che coinvolge Bill a riguardo della cattiva interpretazione da parte dei suoi studenti del saluto nazista all’interno del suo corso che tutto voleva fare tranne propaganda ma, anzi, cercava attraverso l’ironia di sbeffeggiare questa ideologia del passato. Ripreso da uno studente, il video di Bill circola molto rapidamente sui social network obbligando l’università a muoversi e a fronteggiare la situazione. Bill insiste per non scusarsi, non perché non voglia riconoscere l’errore ma proprio perché crede che le sue parole siano state travisate, e perché si sente lontanissimo da ciò che stava esattamente criticando.
“Buongiorno a tutti. Significa molto per me che oggi voi siete venuti qui. Ovviamente non sono un membro della comunità ebraica, e non sono nella posizione di dirvi cosa sia o non sia offensivo. Ma sono un membro della comunità di Pembroke, come lo siamo tutti, e io voglio capire il vostro punto di vista. I nazisti non dovrebbero essere da nessuna parte. Sono un professore, i nazisti odiano i professori perché sono nemici del pensiero. Uno dei più grandi doni che le università americane abbiano ricevuto è stato l’afflusso di intellettuali in fuga dal Terzo Reich, scrittori come Thomas Mann, Hannah Arendt, Bertolt Brecht, Theodor Adorno. Molti scrissero impareggiabili studi sul pensiero fascista, impareggiabili difese della libertà di pensiero. Non tutti i loro erano ebrei, alcuni esprimevano la loro solidarietà. Noi siamo gli eredi del loro grande lascito, l’università dovrebbe sostenere il dibattito libero, lo scambio di idee senza alcuna paura”.
Questa vicenda conduce, in modo semplice ma sottile, a interrogarci sui video o sulle foto che quotidianamente vediamo oggi sui social, i quali estrapolano pezzi di realtà a volte decontestualizzandoli totalmente e mutandone il significato originario. I giudizi generati da situazioni simili sono spesso molto netti, e producono comunità chiuse ove tutti la pensano allo stesso modo, non lasciando la possibilità di spiegarsi ulteriormente.
I giovani rappresentati dalla serie, però, sono audaci: lottano per ciò in cui credono, vanno in piazza a manifestare, si aspettano e pretendono delle scuse. I giovani messi in luce da La direttrice sono ragazzi attivi, sono i ragazzi per cui l’università è fatta, che non ricevono semplicemente e passivamente un insegnamento, ma mettono in discussione anche i loro mentori, se pensano che questi ultimi abbiano commesso un errore.
Per tutti questi motivi, e per un finale imprevisto, La direttrice è una serie divertente e arguta che si fruisce nell’arco di poche giornate.
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La Recensione
La direttrice
La direttrice è la storia di una donna assunta nel ruolo per dare nuova vita alla facoltà di lettere dell'università, non senza intoppi nel percorso.
PRO
- I dialoghi sono arguti e il finale non scontato.
CONTRO
- Il tema della disparità di genere è leggermente esasperato.