TITOLO: Child 44 – Bambino numero 44
REGIA: Daniel Espinosa
CAST: Tom Hardy, Gary Oldman, Noomi Rapace, Joel Kinnaman, Vincent Cassel, Jason Clarke, Paddy Considine, Dev Patel
PAESE: USA
ANNO: 2015
GENERE: Thriller
DURATA: 137 minuti
Dopo un prologo che ci spiega un po’ le sofferenze dettate dalla fame in terra Russa, la storia comincia nel 1953 a Mosca, dove Leo (Tom Hardy) è un eroe di guerra che ora lavora nella polizia militare, dove sorveglia la città a caccia di spie, o almeno sospetta che molte persone siano realmente delle spie. Nella società utopica socialista sovietica di quel tempo, il crimine ufficialmente non esiste, e Leo ha difficoltà a raccontare al suo migliore amico Alexei (Fares Fares) che il suo figlio di 8 anni è morto in un incidente ferroviario, anche se dalle analisi emerge che è stato chiaramente torturato ed ucciso. Lui vorrebbe capirne di più su questo delitto ma per ordine del suo capo (Vincent Cassel) li viene ultimato di lasciar perdere, e verrà minacciato anche dal suo collega rivale Vasili (Joel Kinnaman). Leo però continua ad indagare su questa morte, e verrà rimproverato dal suo capo, che lo costringerà a denunciare sua moglie Raisa (Noomi Rapace), ma lui si rifiuterà di farlo e verrà trasferito con lei nella città di Volsk, ovviamente degradato. Leo appare rassegnato, ma quando il corpo di un altro giovane ragazzo viene scoperto a Volsk, ottiene dal suo nuovo capo (Gary Oldman) un incarico che gli permetterà di indagare su questi omicidi.
Bambino numero 44 recensione – immagine dal film con Hardy e RapaceCi sono almeno tre lotti principali in questo film ed i realizzatori stranamente non permettono a nessuno di questi di diventare il filone centrale. C’è il mistero che coinvolge questo brutale, serial killer (Paddy Considine) che insegue i ragazzi lungo la ferrovia. C’è la vicenda thriller con Leo brutalmente insultato e perseguitato da Vasili, quest’ultimo ha una cotta per Raisa e sta cercando di schiacciarli per bene. L’altro filone è la storia tra Leo e Raisa e del loro complesso rapporto coniugale, che ci riserverà tanti colpi di scena.
Comprensibile e giustificato il motivo per il quale in Russia è stata proibita la diffusione del film. L’Unione Sovietica viene descritta come una nazione di “malvagi”, una “massa di orchi assetati di sangue”. La cosa importante e che mi è piaciuta, è il fatto che i “supereroi” esistono anche altrove. La parte thriller passa un po’ in secondo piano rispetto alla potente ricostruzione d’epoca, sia per gli ambienti e i costumi, sia per l’atmosfera cupa e timorosa che si respira nelle dittature, in cui è lo stato a dirti ciò che devi credere e pensare. La fotografia del film è davvero espansiva, cupa ed angosciante e riesce a rappresentare al meglio la Russia dell’epoca. Una nota di merito anche per la grande partitura orchestrale che compone la pellicola.
Ottimo il cast, in cui i personaggi positivi si dibattono tra istinto di sopravvivenza e istanza morale con Hardy che offre una performance centrale magnetica che mette in evidenza gli strati della sua lotta morale. Rapace è in una delle sue migliori interpretazioni mentre Oldman offre un supporto fondamentale in un ruolo che forse avrebbe dovuto concedergli maggiore spazio.
In questo film Espinosa non si è impegnato più di tanto, ha fatto il compitino, non riuscendo a realizzare un adattamento all’altezza del romanzo. La pellicola si divide in più trame spaesando a più riprese lo spettatore. La storia è avvincente ma il film purtroppo non è in grado di rappresentarla come si deve. E’ un vero peccato perché le potenzialità c’erano tutte, e poteva essere un ottimo thriller ed invece così si attesta sulla media.
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Bambino numero 44 recensione – immagine dal film
La Recensione
Il Verdetto
In questo film Espinosa non si è impegnato più di tanto, ha fatto il compitino, non riuscendo a realizzare un adattamento all'altezza del romanzo. La pellicola si divide in più trame spaesando a più riprese lo spettatore. La storia è avvincente ma il film purtroppo non è in grado di rappresentarla come si deve. E' un vero peccato perché le potenzialità c'erano tutte, e poteva essere un ottimo thriller ed invece così si attesta sulla media.