Fin da sempre, Sanremo ci ha abituati all’alternanza di momenti di ilarità e tranquillità con momenti importanti dove si cerca di veicolare messaggi fondamentali. Uno degli ospiti che si attendeva con maggiore interesse, quest’anno, è senza dubbio Roberto Saviano per la terza puntata. Lo scrittore campano, classe 1979, autore di Gomorra da sempre noto per essere il paladino della giustizia tanto che vive costantemente sotto scorta, ma questo non gli impedisce di farsi portatore di messaggi positivi.
Certo, non sono mancate le polemiche soprattutto per quanto riguarda il cachet che sembrava essere riservato a Saviano, ma alla fine pare che lo scrittore sia andato a titolo gratuito proprio per far vedere che non è interessato ad un riscontro economico, ma vuole solo portare la verità nelle case degli italiani. Il pubblico dell’Ariston si è alzato in piedi quando Amadeus ha letto i nomi delle vittime delle stragi di Capaci e di via D’Amelio per poi annunciare l’arrivo di Roberto Saviano che, con un monologo, ha ripercorso le morti di Falcone e Borsellino per ricordarli a 30 anni di distanza dalle stragi:
“Sono passati 30 anni siamo qui a ricordare Falcone e Borsellino. Ricordare non è un atto passivo, ma significa rimettere nel cuore perché per gli antichi era il cuore la sede della memoria. Molti di voi non c’erano allora, ma la loro storia è parte della nostra memoria collettiva”.
Per poi arrivare ad un messaggio importante che Saviano tiene per la chiusura del suo monologo pronto ad accogliere il consenso del pubblico dell’Ariston:
“Ogni volta che la società civile e la politica non si occupano di mafia creano un silenzio che finisce per favorire le mafie e ostacolare chi le contrasta. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma nessuno ci impedisce di sognarlo: ce la faremo”.
Non sono mancati gli applausi, anche se il suo intervento e la decisione di parlarne a Sanremo non è stata accolta in modo positivo da tutti. Ad esempio Luciano Traina, il fratello di Claudio, agente della scorta di Borsellino morto il 19 luglio 1992, ha affermato:
“Penso che di persone ce ne siano tante, oltre a Saviano, che possono parlare di mafia, tra cui uomini e donne che l’hanno combattuta sul campo e che a causa di questo hanno conosciuto sofferenze indicibili e dolori mai sopiti. Poi se la Rai ha bisogno di fare audience sfruttando i nomi dei due grandi magistrati, non sarebbe una novità. La novità sarebbe se si ricordassero che a Capaci e in via D’Amelio c’erano otto uomini della scorta che hanno perso la vita e che meritano gli stessi onori e riconoscimenti”.
Parole che hanno trovato riscontro anche da parte di Graziella Accetta e Ninni Domino, i genitori di Claudio, il bambino innocente ucciso da un colpo di pistola nel 1986 e che, ancora ad oggi, non ha avuto giustizia. Hanno affermato che è giusto parlare di queste cose sul palco dell’Ariston per renderle note al pubblico e cercare giustizia, ma che Saviano non è il nome giusto per raccontarle. Dovrebbero raccontarle i familiari delle vittime che hanno subito un dolore così atroce. Sostengono che Saviano ne approfitta solo per farsi pubblicità poiché non sa come vivono davvero le famiglie in cerca di giustizia:
“Basta spettacoli sul dolore degli altri. Parli se vuole di questo Stato che in tre decenni non ha saputo dare giustizia alle sue vittime e che magari premia premia pure i loro carnefici”.
Invece, dalla parte di Roberto Saviano, troviamo Maria Falcone, la sorella del giudice che sostiene:
“Ricordare il sacrifico di mio fratello Giovanni e di Paolo è stato lo scopo del mio impegno in questi 30 anni, insieme alla sensibilizzazione delle nuove generazioni ai temi della legalità. Per questo ritengo molto importante che se ne parli in un contesto come quello del festival di Sanremo che per popolarità raggiunge tantissimi milioni di italiani. Solo continuando a rinnovare il ricordo degli uomini che hanno speso la loro vita per la nostra democrazia possiamo pensare di costruire un Paese più giusto”.
E tu hai seguito il monologo di Roberto Saviano al Festival di Sanremo? Sei d’accordo con i parenti delle vittime o la pensi come la sorella di Falcone? Ti aspettiamo nei commenti!