È sabato 30 agosto, e l’anno è il 1997.
Siamo a Parigi, all’hotel Ritz, un posto bello e sfavillante dove risiede una coppia altrettanto luminosa: un uomo e una donna, due amanti, che si sono fermati lì di rientro da un viaggio in Sardegna prima di ripartire per Londra.
Un uomo e una donna famosi, anche, e per questo oggetto di continue vessazioni da parte dei paparazzi, che non sanno mai quando è il momento di fermarsi. Di certo non lo sanno quella sera, ché attorniano l’hotel privando la coppia della tranquillità agognata, e la spingono ad abbandonare la struttura per dirigersi presso un piccolo appartamento di una via secondaria della città, meno in vista e meno conosciuta.
Il capo della sicurezza dell’albergo, forse venendo meno al suo lavoro, decide di accompagnare i due, in qualità di autista dell’auto.
E dunque si parte.
Un’auto principale, col compito di fungere da esca, viene fatta uscire in mezzo alla folla di paparazzi, per distoglierne l’attenzione.
L’auto contenente i personaggi di questa storia, invece, abbandona l’hotel alle 00.20 di notte di quello che è ormai il 31 Agosto.
Attraversa Place de la Concorde, passa lungo Cours la Rein e percorre altre vie e corsi di non chissà quanta rilevanza.
È importante però il momento in cui l’auto giunge presso il tunnel di Place de l’Alma.
Sono le 00.23, solo tre minuti dopo che si è lasciato l’hotel.
Tutto avviene in un attimo: l’autista perde il controllo della vettura, che si schianta contro il tredicesimo pilastro del tunnel.
Arrivano i fotografi, che quelli sembrano essere sempre nascosti dietro l’angolo, ma almeno adesso qualcosa di buono fanno: chiamano i soccorsi, che constatano subito la morte sul colpo dell’uomo e del guidatore.
La donna invece è ancora viva, ma messa molto male.
Portata in ospedale, muore alle quattro di mattina del 31 Agosto.
Tre vittime, dunque.
L’uomo si chiamava Dodi Al-Fayed, ed era un produttore cinematografico e discografico.
L’autista/guardia di sicurezza dell’hotel si chiamava Henri Paul, e forse quella sera sarebbe stato meglio che non fosse venuto meno al proprio lavoro e non avesse lasciato l’albergo.
La donna, invece, aveva il nome di Diana Spencer, la dolce, solitaria e meravigliosa Lady D., ed era l’ex principessa del Galles.
E poi come è ovvio ecco che cominciano concitate le indagini, dalle quali venne fuori che l’autista probabilmente era ubriaco, che nessuno aveva la cintura di sicurezza e che la vettura non aveva le carte in regola per circolare, dato che era stata rimessa in piedi alla bell’e meglio tempo prima in seguito ad un incidente avvenuto in precedenza.
Ma anche i complotti non mancarono, cosa ovvia.
Secondo alcuni l’incidente era infatti avvenuto sotto direttiva dei Servizi Segreti britannici: un ex agente (un certo Richard Tomlinson) infatti dichiarò che fu proprio l’MI6 ad accecare l’autista con un raggio laser, facendolo dunque sbandare.
Tomlinson fu successivamente arrestato in quanto ipotetico colpevole della morte di Diana.
Ma chi era il mandante che aveva coinvolto i servizi segreti in questo dramma?
Il cerchio oscuro si strinse intorno a Filippo di Edimburgo, suocero di Diana: la donna stessa, qualche giorno prima della morte, aveva scritto una lettera in cui dichiarava di aver paura di essere uccisa dall’ex marito Carlo o da qualcuno della sua famiglia, proprio tramite un incidente d’auto.
Il motivo di tutto ciò è essenzialmente uno: la relazione di Diana con Dodi, un egiziano, da cui rimase incinta.
La presenza di un bambino di origine araba, fratellastro dell’erede al trono, non era cosa ben vista presso la famiglia reale.
Un fatto però non nuovo, questo, a quanto pare.
Numerose figure legate a Diana o alla sua morte furono infatti coinvolte in incidenti strani e troppo “caduti a pennello” che ne provocarono la morte, come ad esempio l’ex amante e guardia del corpo della donna, Barry Mannakee, che rimase ucciso in seguito ad un incidente in moto avvenuto nel 1987, o il fotografo James Andanson, che a quanto pareva era in possesso di foto scattate il giorno dell’incidente di Diana, e che venne trovato morto in un bosco. Il suo caso venne subito archiviato come suicidio, senza che si facessero ulteriori indagini.
Poco tempo dopo fu trovato morto nella sua dimora anche lo scrittore Frederic Dard, amico di Andanson, il quale prima di “suicidarsi” gli aveva confidato di essere presente nel tunnel de l’Alma e di avere preziose foto riguardo all’incidente.
Ancora oggi però tutto è un mistero, e nessuno è indagato ufficialmente.
Tutto è stato insabbiato, per meglio dire.
Ma Diana non c’è più, e neanche gli altri uomini che per sfortuna, per puro caso o per volere del destino, erano con lei o a lei legati, e questo è un fatto che non si può proprio dimenticare.
“Spencer”: un film su Lady Diana
Presentato in anteprima il 3 settembre 2021 in occasione della 78esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, “Spencer” è un film diretto da Pablo Larrain che ha al centro della propria trama una ricostruzione immaginaria della scelta della Principessa del Galles, Diana Spencer appunto (interpretata da Kristen Stewart), di separarsi dal marito, il principe Carlo (interpretato da Jack Farthing).
Il film mette in luce la solitudine, la malinconia e il continuo senso di tormento che dominano l’anima della principessa, dispersa in un mondo angosciante fatto di continui tradimenti e lotte per il potere, che lei non sente come suo, e dal quale cerca di distaccarsi, con caparbia tenacia e intensa forza d’animo.
L’interpretazione di Kristen Stewart è in tal senso magistrale, tant’è che, per l’intepretazione di Diana, è stata candidata all’Oscar ed al Golden Globe come migliore attrice protagonista.
Un film che però “si ferma prima”: prima dell’incidente, prima della morte di Lady D, prima delle teorie e dei complotti che ne sono seguiti per molti anni a venire e che sono rimasti legati indissolubilmente alla sua figura; un film che pone in luce diretta la donna, la sua forza, il suo coraggio e la sua voglia di indipendenza, relegando a – drammatico – sfondo tutto ciò che oggi maggiormente si ricorda quando si pensa a lei.
“Spencer” è stato distribuito nelle sale italiane il 24 marzo di quest’anno dalla 01 Distribution, ha una durata di 111 minuti e nel cast, oltre ai sopracitati Kristen Stewart e Jack Farthing, compaiono anche attori quali Sean Harris, Richard Sammel, Timoty Spall e Sally Hawkins.