Tempo fa, non ricordo come, mi ero imbattuta in un episodio centrale dell’anime “Demon Slayer“.
Ho visto un tizio che urlava a squarciagola, un altro con la faccia disperata e due puntini al posto degli occhi, un corvo gracchiante e fastidioso ed un altro tizio con la testa di cinghiale che sullo sfondo andava volontariamente a sbattere contro un tronco.
“Bene, grazie, sarà per una prossima volta“, ho pensato, ché a me generalmente piacciono gli anime seri, adulti, e quello, in quel momento, mi è parso davvero troppo infantile per i miei gusti.
Tempo dopo, cioè qualche giorno fa, ho deciso di ridargli una chance, anche solo per capire come mai fosse così tanto blasonato da tutti, che è vero che spesso la gente la spara grossa e talvolta ha gusti discutibili, ma mica sempre, e comunque non bisogna mai disdegnare a priori qualcosa.
Ho iniziato a vederlo, dunque, e adesso che sono alla fine della prima stagione, presente su Netflix e Prime Video, posso dire fieramente che sì, mi è piaciuto più di quanto mi aspettassi.
Certo, alcune scene bambinesche ci sono, alcuni momenti e modi di fare un po’ infantili e “stupidi”, però non dimentichiamo che i protagonisti sono comunque dei ragazzini, e non sempre possono comportarsi e atteggiarsi da adulti, a volte sono necessari momenti più frivoli, semplici, naturali, ed anche giusti, per individui di quell’età.
Una storia forse non troppo originale, ma che mi ha in ogni caso tenuta incollata allo schermo, in quanto ho trovato davvero pochissimi tempi morti, ed anche gli scontri contro i demoni o le prove di iniziazione non sono mai durate all’eccesso (niente scontro eterno Katakuri-Luffy o Naruto-Madara, per intenderci).
I personaggi principali sono belli, poi, ognuno a modo suo, nella sua diversità e con tutti i suoi difetti caratterizzanti.
Dalla dolcezza di Nezuko alla pavidità di Zenitsu, dalla onorevole senso di giustizia di Giyū alla ferrea determinazione di Inosuke, che tra l’altro è il mio preferito, lui che appare così forte, di corpo e di spirito, ed apparentemente non necessitante di niente e nessuno, ma che alla fine capisce che in fondo, da soli, non è che si va poi molto lontano.
E Tanjiro, poi. Di lui ho apprezzato in particolare la sua dedizione nei confronti della sorella, quella sorella che è più importante della sua stessa vita, oltreché il senso di compassione che lo pervade costantemente ogniqualvolta si trova a sconfiggere un demone, non importa quanto esso cattivo sia. Nulla di nuovo, forse, ché caratteristiche del genere sono proprie di molti altri protagonisti di anime shonen, prima di tutto i già sopracitati Naruto e Luffy, ma lui in qualche modo, rispetto a loro, fino ad ora, mi è piaciuto un po’ di più. Forse perché la sua evoluzione è rapida, non eccessivamente lunga: in poche puntate diventa un ammazza demoni di tutto rispetto, senza continui fallimenti e prove e riprove, senza necessità di far ricredere chi inizialmente rideva di lui.
Ma a parte Tanjiro stesso, gli altri veri e propri protagonisti sono per me senza dubbio i demoni, questi individui cattivi, perfidi ed apparentemente senza cuore, ma di cui alla fine si scopre molto di più di ciò che appare: molti di loro infatti sono stati prima di tutto esseri umani, e come tali hanno vissuto, hanno amato, hanno provato dolore, e sono queste le sensazioni che dominano in loro durante gli ultimi istanti di vita, quando il corpo si sbriciola, ma dagli occhi fanno in tempo ancora a cadere lacrime di redenzione, o di malinconia, o di entrambe le cose.
La storia del loro passato è rapida, essenziale: anche in questo caso nulla di logorroico e superfluo, giusto poche scene che però raccontano tanto, tutto, e che fanno nascere in te un sorriso dolce amaro, di compassione, la stessa provata da Tanjiro.
Bello, dunque, questo anime: dolce, empatico, avventuroso, misterioso. Estremamente gradevole, anche se non rappresenta a mio parere nulla di chissà quanto innovativo nello scenario d’animazione odierno.
Ammetto però di non vedere l’ora di vedere il film continuante la serie, “Demon Slayer – il Treno Mugen“, presente anch’esso su Prime video doppiato in italiano, e la seconda stagione, ché in fondo le urla impaurite di Zenitsu, la dolcezza del rapporto fraterno tra Tanjiro e Nezuko, e le botte di testa (in senso letterario e figurato) di Inosuke, un po’ mi mancano già.
La Recensione
"Demon slayer" (prima stagione)
Un anime non molto innovativo dal punto di vista della trama che però attrae, diverte e fa riflettere.
PRO
- Personaggi simpatici
- Bel backround degli antagonisti (anche minori)
- Evoluzione combattiva ed emotiva rapida
- Ottima grafica
CONTRO
- Trama non molto originale
- Alcune scene un po' infantili
- Le urla a squarciagola - e squarciatimpani - di Zenitsu