Il mio nome è vendetta, film ora su Netflix con Alessandro Gassmann, dovrebbe accontentare gli amanti dell’azione hardcore anche se non riesce ad aggiungere qualcosa di nuovo al genere.
Oltre ad Alessandro Gassmann nel cast troviamo anche Ginevra Francesconi, Remo Girone, Marcello Mazzarella, Sinja Dieks e Alessio Pratico nei ruoli principali.
Dal titolo si intuisce subito qual è la strada che intraprenderà il film: una vendetta personale. Non hai nemmeno bisogno di guardare il trailer per sapere che vedrai un dramma di vendetta intriso di sangue e violenza. Il film stabilisce l’atmosfera sin dall’inizio con la voce fuori campo dell’eroe che cita una battuta di The Call Of The Wild di Jack London: “mostrare pietà è una debolezza”. L’obiettivo primario per il regista italiano Cosimo Gomez (Brutti e Cattivi) era quello di essere all’altezza delle aspettative degli amanti dell’azione hardcore (e secondo me un po’ ci ha preso), sebbene decida di introdurre anche una buona dose di emotività legata ai rapporti umani, utilizzando il duo centrale padre e figlia per costruire la storia. Lo sceneggiatore e regista Gomez evita di trasformare il dramma in uno show personale di Gassmann. Invece di lasciare che Gassmann si occupi da solo della vendetta, Gomez decide di usare il personaggio di Ginevra Francesconi per affiancare sullo schermo l’attore veterano. L’idea aggiunge fascino giovanile alla storia (incontrando anche il target presente su Netflix) e lascia anche spazio a un dramma emotivo pervasivo per tutta la durata del film.
La storia di Il Mio Nome e Vendetta può essere riassunta in una frase: un ex detenuto perde un paio dei suoi cari a causa del suo passato criminale e arriva a scatenare una brutale vendetta contro coloro che hanno distrutto la sua famiglia. I produttori hanno prudentemente ingaggiato Alessandro Gasmann per il ruolo principale. Una scelta sicuramente buona visto l’esito. Devo confessare però che non mi aspettavo una performance di Alessandro così buona in questo genere ma è vero che non mi aspettavo una performance ottima di Bob Odenkirk nell’action “Io sono nessuno“. Alessandro aveva già fatto qualcosa di simile in passato. Il suo ruolo più famoso è sicuramente l’interpretazione di Gianni Chellini, il boss del crimine colombiano e antagonista di Jason Statham in Transporter 2.
Ma parliamo un po’ della storia di Il Mio Nome è Vendetta. Un giorno, Sofia pubblica innocuamente una foto di suo padre Santo (Gassmann) su Instagram, senza avere idea della tempesta che la sua azione sta per scatenare. Subito dopo che il suo post è stato pubblicato sui social media, un paio di uomini attaccano la loro casa. La madre e lo zio di Sofia vengono uccisi nell’atto criminale ed è scioccata nel sapere che il suo post su Instagram è stato il motivo per cui gli uomini sono riusciti a rintracciare la loro posizione. Peggio ancora, l’attacco, a quanto pare, era diretto a suo padre e fa parte di un lungo processo di vendetta che va avanti da anni. Apparentemente Santo ha un legame passato con la mafia calabrese. Ha lavorato come sicario per la ‘Ndrangheta. Ora, mentre suo padre si propone di vendicarsi contro coloro che hanno tolto la vita a sua madre e suo zio, Sofia si rende conto che anche lei deve percorrere la strada della violenza per amore della giustizia. Padre e figlia vanno a Milano e tramano la loro vendetta. Riusciranno ad ottenerla?
Gomez e i suoi co-sceneggiatori (Sandrone Dazieri e Andrea Nobile) hanno inserito molti cliché action nella sceneggiatura, che mirano a intrattenere gli amanti dell’azione piuttosto che aggiungere una nuova svolta al dramma della vendetta come genere. Più che sviluppare i personaggi, storie o colpi di scena, il trio di sceneggiatori si concentra sulla creazione di scene di violenza condite da un tocco di drammaticità. La storia non è nuova, anche se l’idea di portare avanti la trama della vendetta usando la squadra padre-figlia non è così comune. Ricordo che nel film Hanna del 2011 c’era una bella storia padre figlia. A “Il Mio nome è Vendetta” manca quel tocco thriller che ha permesso ad Hanna di essere qualcosa in più di un film d’azione. Santo insegna a Sofia il mestiere e nel film vediamo la ragazza abbastanza ferrata con il coltello… questo aprirà le porte a un possibile sequel? Chissà.
I due protagonisti hanno una strana chimica come padre e figlia, non mi ha convinto, anche se una migliore caratterizzazione avrebbe aiutato. Con una trama poco interessata a sviluppare i suoi personaggi diventa difficile per l’attore far emergere il lato emotivo del suo personaggio.
Il Mio Nome è Vendetta è un film abbastanza godibile per una serata senza particolari esigenze ma il regista Gomez forse ha trascurato il fatto che il dramma della vendetta come genere è stato abusato nel corso dei decenni e la formula generica non riesce più a stupire, non importa quanto sia crudelmente servita. Avrebbe potuto provare a inserire qualcosa di non convenzionale nella trama, così da sorprendere il pubblico.
Il team tecnico del film si comporta bene, anche se, proprio come gli sceneggiatori, gli sforzi del direttore della fotografia Vittorio Omodei Zorini e del montatore Alessio Doglione sembrano guidati dalla formula del film.
I veri amanti dell’azione cruda non si lamenteranno di Il Mio Nome è Vendetta. Per tutti gli altri, questa vendetta è stata un servita in un piatto scialbo e poco originale.
E tu hai visto Il Mio nome è Vendetta? Lo vedrai dopo aver letto la recensione? Scrivi un commento per dire la tua.
La Recensione
Il Mio Nome è Vendetta
Scene di violenza estreme, dramma criminale... Il Mio Nome è Vendetta è un film d'azione sufficiente, che ti appagherà in quelle serate in cui vuoi vedere un film action senza troppe pretese. Probabilmente farai fatica a ricordare una scena straordinaria dopo i titoli di coda nonostante le buone interpretazioni di Gassmann e Francesconi. Tuttavia, i due attori si devono scontrare con una sceneggiatura (scritta a 6 mani) abbastanza debole e non fanno altro che interpretare delle scene action con tanti cliché. Insomma, tante sequenze viste e riviste in film di questo tipo.
PRO
- Un action cruento e dal ritmo forsennato
- Alessandro Gassmann e Ginevra Francesconi se la cavano bene nei rispettivi ruoli...
CONTRO
- ... ma purtroppo non sono aiutati dalla sceneggiatura che dimentica di sviluppare i loro personaggi
- Nulla di nuovo per il genere azione
Gennaro….ma vattela a pia’ ‘nsaccoccia…la storia può anche essere copiata, ma almeno il film è fatto bene…come succede raramente in Italia! Non guardare i film perché non sono per te…guardati Maria De Filippi
Finalmente un cazzo di film italiano fatto bene!!!
Alessandro Gassman è un grande attore ed in Italia è sprecato! Spero che questo sia uno dei film che possa dare l’esempio per iniziare a produrre anche nel nostro paese robba d’azione decente! Bravi a tutti.
Ricorda un fiulm con Servillo anche lui boss della ‘ndrangheta che si era fatto una vita in Germania e però ritrovato dai compari che vogliono sfruttarlo a propri fini. Lui si ribella e deve scappare di nuovo. Dopo tanto tempo non ricordo il nome ma il film è impresso. Cioè penso sia migliore di questo di cui penso ricorderò l’insegnamento a usare il coltello e basta. Buona performance di Gassman che non considero in genere un grande