Anche quest’anno l’Accademy ha deciso di snobbare il genere horror ed escluderlo dalle nomination per l edizione 2023 dei Premi Oscar.
Storicamente gli Oscar hanno sempre avuto un rapporto complicato con l’horror, basti pensare che solo 6 film di questo genere sono stati nominati come il miglior film e solo in rarissimi è arrivata la statuetta per le performance recitative, come ad esempio a Kathy Bates in “Misery non deve morire” nel 1991, o riconoscimenti a sorpresa per la sceneggiatura per “Scappa – Get Out” nel 2018 e “L’esorcista” nel 1974.
Mai però come nel corso del 2022 l’horror ha visto una folta produzione di film di successo sia di botteghino che di critica, come ad esempio “Barbarian”, “Smile” e “The Black Phone”. Ecco perché la decisione di non nominare alcuna di queste pellicole appare discutibile.
Tra le interpretazioni del 2022, Rebecca Hall nella sua straziante parte in “Resurrection” ha dimostrato ancora una volta il suo talento, mentre Ralph Fiennes in “The Menu” conferma le sue doti carismatiche mantenendo quasi da solo tutto il film. Se poi appaiono comprensibili le esclusioni di Maika Monroe per “Watcher” e Justin Long in “Barbarian” pur registrando le migliori recitazioni della loro carriera, è assurdo non trovare una candidatura per Mia Goth in “Pearl”.
Il film horror “Terrifer 2” avrebbe meritato una nomination agli Oscar 2023
Nell’animazione ci sarebbe dovuto essere spazio per un particolare progetto a genere horror: “Mad God” per la regia di Phil Tippett. È comprensibile però capire perché l’ambiziosa pellicola realizzata con la tecnica dello stop-motion non abbia superato il taglio per una categoria destinata tipicamente ad altre tematiche.
“Terrifier 2” è stato il vero evento horror nell’arco del 2022: Art il Clown è diventato un personaggio iconico e il make-up avrebbe meritato una menzione nella categoria trucco e acconciatura. “Terrifier 2” ha superato ogni più rosea aspettativa di incasso dopo il successo del primo volume della saga realizzando una somma 30 volte superiore alle spese di produzione.
Arriviamo poi al grande escluso, “Nope” di Jordan Peele che sebbene non contenga gli stilemi del genere horror può esserne annoverato come esempio in chiave moderna e avrebbe meritato la nomination quantomeno per la sceneggiatura e per la fotografia.
Meglio allora rivolgere l’attenzione a cerimonie che premiano gli specialisti del settore. È il caso dei Fangoria Chainsaw Awards che dal 1992 attribuiscono premi per le migliori produzioni horror. Ogni singola cerimonia annovera tutte le pellicole d’orrore più significative nel corso dell’anno concluso, senza mai tralasciare alcun progetto meritevole. Ad esempio i primi 4 premi dello scorso anno includevano “Malignant”, “Fear Street 1666”, “PG: Psycho Goreman” e “Titane”.
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