Preparatevi per i corsetti, l’amore lento e passionale, e la versione orchestrale di “Deja Vu” di Beyoncé, perché Bridgerton è tornato, più sontuoso che mai.
L’ultimo capitolo della serie Netflix e Shondaland basata sui libri di Julia Quinn è un prequel che esplora la giovinezza della Regina Carlotta (India Amarteifio) e il suo matrimonio con il Re Giorgio (Corey Mylchreest). In “La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton”, viaggiamo tra il passato della Regina e il presente di Bridgerton per assistere alle vicende politiche, all’amore e agli scandali che hanno forgiato e trasformato una giovane ragazza in una monarca al comando dell’impero britannico. Questa stagione prequel è la più ambiziosa di Bridgerton e non disegna l’amore appassionato che tutti adoriamo, ma riesce a presentare anche temi più cupi che la rendono ancora più affascinante.
La storia delle origini di Carlotta comprende dettagli divertenti, come il modo in cui è diventata amica di una giovane Lady Danbury (Arsema Thomas) e Lady Violet (Connie Jenkins-Greig), ma affronta anche temi più seri legati alla sua razza e alla sua posizione come prima donna di colore nella famiglia reale britannica. Cominciamo a capire tutti i sacrifici che ha fatto per restare con Giorgio e che non è solo la regina che sceglie il diamante della stagione.
“La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton” è la stagione di Bridgerton che parla più di politica fino ad ora. Una critica diffusa a Bridgerton è stata l’approccio della serie alla questione razziale, in particolare alla sua indifferenza e negligenza verso la realtà effettiva della razza nell’era della Reggenza in Inghilterra. In “La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton”, la serie affronta finalmente la questione razziale in modo deciso, senza evitare di illustrare le realtà più dure per le persone di colore di quel tempo. Questo aspetto viene principalmente esplorato attraverso le reazioni al matrimonio tra Giorgio e Carlotta.
Con la notizia del loro matrimonio, Carlotta viene strumentalizzata e segregata dall’alta società di Bridgerton. Da un lato, la suocera (Michelle Fairley) tratta Carlotta come l’icona di una famiglia reale moderna ed è pronta ad appropriarsi i meriti del matrimonio come segno della “profonda” inclusività del regno britannico. Dall’altro lato, l’alta società è ancora razzista come sempre, definendo apertamente Carlotta “troppo scura” e riluttante a partecipare agli affari reali.
I signori e le dame di Bridgerton iniziano a chiamare il matrimonio di Carlotta con Giorgio “Il Grande Esperimento”. Ai loro occhi, la questione dell’uguaglianza razziale dipende unicamente dalla capacità di Carlotta di dimostrarsi all’altezza, ovvero di generare un gran numero di eredi per continuare la discendenza di Giorgio. Per loro, il successo o meno del Grande Esperimento dipende esclusivamente da Carlotta. Nella timeline attuale del prequel, capiamo che Il Grande Esperimento è un fantasma figurativo che ancora perseguita una Carlotta più anziana (Golda Rosheuvel), desiderosa di avere nipoti e dimostrare di aver svolto il suo dovere per tre generazioni.
Sebbene sia lodevole che Bridgerton abbia finalmente affrontato la questione razziale della sua monarca principale, l’approccio alla razza di Carlotta risulta ancora abbastanza superficiale e a tratti irrealisticamente idilliaco, come quando la corte di Carlotta suggerisce di organizzare un ballo per unire finalmente il popolo – mettendo un cerotto su secoli di razzismo senza alcuna responsabilità – e funziona davvero.
“La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton” si distingue per la sua storia d’amore incredibilmente tragica, ma commovente. La relazione tra Carlotta e Giorgio è di gran lunga la più dolorosa, ma anche la più gratificante, che abbiamo visto fino ad ora in Bridgerton. L’amore tra Carlotta e Giorgio fiorisce in qualcosa di vero e non contaminato dal rumore dei nemici (citando Mourinho). Nonostante le pressioni del mondo che li circonda, Carlotta e Giorgio riescono a creare il loro piccolo mondo intimo – un rifugio sicuro in cui esistono solo loro, dove ogni tocco o sguardo è un sottile: “ci sono io per te e con te”.
La loro relazione include tutti i cliché che si potrebbero desiderare da una storia d’amore lenta e passionale. Desiderio incontenibile? Presente. Un adorabile primo incontro? Presente. Buon sesso? Presente. Litigi drammatici in cui la coppia vorrebbe solo abbracciarsi e baciarsi? Presente. Per la gioia di tutti gli spettatori romantici senza speranza che guardano “La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton”, ci sono tante sequenze emozionanti sparse per tutta la serie.
Attraverso le molteplici relazioni presenti nel prequel, emerge un filo conduttore che pone delle domande: cos’è l’amore? Cos’è il dovere? Quando i due possono sovrapporsi? E quando dovremmo sacrificare l’uno per l’altro?
Queste domande e le relative risposte infondono una tensione incredibile in ciascuna delle relazioni presentate nella serie e fanno sì che tu desideri ardentemente vedere tutte queste relazioni prosperare. Il finale è stato creato per farci piangere – e dimostra, ancora una volta, che non c’è nulla di più grande dell’amare e essere amati.
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La Recensione
La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton
La Regina Carlotta: Una Storia di Bridgerton è un prequel appassionante che esplora l'amore, la politica e il razzismo nell'era della Reggenza. La serie affronta la complessità del matrimonio tra la Regina Carlotta e il Re Giorgio, toccando temi come razza, salute e potere. La trama coinvolgente e le profonde relazioni rendono questa stagione la più ambiziosa di Bridgerton.
PRO
- Affronta molto bene i temi di razzismo e inclusione nell'Inghilterra dell'era Regency.
- Offre una narrazione profonda e complessa che arricchisce l'universo di Bridgerton.
- Mette in luce l'origine della regina Carlotta, un personaggio prima poco esplorato, arricchendo così la comprensione del pubblico
CONTRO
- L'approccio alla questione razziale può sembrare a volte superficiale e irrealisticamente idilliaco.