“Who is Erin Carter?” è sbarcata su Netflix il 24 agosto 2023 e, lasciatemi dire che la visione è stata come un viaggio su una montagna russa piena di sobbalzi. Si ha la sensazione che chi ha creato la serie fosse più interessato a incassare un assegno che a produrre qualcosa di qualità. Il regista, Jack Lothian, ha messo insieme un cast di buona fattura che include Evin Ahmad, Sean Teale e Indica Watson… ma le sole persone non bastano per rendere grande una serie TV.
La storia ci porta nel cuore di Barcellona, dove Erin, interpretata da Evin Ahmad, vive con sua figlia Harper. Erin fa la supplente in una scuola internazionale prestigiosa, e anche Harper è una delle studentesse. Dopo un atto eroico in cui Erin ferma una rapina a mano armata in un supermercato, la gente inizia a porsi delle domande. È davvero solo un’insegnante supplente o c’è qualcosa di più sotto? E per complicare le cose, uno dei rapinatori sembra riconoscerla, sollevando ancora più interrogativi sul suo già misterioso passato.
Ma qui sorge un problema: la serie non riesce a mantenere l’interesse iniziale. La sceneggiatura è piuttosto debole e i dialoghi spesso suonano come goffi. Erin, che potrebbe essere un personaggio intrigante, finisce per essere tutt’altro che simpatica. Prende decisioni avventate, agisce impulsivamente e i suoi dialoghi sono talmente mal costruiti da essere imbarazzanti.
E non è solo un problema di Erin come personaggio. La serie stessa sembra incerta su come affrontare il tema del “forte personaggio femminile”. Erin è presentata come una donna tosta, ma non c’è alcun sviluppo del suo personaggio. Non affronta sfide o conflitti che la portino a crescere o a cambiare.
Per di più, la trama è zoppicante e piena di momenti prevedibili. Erin, che sembra essere sempre un passo avanti alla legge, riesce a cavarsela in ogni situazione. È come se fosse avvolta in un’armatura che la rende invulnerabile. Anche la coerenza narrativa lascia a desiderare. Erin, che vuole proteggere la sua identità e la sua famiglia, si lascia distrarre da missioni secondarie che non hanno nulla a che vedere con il suo obiettivo principale. Ad esempio, spende un sacco di tempo per sbarazzarsi di un cadavere o per aiutare il suo amico Emilio in qualche losco affare.
La cosa più frustrante è che molti degli altri compiti di Erin sembrano completamente scollegati dalla trama principale. È come se la sceneggiatura avesse perso il focus su ciò che è realmente importante.
Poi c’è questa strana ossessione con la bellezza di Barcellona. Sì, le riprese della città sono assolutamente mozzafiato, ma onestamente, se volessi un tour virtuale di Barcellona, mi guarderei un documentario su Barcellona. La serie sembra mettere più energia nell’estetica che nella sostanza della storia.
Parlando di casting, Evin Ahmad è un’attrice talentuosa che ha fatto parte di vari progetti (Di Snabba Cash ne abbiamo già parlato), ma qui sembra fuori luogo. Le sue scene di azione sono notevoli, ma quando si tratta di mostrare emozioni nei momenti cruciali, la sua performance lascia molto a desiderare.
“Who is Erin Carter?” finisce per essere un thriller poliziesco piuttosto banale che ti fa sentire più stressato che intrattenuto. Netflix ha davvero bisogno di alzare il livello, perché alcune delle sue nuove serie ti lasciano con la sensazione che avrebbero potuto fare molto di più.
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La Recensione
Who is Erin Carter
"Who is Erin Carter?" è una serie Netflix che ti lascia con più domande che risposte, e non nel modo giusto. Ambientata a Barcellona, segue Erin, una mamma e insegnante supplente con un passato misterioso e abilità da combattente. Ma invece di approfondire questi enigmi, la serie si perde in dettagli irrilevanti e missioni secondarie. Le riprese della città sono bellissime, ma non aggiungono nulla alla trama. Evin Ahmad, che interpreta Erin, brilla nelle scene d'azione ma manca di emozione nei momenti chiave. In breve, è una serie che potrebbe essere molto meglio di quello che è.
PRO
- Ottima per gli amanti di Barcellona, le riprese della città sono semplicemente spettacolari.
CONTRO
- La trama è confusa, ti lascia a chiederti dove voglia andare a parare.
- Erin, la protagonista, è poco coinvolgente e spesso prende decisioni che non hanno senso.
- Troppi dettagli irrilevanti distraggono dall'obiettivo principale della storia, rendendola noiosa a tratti.
Condivido pienamente il giudizio sulla serie,che è noiosa e scontata e sembra veramente che la protagonista sia protetta da ogni indagine..per non parlare della figura del Marito,un tonto completo che non aiuta assolutamente ad alzare l’interesse per possibili e prevedibili (ma ignorati) colpi di scena.
La trama si perde parecchio dopo la 4 puntata, per le altre si deve agire di fast forward, da 50 minuti per puntata si tengono 25 minuti circa e alla fine il prodotto non è male, direi 5/6 in totale.
All’attrice principale manca qualcosa, alle volte grintosa, alle volte impacciata, ma ha un quid accattivante.
io sto guardando la prima puntata ma quella che si vede nella maggioranza delle scene NON E’ Barcellona
Sì ho visto la serie diciamo che mi è piaciuta darei una votazione da 1 a 10 direi 7 avrei dato di più però nel vederla alcune scene erano redicole tipo che Erin aveva la spalla della camicia sporca di sangue e un momento dopo la camicia era pulita. Manca di qualcosa ma non so esprimermi .
Comincia bene e finisce nel ridicolo!
Mi sembra che la tua recensione tratta di i primi due o tre capitoli,si vede che non hai visto fino alla fine..a me è sembrato estraordinaria.
Vista sino alla fine ma purtroppo non mi ha preso. Ho trovato troppi difetti 🙂 comunque il bello dei film e serie TV è che non esiste un giudizio fisso 🙂 il film per me più brutto della storia per un altro potrebbe essere il più bello.