Ho recentemente visto “La seconda via“, un film che si propone di raccontare uno degli eventi più tragici della storia italiana: la ritirata degli Alpini in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film, opera prima di Alessandro Garilli, era uscito nelle sale italiane in concomitanza con l’ottantesimo anniversario di questa storica battaglia, segnando anche la Prima Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio Alpino.
La storia segue la disperata ritirata della compagnia 604, ridotta a sei alpini e un mulo, in un paesaggio invernale russo ostile. Questa ambientazione crea una cornice visivamente buona per il film, con immagini del deserto bianco che avrebbero potuto essere sfruttate meglio per trasmettere la sofferenza e la disperazione dei soldati.
La seconda via si perde in una narrazione confusionaria, senza un focus chiaro. La trama si dipana tra sogni, incubi e ricordi, portando gli spettatori in una dimensione quasi onirica che, purtroppo, non rende giustizia alla gravità e alla brutalità degli eventi storici. Si ha la sensazione che il regista abbia tentato di esplorare troppi temi contemporaneamente, perdendo così la capacità di trasmettere un messaggio forte e chiaro.
Dal punto di vista fotografico, il film presenta immagini troppo moderne per un contesto storico così lontano. Questo crea un distacco tra lo spettatore e l’ambientazione del film, rendendo difficile l’immersione nella storia. I dettagli, come divise troppo intatte e scenari che sembrano quasi patinati, danno l’impressione di una ricostruzione più adatta a un reportage televisivo che a un film storico.
Nonostante questi aspetti critici, “La seconda via” riesce a ricordarci una pagina oscura della storia italiana, ovvero la tragica sconfitta subita dagli Alpini a causa dell’erronea decisione di Mussolini di allearsi con Hitler. Questo elemento, sebbene non sufficientemente approfondito nel film, resta un aspetto fondamentale che merita di essere ricordato.
E tu hai visto La seconda via? Cosa ne pensi? Dì la tua nei commenti. Secondo me la Rai dovrebbe sfruttare meglio i soldi dati per il canone televisivo, proponendoci film all’altezza del passato cinematografico italiano.
La Recensione
La seconda via
"La seconda via" è un film che, pur avendo l'obiettivo nobile di raccontare un evento storico significativo, si perde in una narrazione frammentaria e in una rappresentazione visiva che non rende pienamente giustizia alla realtà degli eventi. Un tentativo apprezzabile, ma che lascia lo spettatore con un senso di incompletezza e confusione.
PRO
- Nonostante le sue lacune, il film serve come promemoria di un capitolo tragico della storia italiana: la ritirata degli Alpini in Russia e le conseguenze dell'alleanza di Mussolini con Hitler. Questo aspetto ha un valore educativo e di memoria, ricordando agli spettatori eventi storici che non dovrebbero essere dimenticati.
CONTRO
- Il film presenta una struttura narrativa frammentata e poco chiara. La commistione di realtà, sogni e ricordi rende difficile per lo spettatore seguire la storia e comprenderne pienamente il messaggio. Questo approccio rischia di offuscare la gravità e l'importanza degli eventi storici rappresentati.
- "La seconda via" tenta di esplorare diversi temi contemporaneamente, risultando in una mancanza di focus. Questo approccio dispersivo non permette di approfondire adeguatamente nessun aspetto in particolare, lasciando lo spettatore senza una comprensione solida dei temi trattati o del contesto storico.
- Il film utilizza uno stile fotografico e visivo troppo moderno e pulito per un contesto storico così crudo e difficile. Questo aspetto crea un distacco tra lo spettatore e l'ambientazione, riducendo l'impatto emotivo e la credibilità della rappresentazione degli eventi storici.