TITOLO: Babadook
TITOLO ORIGINALE: The Babadook
REGIA: Jennifer Kent
CAST: Essie Davis, Noah Wieseman, Daniel Henshall, Hayley McElhinney, Barbara West
PAESE: Australia
ANNO: 2014
GENERE: horror
DURATA: 89 minuti
TRAMA: Amelia (Essie Davis), mamma di Samuel (Noah Wieseman), è ormai vedova da sei anni.
La mancanza del marito incide profondamente sulla vita della donna che passa le giornate lavorando di default in un ospizio e allevando da sola il figlio, definito da tutti “strano”.
Quest’ultimo, difatti, mostra chiari disturbi comportamentali ed è convinto che alcuni mostri minaccino lui e sua madre.
Una sera, Samuel, sceglie come storia da farsi leggere quella di Mr. Babadook, libro che Amelia non ricordava di avere in casa. Il personaggio descritto nel racconto è oscuro, pericoloso e spaventoso, tant’è che il bambino si convince che la creatura sia proprio il mostro che li perseguita ferocemente. Questa sua ossessione diventa a poco a poco sempre più incontrollabile e crea disagi e screzi all’interno del nucleo familiare.
Benché Amelia non voglia credere a queste storie di pura fantasia, nei giorni successivi deve invece ricredersi dato che, in casa, cominciano a manifestarsi rumori misteriosi. L’ansia e lo stress aumentano poco a poco e, la donna, come se non bastasse, inizia ad esser vittima di strane allucinazioni riguardanti un’ombra che riconduce a Babadook e che la intima di consegnargli il piccolo Samuel.
Giunta al limite, Amelia tenta di disfarsi del libro che però continua a riproporsi in casa senza una logica razionale e, ogni volta, con più pagine che presentano una violenza sempre maggiore.
La situazione degenera completamente quando Babadook finalmente si rivela, impossessandosi della donna.
Amelia comincia a comportarsi in un modo che non le appartiene. Diventa paranoica e molto aggressiva, soprattutto verso il figlio che tenta anche di uccidere. Soltanto l’amore provato da quest’ultimo riuscirà a riequilibrare Amelia facendole combattere il mostro che si è impossessato di lei e che minaccia la vita del suo affetto più caro.
I due, insieme, sconfiggeranno Babadook costringendolo ad una ritirata forzata nel seminterrato dove lo accudiranno, mantenendo così una serenità generale mai avuta prima.
“Io prometto di proteggerti se tu prometti di proteggermi”
Babadook recensione – chissà cosa ci sarà qui sotto
COMMENTO: Su Babadook sono piovuti commenti discordanti a non finire. L’horror non ha convinto alcuni che se lo aspettavano più “rispettoso” verso le classiche regole tecniche del genere mentre, al contrario, ha entusiasmato altri che hanno apprezzato moltissimo questa versione tutta innovativa e controcorrente. Rispetto agli altri film dell’orrore, difatti, Babadook non segue stereotipi troppo evidenti o cliché visti e rivisti. La pellicola verte completamente sulla psicologia dei personaggi e meno sul sonoro o sugli effetti a sorpresa tipici dell’horror.
Il rapporto madre-figlio fa da perno all’intera vicenda lasciando trapelare importanti significati morali.
Il film comincia con una descrizione a trecentosessanta gradi di Samuel che ci viene mostrato per quello che è: un bambino atipico, tetro, che spaventa i compagni di classe e che si mostra sovente aggressivo ed incontrollabile. Lo vediamo dormire poco, essere paranoico e dire sempre ciò che pensa senza freni inibitori, così da creare screzi all’interno della famiglia. Famiglia che è composta da lui e la madre, Amelia, e una zia e una cuginetta che, però, non vivono con loro e non sembrano nemmeno troppo felici di essere imparentati con Samuel, proprio per questo suo essere inusuale.
Poi abbiamo Amelia, madre vedova che vive di default, lavorando in un ricovero dove non pare completamente a suo agio e dove non guadagna una cifra sufficiente a garantirle una stabilità economica. Il suo personaggio è sempre stanco, tendente al depresso, demotivato ma con un grande senso di maternità verso il figlio, ormai sua unica ragione di vita.
All’inizio del film ci fa pena lei e ci sta antipatico lui che sembra per certi versi molto viziato: urla di continuo, ha sempre tutte le attenzioni, si costruisce armi di legno usando seghe e martelli senza che nessuno faccia troppe storie. Sviluppa dei comportamenti del tutto atipici per un bambino di sei, quasi sette anni. Tutti riconoscono il problema tranne Amelia che sembra non voler accettare di avere un figlio poco normale.
L’inizio, insomma, è un pochino noioso con questa routine quotidiana che li vede alle prese con i problemi psicologici di lui.
Tutto cambia quando in casa si materializza questo nuovo libro, Mr. Babadook. Un libro ancora più atipico di Samuel. Un libro terrificante e violento che parla di un mostro da cui è impossibile scappare e che presto arriverà da loro.
La storia narrata spaventa a morte Sam che diviene così ancora più insopportabile. Inoltre siamo pronti a scommettere che sarà proprio lui a chiamare il mostro e ad alimentare i problemi (vedi anche la bambina in Poltergeist).
In realtà, man mano che scorrono i minuti, la trama prende una piega diversa da quella che ci immaginavamo. E’ lei il vero pericolo. Amelia, vulnerabile e di poco polso. La donna si fa immediatamente impossessare dal mostro perdendo il controllo e, alla fine, la situazione si ribalta: siamo tutti in piedi sul divano a fare il tifo per il piccolo Samuel e ad urlare “Scappa! Scappa!”.
Nonostante l’instabilità di Amelia che, uscendo di testa, diventa violenta e completamente pazza (uccide pure il cane, e già solo questa cosa la rende meritevole di morire), il figlio non si arrende, non si tira indietro e cerca comunque di farla rinsavire, pur avendo lei che gli corre dietro per ucciderlo.
Alla fine sarà proprio questo affetto incondizionato tra i due a salvare la situazione, dandoci per l’appunto una grande lezione di vita. Babadook finisce in secondo piano per concentrare tutta l’attenzione, invece, su madre e figlio che trovano la serenità aiutandosi l’un l’altro.
Il mostro non viene però sconfitto totalmente ma solo rilegato nel seminterrato dove verrà nutrito ogni giorno dalla famiglia, a vermi, manco fosse un pesce…che schifo.
Chapeau per l’interpretazione dei due protagonisti, rivelazione dell’anno; chapeau per la scenografia, la casa, realizzata egregiamente e in perfetta sintonia con i personaggi e con l’atmosfera del film; chapeau per la regista che ha stupito tutti; e chapeau per chi ha deciso di focalizzare il tutto sulla psicologia.
“E’ uno sguardo o una figura, il tuo tormento è la paura”
[review]
Babadook recensione – azz che facciaLa Recensione
Descrizione e Verdetto
Un horror che non spaventa ma mette ansia, un horror che vi farà rivalutare i rapporti familiari…<strong>Baba-ba Dook! Dook! Dook!</strong>