“La vita che volevi” nasce da un’idea geniale e potrebbe sollevare molte domande morali. Però non mi ha impressionato nonostante alcuni membri del cast abbastanza interessanti… forse perché diventa una soap opera. Non è la storia che voglio mettere in discussione, ma la realizzazione, che mi ha fatto perdere completamente l’interesse. Forse un po’ troppo vintage.
“La vita che volevi” racconta la storia di Gloria, una donna trans, la cui vita viene sconvolta quando una vecchia amica di nome Marina si presenta senza preavviso nella sua casa a Lecce. Già da qui pensi che sia super emozionante; sarà un viaggio incredibile e, occasionalmente, lo è, ma poi arrivano pistole e omicidi, che personalmente non ho trovato necessari. Forse è una scelta personale, e magari a qualcuno potrebbe piacere un po’ di crime all’interno di questo contesto. Chissà. “La vita che volevi” prova a essere anche occasionalmente comico (soprattutto quando appare l’amica di Gloria nello schermo) e ci sono interazioni interessanti tra Gloria e uno dei figli di Marina. Ci sono molte domande che sarebbero facilmente considerate maleducate se poste da adulti, ma provenendo dalla prospettiva di un bambino innocente, appaiono più come curiose che offensive. E basta con questo politically correct. Fate dire le parolacce pure agli adulti 😀
Comunque ho trovato abbastanza originale e interessante seguire la storia di una donna trans come protagonista in un genere tipicamente stereotipato. Questo è l’unico motivo per cui “La vita che volevi” vale la pena di essere vista, a mio parere. Gloria è un personaggio incredibile; mi sono sentito profondamente coinvolto nell’esplorare come sia diventata una donna indipendente e di successo, oltre alle numerose domande che si pone riguardo alla genitorialità. Il problema è che la serie si concentra su troppi personaggi principali contemporaneamente e, essendo una serie limitata, finisce per diventare un caos da soap opera. Sinceramente, non mi interessavano affatto i numerosi personaggi che venivano introdotti, perché sembravano tutti esistere solo per far risaltare Gloria.
Vittoria Schisano è una vera regina del melodramma. Dopotutto è stata protagonista di un post al sole, quindi di soap se ne intende. Riesce a dare vita a ogni scena con il suo stile, anche quando il contenuto non lo meriterebbe. L’attrice Pina Turco possiede quel mix tra tenerezza e tenacia che è perfetto per il ruolo di Marina. Da vita a un personaggio che potrebbe facilmente essere facilmente frainteso. Entrambe le attrici fanno un lavoro incredibile e hanno anche una grande chimica nello schermo. Giuseppe Zeno è discreto nel ruolo di Sergio; non ha molto da fare se non aggiungere un po’ di pepe alle vite di Marina e Gloria. È piuttosto divertente come uomo geloso, preoccupato di perdere suo figlio. La serie tocca molti temi, come fanno la maggior parte delle soap opera. Abbiamo il grande dilemma di Gloria, le lotte della genitorialità, la gelosia, il tradimento, la mascolinità, il trauma, la morte e il dolore, e molte altre idee che vengono solo accennate in “La vita che volevi”.
Ho la sensazione angosciante che molti odieranno “La vita che volevi” semplicemente per i loro pregiudizi e la loro mentalità ristretta, e sarebbe piuttosto ingiusto. Tra l’altro ottima la scelta delle musiche, tra cui Amore che vieni, amore che vai di De André e altre. Belle anche le località presentate, tra cui Ostuni.
I creatori della serie hanno fatto un tentativo genuino di offrirci qualcosa di diverso, e sono sicuro che questo lavoro verrà apprezzato anche da coloro che non amano le soap opera. È la prima volta che vedo un personaggio trans come protagonista. Li avevo sempre visti in ruoli di supporto, ma essere al comando di una serie è davvero un grande traguardo, e spero di vedere presto altre rappresentazioni di questo genere.
Per concludere questa recensione, “La vita che volevi” è interessante per la sua nuova prospettiva, ma è noiosa per la sua presentazione vecchio stile. Ho deciso di dare 6 a questa serie per il suo coraggio e la nuova prospettiva. Se non sei amante dei melodrammi, però, ti consiglio di evitarla.
E tu hai visto “La vita che volevi”? Ti è piaciuta questa serie? Dì la tua nei commenti qui sotto.
La Recensione
La vita che volevi
"La vita che volevi" è una miniserie con un'idea brillante che potrebbe sollevare molte questioni morali, ma la sua realizzazione vecchio stile delude, trasformandosi in una soap opera. Nonostante il cast interessante e una protagonista trans al centro della scena, la trama dispersiva e i troppi personaggi rendono la serie confusionaria. Vittoria Schisano e Pina Turco brillano nei loro ruoli, ma ci sono troppe cose che penalizzano la serie.
PRO
- Protagonista trans interessante e ben sviluppata
- Buone interpretazioni del cast principale
- Affronta temi importanti e offre una nuova prospettiva
CONTRO
- Eccesso di personaggi rendono la trama dispersiva
- Presentazione vecchio stile
- A tratti noiosa
- Nicola Bello, che interpreta Andrea, in alcuni casi mi ha dato l'idea di recitare in modo forzato.