Grande delusione!
Non vedevo l’ora di vedere la miniserie “La Passione Turca“, dato che avevo letto il libro anni fa.
L’elemento principale che dovrebbe avere questa serie… la chimica tra gli attori, è inesistente. È incomprensibile come i direttori del casting non abbiano cercato due attori principali con la giusta alchimia.
Un peccato aver sprecato questa opportunità, perché questa miniserie aveva un grande romanzo su cui basarsi. Molte scene risultano forzate e non si riesce a provare empatia per i personaggi principali.
Non dico che le performance siano pessime, ma la passione che dovrebbe essere percepita in ogni scena è assente, e questo è uno dei problemi di “La Passione Turca”.
Ma non è il solo.
Basare il modello di produzione audiovisiva sulla tanto ricorrente IP (Proprietà Intellettuale), per cui quasi sempre deve esserci un riferimento per il successo, che si tratti di un libro, di un videogioco o di un prodotto audiovisivo precedente, finisce per provocare casi come questa serie, che utilizza come teaser il romanzo di Antonio Gala “La Passione Turca”, ma con il grande libro ha in comune solo l’ambientazione in Turchia.
Il resto è una storia reinventata che non rispetta nemmeno le intenzioni originali del libro, il quale costruiva una narrazione attorno alla liberazione di una donna intrappolata in una vita insignificante. Desideria, la protagonista del romanzo, trova nel suo amore appassionato un modo per lasciare alle spalle un matrimonio noioso, anche se anche questo nuovo amore finirà per essere deludente.
Nella serie “La Passione Turca”, Olivia (Maggie Civantos) è una donna indipendente, single ed esperta di arte bizantina, che a Istanbul si innamora di Yaman (Ilker Kaleli), proprietario di un negozio di antiquariato. Se il viaggio emotivo di Desideria nel libro va dalla sottomissione a una certa forma di liberazione, quello di Olivia nella serie va nella direzione opposta, dalla libertà alla dipendenza, costringendola a prendere decisioni di copione francamente incomprensibili. La storia inizia nel presente, con Olivia in ospedale e gli agenti dell’Interpol determinati a incastrarla in un complotto di traffico di oggetti d’arte, utilizzando un espediente già troppo comune nei thriller.
Quando uscì “La Passione Turca” (1994), lo scrittore Antonio Gala mantenne fin dall’inizio un atteggiamento distaccato nei confronti del film. Lo descrisse come “una storia di letto e di presunzione superficiale che non ha nulla a che fare con il mio romanzo”, mostrando il suo disappunto soprattutto per il cambiamento che il regista introdusse nel finale, molto più drammatico nel libro. Anche la serie si discosta notevolmente dall’opera originale. Sebbene si concentri solo sulla relazione d’amore nei primi due episodi, finisce per cadere nell’uso ricorrente del thriller per cercare di attirare lo spettatore. È noto che attualmente nell’audiovisivo internazionale si affrontano quasi esclusivamente due generi: il thriller e la commedia, a causa della visione ristretta e compartimentata delle piattaforme internazionali. Mentre nel romanzo la sottotrama legata alle attività illegali di Yaman occupa un livello secondario, in questo adattamento diventa la trama principale. Questo non giova alla storia, che non funziona né come storia romantica di una relazione tossica, né come storia di suspense. Soprattutto negli ultimi episodi, la serie si trasforma in una mediocre storia di spie e tradimenti, mentre il profilo psicologico della protagonista si riduce a renderla una sorta di eroina poco credibile.
E tu hai visto “La Passione Turca”? Ti è piaciuta la miniserie? Dì la tua nei commenti.
La Recensione
La Passione Turca (2024)
Grande delusione! "La Passione Turca" manca di chimica tra gli attori, con scene forzate e una trama che tradisce il romanzo originale.
PRO
- Bella l'ambientazione.
- Il libro da prende ispirazione è interessante.
CONTRO
- Poco fedele al romanzo.
- Attori sbagliati.