In Separazione, Jeff (interpretato da Rupert Friend), un fumettista disoccupato, sta attraversando un doloroso divorzio dalla moglie Maggie (Mamie Gummer). Maggie desidera ottenere la custodia esclusiva della loro giovane figlia, Jenny (Violet McGraw), e suo padre influente, Rivers (Brian Cox), che considera Jeff un padre inadeguato, la sostiene pienamente. Tuttavia, Maggie muore improvvisamente in un incidente stradale causato da un pirata della strada, lasciando Jeff a prendersi cura di Jenny da solo. Nonostante ami profondamente sua figlia, Jeff fatica a gestire la situazione, anche con l’aiuto della premurosa e incoraggiante babysitter Samantha (Madeline Brewer). Le cose si complicano ulteriormente quando una presenza oscura e potenzialmente maligna inizia a manifestarsi nella loro casa.
Questo film horror sull'”amico immaginario” si prende il suo tempo e cerca con impegno di concentrarsi sulle relazioni e sulle emozioni, ma i personaggi finiscono per sembrare comunque rigidi e superficiali, come se fossero stati sviluppati solo a metà. Diretto dal regista dei discreti film horror “The Boy” e del suo terribile sequel “The Boy – La Maledizione di Brahms”, Separazione sembra voler realmente approfondire le emozioni legate al divorzio e alla morte, temi che solitamente questo genere ignora. I personaggi discutono dei loro sentimenti, ma nessuno sembra realmente ascoltare l’altro. È come se gli attori stessero semplicemente facendo prove di lettura dei loro dialoghi, scambiandosi battute senza vero coinvolgimento.
Separazione presenta alcune immagini interessanti e disturbanti attraverso le opere d’arte dei fumetti presenti nel film e diverse marionette e sculture correlate. Nonostante ciò, il film offre pochi veri spaventi. Quando il mostro finalmente appare, con l’aspetto di un clown spaventoso, il suo design risulta troppo simile a quello di molti altri mostri già visti: cammina in modo contorto alla Silent Hill, gira la testa in maniera innaturale, emette suoni stridenti, ecc. È un cliché già visto e rivisto. Come se ciò non bastasse, il film introduce un colpo di scena finale apparentemente casuale e forzato, che risulta economico e in qualche modo offensivo, oltre a una scena post-crediti che suggerisce un possibile sequel. Sequel che però non è stato ancora annunciato.
È davvero un peccato che un film che avrebbe potuto essere un tentativo ambizioso di esplorare nuove strade finisca per cadere in dinamiche così pigre e scontate. Separazione aveva il potenziale per offrire qualcosa di fresco e innovativo nel panorama horror, ma si perde in una narrazione prevedibile e in personaggi poco approfonditi, lasciando lo spettatore insoddisfatto e disinteressato.
Se hai intenzione di vedere Separazione con tuo figlio/a, devi sapere che Separazione è un film horror che racconta la storia di un padre e una figlia alle prese con un divorzio complicato, seguito dalla tragica morte della moglie/madre. Dopo la sua scomparsa, una forza malevola fa la sua comparsa. Sono presenti molte immagini inquietanti e opere d’arte macabre, oltre a scene di incubi e suoni spaventosi. Il linguaggio include occasionali espressioni volgari come “c–zo”, “m–da”, “stronza”, “i—ota” e altre. Ci sono brevi momenti di flirt e baci e un personaggio assume la droga allucinogena ayahuasca per combattere il mostro (la beve sotto forma di tè).
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La Recensione
Separazione (2021)
Separazione esplora la fragilità umana di fronte al dolore, ma si perde in cliché narrativi, lasciando un senso di insoddisfazione.
PRO
- Approfondisce temi di dolore e perdita in un contesto horror.
CONTRO
- Uso eccessivo di cliché del genere horror.
- Personaggi piatti e non sviluppati.
- Colpo di scena finale forzato e insoddisfacente.