Il regista britannico Joe Wright, noto per film come L’ora più buia, ha presentato la sua nuova serie storica, M. Il figlio del secolo, al Festival del Cinema di Venezia. Questa ambiziosa produzione esplora l’ascesa al potere di Benito Mussolini e il contesto storico del fascismo in Italia. Wright, con uno stile audace e un approccio innovativo, trasforma la storia di Mussolini in una narrazione potente e profondamente attuale. In un momento in cui i movimenti populisti e l’estrema destra stanno guadagnando terreno in molte parti del mondo, la serie si pone come una riflessione sul passato, ma soprattutto come un monito per il presente.
“M. Il figlio del secolo”: un progetto di forte rilevanza politica
Basata sul romanzo bestseller di Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo, la serie ricostruisce il periodo compreso tra il 1919, anno della fondazione del Partito Fascista Italiano, e il 1925, quando Mussolini si dichiarò dittatore dopo la Marcia su Roma del 1922. Luca Marinelli, già apprezzato per le sue interpretazioni in Le otto montagne e Martin Eden, veste i panni di Mussolini, offrendo una performance carica di intensità e complessità.
La scelta di affrontare una figura così controversa come Mussolini è particolarmente rilevante in un periodo in cui il populismo e l’estrema destra stanno riaffiorando in molti Paesi. Wright ha descritto la serie come un “grido” contro questa tendenza, dichiarando: “È un modo per affrontare le radici di questo movimento e imparare da dove proviene”. Questa dichiarazione fa eco all’approccio provocatorio che il regista ha adottato nel plasmare la narrazione.
L’approccio innovativo di Joe Wright: tra Brecht e il pop
Rispetto al suo lavoro più classico come L’ora più buia, Wright ha scelto un approccio molto più sperimentale per M. Il figlio del secolo. Il regista ha adottato tecniche brechtiane, volte a creare una distanza critica tra il pubblico e i personaggi. Wright ha voluto mostrare il fascino di Mussolini, ma ha anche cercato di evitare che il pubblico fosse sedotto da esso, giocando con l’empatia e spingendo lo spettatore a mantenere un atteggiamento critico.
Uno degli aspetti più audaci della serie è la colonna sonora, composta da Tom Rowlands dei Chemical Brothers, che ha conferito al progetto un ritmo techno pulsante. Questa scelta non è casuale: Wright ha spiegato che il fascismo, specialmente nelle sue origini, era un movimento legato all’energia e alla dinamica del futurismo. L’inclusione di una colonna sonora moderna aiuta a trasmettere quel senso di movimento e di forza travolgente che caratterizzò l’ascesa di Mussolini.
Wright ha detto: “Volevo che la serie avesse una estetica punk, qualcosa che non facesse sembrare il progetto un classico dramma storico. La musica techno trasmette l’energia ribelle di un’epoca in tumulto e coinvolge anche le generazioni più giovani”. Questo contrasto tra un’epoca passata e una colonna sonora contemporanea crea un interessante mash-up stilistico, che rende la serie accessibile anche a un pubblico giovane e meno abituato ai drammi storici.
Luca Marinelli: una performance intensa
Il casting di Luca Marinelli nel ruolo di Mussolini è stata una scelta determinante per il successo della serie. Wright ha rivelato di aver lavorato a stretto contatto con l’attore per esplorare la complessità psicologica del personaggio. Marinelli, considerato uno dei migliori attori italiani contemporanei, ha portato in scena un Mussolini umano e terrificante allo stesso tempo. Wright ha spiegato che il loro obiettivo era di mostrare la politicizzazione della mascolinità tossica attraverso la figura di Mussolini, il che rende il personaggio estremamente attuale.
“Abbiamo voluto scavare a fondo in noi stessi per trovare parti di noi che rispecchiassero Mussolini”, ha detto Wright. Questo impegno ha permesso a Marinelli di offrire una performance sincera e brutale, rendendo Mussolini più di un semplice dittatore, ma un uomo intriso di contraddizioni e complessità.
Un’estetica che riflette la complessità del fascismo
Girata in gran parte negli iconici Cinecittà Studios di Roma, la serie adotta un approccio visivo che riflette il collage di influenze artistiche del periodo fascista, in particolare il futurismo. Wright descrive la serie come una sorta di collage cubista, con diversi punti di vista offerti al pubblico. Il parallelo tra la colonna sonora techno e la frammentazione visiva richiama la natura frammentata e confusa della società dell’epoca.
Wright ha anche chiarito che, nonostante la precisione storica, la serie mantiene una dimensione artistica e artificiosa. “Non è un documentario”, ha spiegato. “È un’opera basata su fatti reali, ma è anche un pezzo di narrazione creativa”. Questo equilibrio tra fedeltà storica e interpretazione artistica permette alla serie di distinguersi dai tradizionali drammi biografici.
Mussolini e la politica di oggi: un parallelo c’è?
Uno dei temi centrali della serie è l’idea che il fascismo, e in particolare la figura di Mussolini, abbia sfruttato i timori e le preoccupazioni legittime della popolazione per consolidare il potere. Wright sottolinea come questo meccanismo di sfruttamento continui a essere usato da leader populisti e totalitari in tutto il mondo.
“L’aspetto più inquietante di Mussolini”, ha detto Wright, “è come ha sfruttato le preoccupazioni reali delle persone per i propri fini. Questo è qualcosa che vediamo accadere ancora oggi”. La serie diventa quindi una riflessione su come la retorica violenta e il potere manipolatorio possano essere utilizzati per alimentare movimenti che minano la democrazia.
“M. Il figlio del secolo”: una serie che guarda al futuro
Con un cast straordinario, una regia innovativa e una colonna sonora che sfida i canoni tradizionali dei drammi storici, M. Il figlio del secolo si preannuncia come una delle serie più interessanti del panorama televisivo europeo. Wright non solo racconta la storia di Mussolini, ma ci invita a riflettere su come le dinamiche di potere del passato siano rilevanti anche oggi.
E tu, cosa ne pensi? Sei interessato a vedere questa serie? Pensi che affrontare il passato possa aiutarci a comprendere meglio il presente? Lascia un commento qui sotto e condividi la tua opinione! Secondo noi non è il modo giusto di fare propaganda e Fratelli D’Italia è l’opposto del Fascismo. Anzi, vediamo più fascismo tra i partiti di sinistra che tra quelli di destra.