Se come me siete stati attirati da Jenna Ortega, beh, lasciatemi dire che il risultato potrebbe non valere l’investimento di tempo. Miller’s Girl si trova a camminare su un filo molto sottile tra giusto e sbagliato, raccontando la storia dei pensieri più profondi di una studentessa del liceo e della sua vita. Ma cosa c’è dietro questo film? Vediamolo insieme.
Una trama che mette a disagio
Miller’s Girl è ambientato in un tranquillo liceo rurale del Tennessee, dove il professor Johnathan Miller, interpretato da Martin Freeman, sembra prendere un particolare interesse per la sua alunna Cairo Sweet (Jenna Ortega). Tutto parte da un innocente compito di scrittura creativa che, manco a dirlo, sfocia in qualcosa di ben più complesso e, oserei dire, sbagliato sotto ogni punto di vista.
Oh, certo, visivamente il film è accattivante. Le riprese in mezzo a foreste nebbiose, luoghi dall’aria fiabesca e scenografie delicate contribuiscono a una sensazione di giovinezza e spensieratezza. Ma non fatevi ingannare dal titolo e dalle immagini iniziali piene di pizzi: quello che si nasconde sotto la superficie è molto più cupo di quanto ci si aspetti.
Punti di forza: una bellezza visiva che contrasta con la trama
Devo ammettere che dal punto di vista estetico, il film è un piccolo capolavoro. Ci sono queste scene oniriche, immerse in una nebbia quasi ultraterrena, che danno al tutto un’atmosfera incantata, quasi surreale. La fotografia è veramente suggestiva, creando un mondo che, almeno visivamente, rappresenta la gioventù con la sua delicatezza e fragilità. Ma poi, questo mondo viene brutalmente contrastato dalla pesantezza della storia.
Jenna Ortega è straordinaria come sempre, portando sullo schermo il giusto mix di sicurezza e vulnerabilità. Ci sono momenti in cui ti chiedi: “Ma davvero siamo ancora nel Tennessee rurale, o siamo entrati in una dimensione parallela in cui tutti perdono il senso del limite?”. La risposta sembra essere sì, perché il film ha proprio quel potere.
Debolezze: troppa filosofia e poca sostanza
E qui arriviamo ai difetti. Miller’s Girl soffre di un grave problema: è verboso, ma vuoto. Le parole fluiscono a fiumi, ma spesso non aggiungono nulla di realmente significativo alla trama. Il film inizia con una narratrice che riflette sull’inutilità della propria esistenza: “Ho 18 anni e sono completamente irrilevante”. Ah, ma qualcuno la trova interessante, e questo porta all’inizio di una relazione del tutto inappropriata.
La narrazione sembra tentare di giustificare qualcosa che non dovrebbe mai essere giustificato, spingendoci a credere che Cairo sia così intelligente, così profonda, così diversa, che tutto ciò rende il suo coinvolgimento con il professore accettabile. Spoiler alert: non lo è. L’uso del lavoro di Henry Miller per sottolineare l’intelligenza di Cairo, una diciottenne che ancora frequenta il liceo, appare forzato e, diciamocelo, un po’ disgustoso. Non si riesce mai davvero a entrare nei panni dei personaggi o a comprendere i loro conflitti interiori. Siamo lasciati con la fastidiosa sensazione che ci sia più fumo che arrosto.
Un fantasy da liceale o una storia problematica?
Alla fine, Miller’s Girl sembra essere una fantasia del tutto deludente di una liceale. È una storia che non dovrebbe mai essere considerata accettabile, in nessun contesto. Se invece che una studentessa delle superiori si fosse trattato di una studentessa universitaria, forse il film avrebbe avuto un altro senso, ma così com’è, rimane semplicemente una cattiva rappresentazione di ciò che dovrebbe essere una linea etica invalicabile.
Martin Freeman interpreta con abilità il professore che cammina su questa linea sottile, ma la sensazione è che tutto si perda in una rappresentazione priva di una vera presa di posizione. E questo, purtroppo, lascia il pubblico disorientato. E alla fine? Nulla. Solo l’impressione che ci si sia persi qualcosa di importante per strada.
Conclusione: da vedere o da evitare?
Lo consiglierei? Con qualche riserva. Se vi piace Jenna Ortega e volete vedere una performance interessante, date un’occhiata. Ma non aspettatevi un film che vi lasci arricchiti o con una morale edificante. Alla fine, Miller’s Girl sembra più una provocazione priva di vero significato, che una riflessione sulla complessità dei rapporti umani. Ma ehi, forse è proprio questo che stavano cercando di ottenere: farci sentire a disagio.
E ora tocca a voi: avete visto Miller’s Girl? Cosa ne pensate di questo strano equilibrio tra il bello e l’inappropriato? Fatemi sapere nei commenti, perché sono davvero curioso di sapere cosa ne pensate!
La Recensione
Miller's Girl
Film visivamente affascinante, ma moralmente scomodo. Fotografia incantevole e una Jenna Ortega brillante, ma trama vuota e inappropriata.
PRO
- Fotografia incantevole
CONTRO
- Dialoghi vuoti
- Messaggio problematico
- Dinamiche moralmente discutibili e poco realistiche