Se come me siete stati attratti dalla leggenda del gioco da tavolo Lupi Mannari di Thiercelieux, lasciatemi dirvi che questo film potrebbe non essere quello che speravate.
Lupi Mannari, diretto da François Uzan e distribuito da Netflix, ha tutto quello che serve per diventare un grande successo: Jean Reno, Frank Dubosc, un’ambientazione intrigante. Ma, spoiler: fallisce miseramente. Vediamo insieme cosa è andato storto in questo tentativo di portare il gioco al cinema.
Una premessa che crolla al primo ululato
Il film parte con una scena di introduzione piuttosto superficiale in cui una famiglia viene misteriosamente catapultata nel passato, o forse nel gioco stesso, o forse entrambi. Sì, avete letto bene: è tutto molto confuso. L’idea è che ogni membro della famiglia assuma uno dei ruoli classici del gioco da tavolo e che si debbano smascherare i lupi mannari del villaggio di Thiercelieux per poter tornare a casa. Ora, sulla carta questa premessa potrebbe anche funzionare, ma quello che succede è una via di mezzo tra I visitatori e Jumanji, senza però avere il fascino di nessuno dei due.
Invece di costruire la tensione tipica del gioco, quella sensazione di paranoia crescente in cui non sai di chi fidarti, il film fa una scelta piuttosto curiosa: ci rivela subito chi è il lupo. Ma come?! L’intero concetto del gioco è basato sulla sfiducia, sui sospetti che crescono sotto la superficie… e qui? No. Ci viene detto chi sono i lupi e l’intero concetto si affloscia come un palloncino bucato. A questo punto mi chiedo: ma cosa stiamo guardando?
Commedia o tragedia? Una miscela che non convince
Siamo abituati a vedere Frank Dubosc in ruoli comici, ma qui è come se nessuno si fosse impegnato a fare sul serio. Tutto sembra ridursi ai più classici e stantii cliché della commedia francese: battute banali, conflitti generazionali, e riferimenti alla musica di Sardou e Hallyday suonata al liuto (sì, avete capito bene, al liuto). Jean Reno è quasi irriconoscibile in un ruolo che sembra più una parodia di se stesso che una vera interpretazione. Il tempo comico è sfasato, e la fotografia è piatta come una crepe lasciata troppo tempo nella padella.
E poi ci sono i personaggi secondari. Due adolescenti, uno con l’immancabile smalto sulle unghie e l’altro un’influencer ossessionata dai follower. Per non parlare del personaggio apertamente omosessuale, che sembra esistere solo per fare due gag ripetitive: flirtare con Dubosc e mostrare la sua collezione di parrucche. Non solo queste gag non fanno ridere, ma sono anche terribilmente fuori luogo.
La trama non ha mai un vero obiettivo
Una delle cose più deludenti è che il film sembra non avere mai un vero obiettivo narrativo. Non c’è mai un momento in cui si percepisca la tensione crescente che dovrebbe esserci in una caccia al lupo. Invece, ci troviamo davanti a situazioni assurde e slegate, come se qualcuno avesse preso una manciata di idee e le avesse lanciate contro la parete sperando che qualcosa restasse attaccato. Ma, sfortunatamente, niente resta attaccato.
Il film tenta addirittura di affrontare temi come le violenza domestica con un livello di superficialità che è francamente offensivo. Non è mai il focus, non è mai trattato con la giusta delicatezza, ma semplicemente utilizzato come espediente per generare una risata o due (e indovinate un po’, non funziona). Questo è il problema principale di Lupi Mannari: è cinico, privo di rispetto per il materiale da cui prende ispirazione e sembra interessato solo a riempire il catalogo di Netflix con qualcosa da mettere in homepage.
Effetti speciali sprecati e un potenziale non sfruttato
Eppure, qualcosa di buono c’è. Gli effetti speciali, specialmente i costumi e il trucco dei lupi mannari, sono decisamente ben fatti. Qui si vede che c’è stato investito del tempo, dei soldi e delle competenze, ma tutto questo talento è stato buttato via su una sceneggiatura che non merita tali sforzi. Lo stesso vale per la ricostruzione del villaggio medievale, che è sorprendentemente dettagliata e ben fatta. Purtroppo, questi elementi non bastano a salvare un film che manca di una base solida su cui costruire.
Conclusione: un’occasione sprecata
Lo consiglierei? Onestamente, no. Se siete appassionati del gioco da tavolo, vi sentirete traditi. Se cercate una buona commedia, ci sono molte opzioni migliori. Lupi Mannari è un film che non riesce a essere né una buona commedia, né un adattamento fedele, né tantomeno un intrattenimento di qualità. E questo è un vero peccato, considerando il talento coinvolto e il potenziale del materiale originale. Ma forse, alla fine, è proprio come nel gioco: a volte si pensa di aver trovato il lupo, e invece si scopre che è solo un bluff mal riuscito.
E voi? Avete visto Lupi Mannari? Cosa ne pensate di questo tentativo di adattare un gioco così amato? Fatemelo sapere nei commenti, perché sono davvero curioso di sapere se qualcuno ha trovato qualcosa da apprezzare in questo film!
La Recensione
Lupi mannari
Film deludente che spreca talento e potenziale. Buoni effetti speciali, ma trama debole e umorismo fuori luogo rendono l'esperienza dimenticabile.
PRO
- Effetti speciali ben fatti
CONTRO
- Trama confusa
- Umorismo stantio
- Personaggi stereotipati e poco interessanti