Donald Trump ha sconvolto non solo la politica, ma anche il panorama della cultura pop e dell’industria musicale.
La sua recente vittoria alle elezioni presidenziali ha sollevato una questione molto importante: l’industria musicale, tradizionalmente considerata un’icona di coolness, è davvero in sintonia con i consumatori americani? Oppure c’è un distacco che non possiamo più ignorare? Scopriamo insieme cosa sta succedendo nel mondo della musica, e perché il settore potrebbe avere bisogno di un grande cambiamento. Voi cosa ne pensate? Diteci la vostra nei commenti!
L’industria musicale è fuori contatto con i suoi fan?
La domanda è scomoda, ma necessaria: l’industria musicale è diventata troppo elitaria per comprendere il suo pubblico? La vittoria di Donald Trump ha sorpreso moltissimi esponenti del mondo dell’intrattenimento e della musica. La maggior parte degli artisti e degli esecutivi del settore aveva apertamente sostenuto la sua avversaria, Kamala Harris, mentre pochi, se non nessuno, avevano espresso supporto per Trump.
Molti dei più grandi nomi della musica mondiale, come Taylor Swift, Beyoncé, Ariana Grande e Sabrina Carpenter, hanno mostrato pubblicamente il loro sostegno per Harris. Anche Bruce Springsteen si è schierato apertamente contro Trump. Ma la domanda che sorge spontanea è: l’industria musicale sta forse vivendo in una bolla? Il fatto che Trump abbia vinto con un ampio margine suggerisce che, almeno una parte significativa del pubblico musicale, si sia identificata con lui.
Trump e i suoi sostenitori: mainstream o estremisti?
Uno dei problemi principali è la percezione che si ha degli elettori di Trump. Spesso vengono dipinti come estremisti o addirittura razzisti, ma i numeri non mentono: se più della metà degli elettori americani ha votato per Trump, è difficile considerarli semplicemente una frangia estrema. Per definizione, sono mainstream. Il vero problema, forse, è che i Democratici non sono riusciti a dialogare con loro in modo efficace. Definire gli elettori di Trump come “deplorevoli” o cercare di convincerli che il loro candidato sarebbe stato un disastro per la democrazia non ha funzionato.
Democrazia significa che le persone votano per i loro leader, non necessariamente per quelli che piacciono a te. E mentre i Democratici si concentravano su ciò che le persone potevano fare per il loro paese, molti elettori sembravano più interessati a ciò che il loro paese poteva fare per loro. Le idee sono importanti, ma sempre più persone sembrano focalizzarsi su questioni pratiche, come l’accessibilità dei beni di prima necessità, piuttosto che su ideali astratti.
La sfida dell’industria musicale: ascoltare tutti
Ora è chiaro: ci sono molti più elettori di Trump di quanti pensassimo, e sono anche più giovani e diversi di quanto ci saremmo aspettati. Molti di loro ascoltano musica pop. Ma l’industria musicale li sta ascoltando? Il semplice fatto che sia considerato controverso sostenere Trump, senza neanche riflettere la sua retorica più dura, significa che l’industria sta voltando le spalle a più della metà degli elettori americani. Questo non è il modo in cui funziona il marketing di massa.
Ovviamente, la sfida che Trump presenta alla democrazia americana è molto più importante della vendita di musica. E probabilmente riceverò qualche e-mail su quanto sia folle suggerire di vendere musica a chi pensa che gli immigrati mangino i gatti, ma la verità è che raggiungere diversi tipi di persone con diversi tipi di arte è proprio ciò che l’industria musicale dovrebbe fare.
Lo stesso vale per la politica: entrambe le industrie, quella musicale e quella politica, devono migliorare la loro capacità di raggiungere pubblici grandi e diversi. Questo significa connettersi con i fan esistenti, ma anche raggiungere nuovi ascoltatori. Spesso, le persone semplicemente non comprano ciò che gli viene venduto, sia che si tratti di un nuovo album o di un nuovo candidato. Ma è importante avere queste conversazioni – sia per chi vuole aiutare a eleggere un nuovo presidente tra quattro anni, sia per chi vuole dimostrare che l’attuale presidente farà un ottimo lavoro.
Una strategia stagnante: superfan o chiusura?
Sempre più spesso, la politica sembra bloccata in un ciclo chiuso, in cui le idee vengono vendute e applaudite da chi ha già deciso di sostenerle. Nell’industria musicale, questa è conosciuta come strategia superfan ed è certamente importante. Ma per costruire una base di superfan, bisogna prima raggiungere nuove persone e trasformarle in sostenitori. E questo è esattamente ciò che sembra mancare oggi.
Donald Trump ha dimostrato che c’è un pubblico più vasto e variegato di quanto molti avessero immaginato. L’industria musicale e la politica americana devono imparare da questa lezione: non si può più ignorare una fetta così grande della popolazione. Se vogliamo davvero creare un’industria culturale che sia rappresentativa di tutti, è ora di cambiare approccio.
Voi cosa ne pensate? Diteci la vostra!
Dopo questa analisi, vi chiediamo: l’industria musicale è davvero fuori contatto con la realtà? Dovrebbe forse abbracciare un pubblico più ampio e rappresentare tutte le voci, compresi i sostenitori di Trump? Condividete la vostra opinione nei commenti e discutiamo insieme di come l’industria dell’intrattenimento potrebbe evolversi per rappresentare meglio tutti. Restate con noi per ulteriori aggiornamenti e analisi su ciò che sta accadendo nel mondo della musica e oltre!