Adorazione, la nuova serie Netflix, sta facendo discutere con il suo mix di mistero, dramma e un pizzico di amicizia spumeggiante in un piccolo borgo italiano vicino Roma. Seguiamo le vicende di Vanessa ed Elena, migliori amiche alle prese con l’amore, la scomparsa improvvisa e la scoperta dei segreti nascosti di una comunità dove tutti conoscono tutti. L’idea suona intrigante, no? Ma aspetta, ci sono un po’ di “ma” qua e là. Questa recensione proverà a sviscerare il buono, il cattivo e l’assurdo di Adorazione. Tieni duro, che ci sarà da ridere!
Una piccola comunità, tanti problemi
“Adorazione” parte con un’ambientazione ben nota: un villaggio dove ogni anima sembra conoscere ogni pettegolezzo. Gli stessi personaggi ci scherzano su: qui a parte le spiagge non c’è molto da fare. Ecco che Vanessa, la nostra protagonista, vive sopra la cugina e ha un fidanzato che, ammettiamolo, è più accessorio di un vecchio braccialetto d’oro. Elena, l’altra protagonista, ha anche lei un compagno e la loro relazione è la scintilla per tutto il dramma che sta per arrivare.
L’atmosfera è quella di una comunità tipica italiana dove il pane fresco arriva puntuale, i litigi di paese sono il passatempo preferito e le vite dei protagonisti si intrecciano in modo inevitabile, creando una ragnatela di relazioni che è sia il pregio che il difetto della serie.
Piccolo spoiler: se ami sapere tutto di tutti, preparati a una sfida! In questa serie nessuno è proprio chi dice di essere.
Una scomparsa inquietante
La trama si infittisce quando, durante la festa di compleanno di Vanessa, Elena scompare senza lasciare tracce. Un colpo di scena perfetto, giusto per tenerci inchiodati allo schermo mentre cerchiamo di indovinare chi sia il colpevole. Le scene iniziali sono cariche di tensione, tanto che potresti davvero voler chiamare qualcuno solo per dire: “ma l’hai visto anche tu?!”. Insomma, l’atmosfera è tesa quanto basta e le prime battute della serie fanno davvero pensare che Adorazione potrebbe essere qualcosa di grande.
Ma le cose, si sa, possono sempre complicarsi…
Personaggi: luci e ombre
Parlando di personaggi, Elena (Alice Lupparelli) è subito presentata come una persona empatica, una di quelle che non esitano a distribuire pasti caldi ai meno fortunati. Un personaggio decisamente versatile, capace di connettere il pubblico con la parte più emotiva della storia.
Vanessa, interpretata da una giovane Noemi Magagnini, merita una pacca sulla spalla. Mostra autentica preoccupazione per la scomparsa dell’amica. E va detto: il suo sguardo inquieto e le sue espressioni ansiose ci fanno simpatizzare per lei. Sì, sei una brava amica, Vanessa! Tuttavia, la nostra eroina sembra un po’ piatta per buona parte della storia: la sua definizione di carattere è più “la ragazza buona” che non ha mai sbagliato un colpo.
Ah, e poi c’è il colpo di scena finale: Vanessa si scopre lesbica! Grande colpo di teatro, vero? Beh, sì e no. Alcuni spettatori hanno apprezzato questa evoluzione per la rappresentazione inclusiva, altri invece, come il sottoscritto, l’hanno vista come un cambiamento piuttosto forzato. La verità è che forse mancava solo una buona sceneggiatura per costruire questo passaggio in maniera più naturale.
Ma questo chi è? Il problema dei personaggi intercambiabili
Un’altra nota dolente di Adorazione è la sua tendenza a presentare un cast di giovani bellissimi… tutti uguali! Non sto esagerando: capelli perfetti, corpi scolpiti e una capacità di recitare che, a tratti, fa sembrare la statua di David più espressiva. Risultato? Ti ritrovi a chiederti chi è chi praticamente ogni due scene. E non è divertente. Ma il casting l’ha fatto quello che sceglie i personaggi del Grande Fratello?
Troppi dettagli o troppo pochi?
Se da una parte la trama parte con un bel mistero, il problema è che Adorazione si perde lungo la strada. I fili che dovrebbero condurci alla verità sono intrisi di sottotrame che sembrano inserite solo per fare numero. Padri assenti, amori mai dichiarati, amiche maliziose che poi spariscono nel nulla. Non fraintendetemi: i personaggi di contorno a volte portano una bella dinamica (tra cui la famosa Ilenia Pastorelli nei panni di Enza), ma altre volte sono lì solo a riempire gli spazi vuoti.
La vita da adolescente… versione Hollywood
L’altro punto controverso? La rappresentazione della vita da teenager. Oh, Netflix, è così difficile non esagerare con i drammi adolescenziali? Scene di nudo? Sì, grazie, ma aspetta… questi dovrebbero essere dei sedicenni! Come ci si aspetta che il pubblico si connetta con loro se le scene sembrano fatte più per stupire che per aggiungere qualcosa alla trama? La serie, a tratti, fa quasi l’effetto di un spot patinato piuttosto che raccontare la vera adolescenza. Tra l’altro ci sono delle scene in simil pedofilia non proprio da adorare… scusate il gioco di parole col titolo della serie.
Regia e scelte artistiche: Stefano Mordini, perché?
Passando alla regia, Stefano Mordini è il nome dietro la macchina da presa, e alcune delle sue scelte artistiche hanno lasciato il pubblico con un sopracciglio alzato. Certe inquadrature sono decisamente inappropriate, date le età dei personaggi rappresentati. Qualche volta sembra che il desiderio di “fare arte” abbia preso il sopravvento sulla necessità di rispettare il tema. Insomma, a volte un po’ più di sensibilità non guasterebbe.
Il giudizio finale
In conclusione, Adorazione è una di quelle serie che parte col botto e poi si perde per strada. Il mistero della scomparsa di Elena è accattivante, i primi episodi sono davvero ben costruiti, e ci sono momenti in cui il legame tra i personaggi sembra autentico. Ma poi? Poi la serie si impantana, perdendo di vista cosa vuol essere davvero. Le sottotrame si accavallano, i colpi di scena sembrano più forzati che altro, e alcune scelte registiche ti fanno chiedere se sia il caso di andare avanti o spegnere tutto.
Ci sono aspetti positivi, come l’alchimia tra Vanessa ed Elena (almeno finché c’è!), e la fotografia delle piccole cittadine romane è assolutamente fantastica. Ma bisogna essere onesti: se cerchi una serie che racconti l’adolescenza in maniera veritiera e che non si perda in cliché inutili, Adorazione potrebbe non essere la scelta migliore. Mi ha ricordato un po’ Élite, anch’essa serie Netflx, per la rappresentazione giovanile e la ricerca del colpevole. Ovviamente non arriva nemmeno lontanamente al livello della prima stagione della serie tv spagnola.
Ma questa è solo la mia opinione! Tu cosa ne pensi? Valeva davvero la pena vedere Adorazione? Ti è piaciuta oppure hai trovato che mancasse qualcosa? Condividi i tuoi pensieri nei commenti, non vedo l’ora di sapere cosa ne pensi!
La Recensione
Adorazione
Adorazione di Netflix è un mix intrigante di mistero e dramma che parte col botto ma si perde tra sottotrame forzate e personaggi piatti.
PRO
- Bella la fotografia dei borghi romani
- Anche il rapporto d'amicizia tra Vanessa ed Elena
CONTRO
- Personaggi spesso piatti
- Strane scelte di regia
- Si perdere in sottotrame forzate