Un futuro distopico, che sembra assurdo e lontano solo per l’utente distratto. Black Mirror, serie tv britannica tra le più popolari e originali, ha senza dubbio avuto negli anni la capacità di generare riflessioni specialmente sulle possibili derive della tecnologia e della comunicazione, ancor più per coloro che si sono concessi il rewatch delle puntate, andate in onda a cominciare dal 2012 su SKY.
Ad oltre dieci anni di distanza quei racconti e quegli immaginari sembrano infatti ancora così fantasiosi, quasi assurdi. Proviamo a fare qualche esempio di come la serie Black Mirror, da molti considerata l’erede contemporanea e digitale del romanzo “1984” di George Orwell, abbia giocato d’anticipo almeno per quelli che sono gli intenti sociologici per la generazione di riferimento.
Black Mirror e la tecnologia annunciata
Non tutti hanno visto Black Mirror, ci prendiamo dunque qualche riga per spiegare di cosa si tratta: ovvero di una serie antologica ideata e sceneggiata da Charlie Brooker, con protagonisti e trame sempre diversi che si sono passati il testimone a partire dalla prima stagione lanciata nel 2012.
Ogni episodio è una storia, tanto che è davvero difficile capire quali siano i migliori personaggi di Black Mirror o quanto meno quelli che hanno lasciato di più il segno. La settima stagione è stata annunciata ed è particolarmente attesa visto che nel 2025 racconterà, tra fantascienza e denuncia sociale, le sfide poste dall’introduzione di nuove tecnologie, in particolare nel campo dei media.
L’ossessione per l’intrattenimento in Black Mirror
Dalla fantasia alla realtà, sicuramente il secondo episodio della prima stagione “15 milioni di celebrità” riassume perfettamente l’ossessione per l’intrattenimento. Questo approccio trova riscontro oggi nel modo in cui gli utenti si rapportano ad esempio con il gioco online. La ricerca costante da parte dei giocatori di esperienze di gioco sempre più coinvolgenti ma al tempo stesso sicure ha portato di fatto alla nascita di un vero e proprio segmento di mercato quello della comparazione, con portali di confronto e siti specializzati che selezionano i migliori casinò online in base a criteri oggettivi come sicurezza, qualità dei prodotti, trasparenza e protezione dei dati.
Questi aspetti non solo migliorano l’esperienza del giocatore, ma garantiscono un intrattenimento consapevole. La cura e l’attenzione raccontata dai personaggi di Black Mirror la ritroviamo dunque in qualche modo negli appassionati delle sale da gioco virtuali. La lente d’ingrandimento è posta su quelli che potrebbero essere i giochi più innovativi, con RTP più alto e con maggiori probabilità di vincita.
Senza dubbio gli scenari e gli obiettivi sono diversi, anche perché nel secondo caso si tratta solo di un approccio all’iGaming più sano, ma senza dubbio è palese come sia centrale in ogni aspetto della nostra vita il rapporto con la tecnologia, che si tratti della necessità di soddisfare una sete di apprezzamento sociale o di puro spirito ludico.
Black Mirror e l’intelligenza artificiale
L’intelligenza artificiale cattura la nostra attenzione, ci sorprende e ci fa paura. Un sistema che simula e potenzia l’intelligenza umana è arrivato a sbatterci in faccia questioni etiche su cui ragionare. Tutto questo era già successo nel quarto episodio della seconda stagione di Black Mirror (che per chi la volesse recuperare è disponibile su Netflix Italia).
White Christmas, Bianco Natale annuncia con enorme anticipo le tensioni tra umani e un mondo high-tech sempre più imprevedibile nelle sue evoluzioni e derivazioni. In questo caso Greta fa clonare la propria coscienza per arrivare alla smart home perfetta, che sarà gestita appunto da un software capace di gestire la casa esattamente come farebbe la protagonista. Emerge così un racconto pensato e realizzato nel 2014 su come la crudeltà dell’uomo si possa manifestare anche contro un proprio clone quando questo si ribella.