Quando si parla dell’universo di Dune, una cosa diventa immediatamente chiara: è una saga che va ben oltre la semplice fantascienza. Ma c’è una domanda che spesso sfugge agli spettatori e agli appassionati: perché la tecnologia non è progredita tra ‘Dune: Prophecy’ e i film di Denis Villeneuve? Potrebbe sembrare un dettaglio insignificante, ma fidati, c’è molto di più dietro. Preparati, perché stiamo per addentrarci in un mondo di intrighi, Jihad e stagnazione tecnologica!
La Jihad Butleriana: l’inizio della stagnazione tecnologica
Uno degli eventi più importanti nella mitologia di Dune è la Jihad Butleriana, una guerra che ha segnato il destino dell’intero universo. Questo conflitto ha visto la ribellione contro le macchine intelligenti, portando alla proibizione assoluta di computer e intelligenza artificiale. La Jihad non è stata solo una battaglia contro le macchine, ma un vero e proprio cambio culturale che ha modellato il futuro dell’umanità.
La Guerra delle Macchine è solo la punta dell’iceberg quando si parla del motivo per cui la tecnologia in ‘Dune’ è stagnante. In più di 10.000 anni, non c’è stata nessuna grande innovazione tecnologica, e questo è stato del tutto intenzionale. Dopotutto, Dune è tutto incentrato sulla stagnazione: l’universo si è fermato volutamente per evitare che l’umanità si autodistruggesse. Questo equilibrio precario diventa una minaccia per la stessa sopravvivenza dell’umanità e porta agli eventi del romanzo originale di Frank Herbert.
Un mondo senza bisogno di progresso
Dopo la fine della Jihad Butleriana e l’inizio della produzione massiva di spezia su Arrakis, la tecnologia avanzata ha semplicemente smesso di essere necessaria. La società è regredita a una struttura feudale, e chi detiene il potere non ha alcun interesse a promuovere l’innovazione. La priorità è mantenere lo status quo che favorisce i potenti: ogni nuova tecnologia, come lo scudo Holtzmann e il motore di piegatura dello spazio, viene rapidamente assorbita dalle Grandi Case e dalla Gilda Spaziale. Insomma, progresso sì, ma solo se controllato dalle élite.
Un universo chiuso su sé stesso
Questa società fortemente stratificata fa sì che il progresso venga visto con sospetto. Se ci pensi, ci sono esempi simili anche nella storia reale: durante il Periodo Edo in Giappone, la società giapponese è rimasta stagnante per più di due secoli, fino a quando non è stata costretta al cambiamento dalle pressioni esterne. In Dune, però, non ci sono potenze esterne: l’Imperium guarda solo al suo interno, alla spezia, senza alcuna reale necessità di progresso.
Paul Atreides: parte del problema, inizio della soluzione
In Dune: Prophecy, la Madre Superiore Raquella Berto-Anirul (interpretata da Cathy Tyson) sottolinea che lo scopo delle Bene Gesserit è il progresso umano. Ma attenzione, non stiamo parlando di migliorare la vita della società in senso umanistico e progressivo. L’obiettivo delle Bene Gesserit è spingere i limiti di ciò che significa essere umani, sia a livello mentale che fisico, grazie all’uso della spezia e a capacità sovrumane.
Le Bene Gesserit sanno che la società è destinata alla stagnazione, ed è per questo che portano avanti il loro programma di selezione genetica, che culmina con l’ascesa del Kwisatz Haderach, ovvero Paul Atreides (interpretato da Timothée Chalamet). Paul rappresenta il primo passo verso il cambiamento della struttura del potere, portando gruppi emarginati, come i Fremen, al potere. Tuttavia, anche con l’ascesa di Paul, occorreranno altri cinque millenni prima che il progresso tecnologico riprenda, perché Paul e suo figlio Leto II hanno come priorità evitare che l’umanità si autodistrugga.
Leto II e la via dorata: una società medievale nello spazio
Leto II, il figlio di Paul, porta la stagnazione a un livello estremo, riducendo la società a un livello tecnologico quasi medievale. Questa è una parte del suo Sentiero Dorato, una serie di condizioni e eventi che, secondo lui, sono indispensabili per la sopravvivenza dell’umanità. Solo dopo la caduta di Leto II si iniziano a vedere i primi segni di progresso grazie a un evento chiamato la Dispersione, quando l’umanità si diffonde nell’universo conosciuto e nello spazio inesplorato, in una sorta di nuova rinascita tecnologica.
In questa fase di dispersione si iniziano a sviluppare tecnologie avanzate come le navi invisibili (no-ships), capaci di eludere la prescienza e dotate di avanzati sistemi di calcolo. Solo allora l’umanità inizia a riabbracciare un certo livello di progresso, ma sempre con cautela, consapevole dei rischi legati a un uso incontrollato della tecnologia.
La stagnazione: il cuore dell’universo di Dune
La stagnazione è sempre stata al centro della narrazione di Frank Herbert quando si tratta di Dune. La struttura feudale dell’Imperium, rafforzata dall’eredità della Jihad Butleriana, crea un quadro politico e sociale che attivamente scoraggia il progresso tecnologico. Questo spiega perché ci vogliono millenni affinché la tecnologia riemerga e perché la spezia resta l’unico vero motore dell’universo.
L’universo di Dune ci offre una visione distopica e riflessiva su cosa significhi progresso e controllo del potere. La paura della distruzione causata dall’intelligenza artificiale ha condotto a un blocco totale della tecnologia, con l’eccezione di quella strettamente necessaria a mantenere il controllo delle risorse e dei viaggi spaziali.
Conclusione: la tecnologia è davvero un pericolo?
In definitiva, l’universo di Dune ci fa riflettere su una domanda fondamentale: il progresso tecnologico è sempre positivo, oppure è necessario controllarlo e, a volte, impedirlo per il bene dell’umanità? Paul Atreides e Leto II rappresentano due approcci diversi alla questione: uno è il ribelle, l’altro il custode del Sentiero Dorato. Ma entrambi condividono la convinzione che il pericolo maggiore non sia nelle macchine, bensì nell’incapacità dell’umanità di gestire il proprio potere.
E tu, cosa ne pensi? Il controllo della tecnologia è necessario per evitare la nostra rovina, o siamo destinati a ripetere gli errori del passato? Faccelo sapere nei commenti: siamo curiosi di sentire la tua opinione su questo universo affascinante e complesso che è Dune!