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TITOLO: Padri e Figlie
TITOLO ORIGINALE: Fathers and Daughters
REGIA: Gabriele Muccino
CAST: Russell Crowe, Amanda Seyfried, Aaron Paul, Diane Kruger, Bruce Greenwood, Kylie Rogers, Ryan Eggold
PAESE: USA, Italia
ANNO: 2015
GENERE: drammatico
DURATA: 116 minuti
Quando ero piccola non riuscivo mai a capire quali mansioni avesse il regista nella realizzazione di un film: gli attori interpretavano dei personaggi, il produttore metteva i soldi, lo sceneggiatore scriveva il copione…lo vedevo così il mondo del cinema. E il regista? Mistero. Crescendo poi (e per fortuna) ho capito meglio quali siano i ruoli e i compiti di ciascuno, regista compreso. Adesso, non solo so cosa svolga quest’ultimo ma riesco anche a riconoscere l’impronta stilistica lasciata all’interno delle proprie pellicole, cosa che riescono a fare solo i registi più bravi e comunicativi, come il nostro orgoglio italiano Gabriele Muccino che, dopo lo strepitoso successo di La ricerca della felicità e Sette anime, ci regala un’altra perla, Padri e Figlie.
Il film, indubbiamente drammatico e con quella speciale vena poetica che il regista ama lasciare all’interno dei suoi lavori, mostra al pubblico una storia in grado di commuovere ed emozionare. Ci mostra non solo l’importanza dei legami familiari ma anche e soprattutto come essi possano influenzare il nostro presente e il nostro futuro. Siamo il risultato di ciò che ci è accaduto, di ciò che abbiamo vissuto e di come abbiamo reagito.
La pellicola, che vanta un cast eccezionale di tutto rispetto, ha una narrazione non lineare che interpone due binari paralleli, uno ambientato nel passato dei protagonisti, l’altro nel presente.
Jake Davis (Russell Crowe) è uno scrittore di successo che vive a New York con la moglie e la sua adorabile figlia, Katie (Kylie Rogers). Un giorno, mentre i tre stanno viaggiando sulla loro auto, rimangono vittime di un incidente stradale in cui perde la vita proprio la donna, moglie e madre.
Per Jake e Katie l’esperienza è traumatica ma il peggio deve ancora venire: l’uomo, difatti, a seguito delle lesioni riportate mostra dei problemi fisici che cominciano a influenzarlo anche a livello psicologico. Tutto questo lo porta ad allontanarsi dalla figlia. Mentre Jake cerca di farsi curare in un ospedale psichiatrico, la bambina viene affidata agli zii che se ne prendono cura e se ne affezionano fortemente, così tanto da proporre al padre, sette mesi più tardi, l’adozione.
Jake, deluso e sconfortato dall’atteggiamento dei parenti, non ci pensa minimamente e porta a casa la figlia, cercando di crescerla nel migliore dei modi nonostante le difficoltà economiche, fisiche e mentali.
Venticinque anni più tardi, Katie (Amanda Seyfried) è una donna adulta che studia psicologia e fa l’assistente sociale. La sua vita, però, è profondamente complicata. La ragazza è irrequieta, vive di default e sfoga le sue frustrazioni andando a letto con una moltitudine esagerata di ragazzi, senza mai affezionarsi a nessuno. Le sue paure e le delusioni del passato si riversano sul suo presente ma a cambiare totalmente la sua vita sarà un fortuito incontro, il principe azzurro di nome Cameron (Aaron Paul), che rimetterà tutto in discussione.
“Io sono diversa dagli altri.”
“Eh sì…molto diversa.”
La scelta di alternare passato-presente risulta una gran mossa innescando un meccanismo di climax nelle emozioni provate dagli spettatori che scoprono pian piano ciò che ha reso la protagonista femminile così com’è. Vi è quindi un crescendo di sensazioni per tutta la durata del film che mette in serie difficoltà anche il più insensibile degli insensibili.
Le interpretazioni di tutti gli attori sono, come già ci aspettavamo, impeccabili. Anche se la grande sorpresa rimane la più piccola del gruppo, Kylie Rogers che si dimostra all’altezza di tutti i suoi colleghi nonostante la giovane età.
La colonna sonora è indubbiamente il jolly della pellicola, chapeau.
Il doppiaggio, argomento tabù per alcuni, può aver alterato leggermente la “forma” ma, a mio avviso, non il significato del film. Muccino, anche sta volta, ha egregiamente portato a termine il suo compito, trasmettendo sensazioni uniche che meritano di essere provate.
Elogio universale al rapporto tra Padri e Figlie appunto (vediamo quanto sia fondamentale il legame familiare e cosa un padre sia disposto a fare per la propria figlia), la pellicola riconferma il talento del regista nostrano e dei vari celebri attori che hanno formato il meraviglioso cast.
Attendendo il DVD…Padri e Figlie.
“Come si fa a superare una cosa così?”
“Ti rialzi, dopodiché ti rimetti in gioco e vai avanti. E’ così che si fa.”
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La Recensione
Il Verdetto
Gabriele Muccino commuove portando sul grande schermo una storia basata interamente sul rapporto tra padre e figlia e mostrando cosa il primo sia disposto a fare per il bene della seconda.