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La recensione della prima stagione di The Punisher
Ho finito da poco di vedere la prima stagione di The Punisher e devo ammettere che sono rimasto piacevolmente impressionato da questa serie tv.
I supereroi ormai sono molto diffusi nella cultura pop, con la Marvel che si è trasformata in una sorta di major che domina tutti dall’alto in questo business cinematografico, con la DC che – seppur con difficoltà – prova a dire la sua.
Se pensavate che Jon Bernthal fosse impressionante nella stagione 2 di Daredevil, in The Punisher lo è ancora di più. Il ritratto animalesco che avevamo intravisto in Daredevil si estende maggiormente in questa stagione.
The Punisher è una fusione azzeccata tra il genere drammatico e thriller… con scene in stile film action anni ’80 sparse un po’ ovunque. Per rendere la trama un po’ più avvincente, i creatori della serie tv hanno pensato di focalizzarsi sul tema della cospirazione, così da spostare l’attenzione di Frank Castle verso il governo e i capi militari. Scelta azzeccata direi!
Da questo punto di vista viene fatta distinzione tra i cattivi e i buoni. Billy Russo (Ben Barnes) è la nemesi di Castle mentre tra i militari buoni c’è l’infinitamente ottimista Curtis Hoyle (Jason R. Moore). Curtis sta spendendo la sua vita postbellica per dare voce ad altri veterani in difficoltà attraverso incontri di gruppo, mentre Russo sta sfruttando i suoi legami con i poteri forti per fare carriera. Entrambi gli attori hanno un ruolo importante in questa storia… che ovviamente non vi svelerò.
Tra i protagonisti presenti nella prima stagione di The Punisher occorre citare ovviamente la sexy agente Dinah Madani (Amber Rose Revah), iraniana-americana la cui voce e accuse non vengono ascoltate dai poteri alti. Madani è un elemento chiave nella vicenda perché fin da subito apre al fenomeno della cospirazione all’interno dell’esercito.
L’altro attore che merita più di una citazione è Ebon Moss-Bachrach nei panni di David “Micro” Lieberman. I telespettatori si ricorderanno di lui in Daredevil. Il suo rapporto con Frank è probabilmente uno tra i più sviluppati e interessanti dell’universo Marvel. I due uomini condividono gli stessi difetti, rendendo la loro collaborazione una sfida piena di prove dalla difficile evoluzione.
A completare l’elenco dei personaggi principali vi è il giovane veterano interpretato da Daniel Webber, Lewis Walcott, che soffre di disturbi post traumatici e scopre di avere alcune cose in comune con Frank Castle. Ah quasi la dimenticavo, in The Punisher è presente anche la star di Daredevil Deborah Ann Woll che interpreta il ruolo della giornalista del New York Bulletin “Karen Page” per una manciata di episodi. Karen ha una sorta di effetto positivo sullo stato di rabbia di Frank.
Questo cast è estremamente forte e Steve Lightfoot sa come assemblarlo al meglio. Avendo fatto parte del team creativo di Hannibal di Bryan Fuller, Lightfoot sa come dare vita ai personaggi di The Punisher. Non è il puzzle più complesso da districare, certo, ma tutti i personaggi vengono sviluppati al meglio.
Forse dai paragrafi precedenti non si intuisce che le scene di combattimento presenti in The Punisher sono di primo livello. Steve Lightfoot, i vari registi degli episodi, il team degli effetti speciali e il team degli stunt, meritano tutti un grande applauso per quello che sono riusciti a fare in questi 13 episodi. La violenza presente in The Punisher non è inserita così a caso. Tutte le azioni che causano danni si traducono in conseguenze e molti combattimenti sono apparentemente una mini rappresentazione delle dinamiche dei personaggi.
La trama di The Punisher è efficace
Questa serie tv mette in luce i problemi che uomini e donne affrontano dopo essere tornati dai conflitti militari. Mentre Curtis è una luce guida che cerca di condurre i soldati fuori dall’oscurità, i personaggi come Frank e Lewis trovano il modo per riportare quei momenti di terrore bellico nel presente. The Punisher riesce ad aprire la mente delle persone che durante la visione di questa serie tv si chiederanno quanti sono i membri militari e civili che vengono messi a tacere ogni giorno per non ostacolare i progetti dei piani alti.
La miglior serie tv della Marvel
Senza la super-forza di Luke Cage, Jessica Jones, o degli altri Agents of S.H.I.E.L.D, The Punisher è in grado di mettere la sua umanità in prima linea. Così, mentre Thor: Ragnarok sta catturando gli spettatori che lo definiscono come il miglior film della Marvel, gli abbonati Netflix potranno godersi quella che è la miglior serie tv targata Marvel.
Informazioni su The Punisher
Episodi: 13;
Durata singolo episodio: 60 minuti;
Ideatore: Steve Lightfoot;
Cast: Jon Bernthal come Frank Castle / The Punisher, Ben Barnes come Billy Russo, Ebon Moss-Bachrach come David Lieberman / Micro, Amber Rose Revah come Dinah Madani, Deborah Ann Woll come Karen Page, Daniel Webber come Lewis Wilson, Jason R. Moore come Curtis Hoyle;
Data di Uscita: 17 Novembre in Italia su Netflix.
Trailer di The Punisher
https://www.youtube.com/watch?v=LeBLcRl963o
La Recensione
Il verdetto su The Punisher
The Punisher della Marvel è una serie tv stimolante, soprattutto se confrontata con le altre serie tv e film del Marvel Cinematic Universe. L'aspetto migliore di The Punisher è il fatto di possedere un'identità distinta. Non esita a entrare in un territorio molto oscuro, violento e a volte sanguinoso. Per una volta Marvel non si butta verso l'umorismo forzato e sciocco mostrato puntualmente in questi anni, specialmente sul grande schermo. Il personaggio di Bernthal è la vera anima di questa serie tv. Non appare mai come un bruto senza mente. Il dolore e il conflitto che lo guidano sono perfettamente sincronizzati con le sue tendenze violente. I personaggi di contorno sono ben sviluppati e il tema della cospirazione apre a conflitti interni che rendono notevole la struttura di questa serie tv.