“Ricorda che le bugie hanno le gambe corte”
“Se racconti le bugie il naso ti cresce e diventa tanto lungo quanto quello di Pinocchio”
“Chi dice le bugie non è figlio di Maria, non è figlio di Gesù e all’inferno ci vai tu!”
Numerose sono le minacce che negli anni dell’infanzia ho dovuto subire, sia in ambito familiare che in quello scolastico.
La storia era sempre la stessa: se mai avessi ordito raccontare una bugia, indifferentemente dal suo effettivo peso e valore, grave disonore sarebbe ricaduto su di me e sulla mia famiglia. Varie sarebbero state difatti le ripercussioni, tra cui la banale e prevedibile punizione mai sarebbe stata in grado di eguagliare ciò che veniva predetto da quelle ricorrenti frasi: era stata indotta in me, infatti, la consapevolezza di dover bruciare nelle fiamme dell’inferno per l’eternità a causa anche della più innocua delle bugie; o peggio, l’incubo di veder crescere il mio naso a dismisura fino a diventare oggetto di scherno dei miei compagni.
Eppure, nonostante le persistenti intimidazioni, continuavo a raccontare bugie ai miei genitori e ai miei amici, guidata da quello specifico istinto di sopravvivenza che caratterizza gli esseri umani di ogni età.
Perché mai, sennò, una bambina di sette o otto anni avrebbe dovuto raccontare numerose frottole e menzogne, nonostante la consapevolezza delle esemplari condanne soggette a coloro che mentono?
È tutto dovuto all’appena citato senso di sopravvivenza: non avrebbe senso, sennò, non temere le pene dell’inferno e una vita di angherie a causa del tuo naso da bugiardo, se si è consapevoli che è meglio nascondere una pericolosa verità piuttosto che porsi al cospetto del giudizio sociale o familiare e, di conseguenza, affrontare le proprie responsabilità.
Ed è proprio questo il tema trattato dalla nuova serie tv appena uscita sul catalogo di Netflix Italia, intitolata Sick Note.
Una nuova versione del “Malato Immaginario”
La serie tv britannica, uscita il 7 novembre del 2017 per un canale locale e successivamente acquistata dal colosso Netflix, pone al centro della propria attenzione la bugia e come questa possa manovrare la vita degli individui che la sfruttano in critici contesti sociali.
Naturalmente, il modo in cui il tema viene trattato da questa controversa serie televisiva è sopra le righe: il protagonista Daniel Glass, interpretato da Rupert Grint, è un moderno malato immaginario. Ma a differenza però della nota pièce di Molière, in cui l’ipocondriaco Argan è vittima di una frode architettata ad opera d’arte dalla perfida Bèline e il suo amante Monsieur Bonnefoy, all’interno di Sick Note il truffatore è lo stesso malato immaginario.
Daniel Glass, come presentato nell’episodio pilota, è un mediocre impiegato presso un’agenzia di assicurazioni sanitarie che vive una becera vita all’insegna delle bugie, bianche o nere che siano.
Daniel è infatti un inetto e un bugiardo compulsivo, incapace di affrontare le responsabilità proprie della vita adulta. Egli si assenta continuamente dal lavoro, inventando di volta in volta nuove scuse ed impedimenti medici che gli diano il permesso di poter rimanere a casa a poltrire, così come si dimostra essere assolutamente incapace di mantenere in piedi la propria relazione amorosa con la bella Becca, con la quale ha costruito una relazione basata su numerose frottole che lo aiutino a nascondere la sua assoluta incapacità di affrontare la vita.
Ma un giorno, la vita di Daniel cambia radicalmente per mano di Iain Glennis, ignorante medico di professione e co-protagonista delle assurde vicende che la serie intende raccontare.
Daniel ha infatti la (s)fortuna di incontrare l’oncologo di eccezione durante un’ordinaria visita medica, a lui utile per poter provare che il suo fasullo dolore al polso destro continua a persistere, nell’intento di poter continuare a rimanere a casa per qualche ulteriore settimana.
Ma contro ogni sua aspettativa, al suo cospetto si ritrova un nuovo medico, che non solo lo meraviglia per la sua inadeguata presenza e sospettabile professionalità, ma sbaraglia il povero protagonista con una notizia a dir poco sconcertante. Non gli sarà infatti più necessario mentire all’ingenuo capoufficio Micheal sulla propria condizione di salute, perché questa volta una reale e permanente condizione medica gli è stata diagnosticata: Daniel ha infatti contratto un lancinante cancro all’asnofago (o esofago per coloro che veramente hanno qualche conoscenza nell’ambito medico), con un’aspettativa di vita pari a 6 mesi.
Ed è così che Daniel, dopo due anni trascorsi a raccontare qualsiasi tipo di menzogna che gli potesse permettere di assentarsi senza pesanti ripercussioni, ha finalmente trovato il modo per poter continuare a poltrire senza alcuno stress da lavoro; fino a quando la malattia non gli farà esalare il suo ultimo respiro, s’intende.
Non tutto il male viene per nuocere
Il dramma trova tuttavia una veloce risoluzione: dopo poco più di un giorno dalla raccapricciante scoperta, Daniel riceve infatti una telefonata del dottor Glennis, il quale gli spiega di aver commesso un grave errore e di aver sbagliato la diagnosi del tumore.
In quelle poche ore, però, il protagonista aveva avuto giusto il tempo necessario per poter avvisare chiunque facesse parte della sua vita: dai suoi genitori, alla ex-fidanzata Becca fino ai suoi superiori e a tutti i colleghi della compagnia assicurativa di cui si trovava ad essere un dipendente.
Ma, nonostante la terribile notizia, Daniel si rende presto conto che la sua vita ha ottenuto un miglioramento inaspettato: i freddi genitori dimostrano un inedito amore nei suoi confronti, così come Becca decide di riaccoglierlo nella sua vita dopo che aveva scelto di tagliare i rapporti cacciandolo di casa, nel pietoso intento di stargli accanto durante questo difficile momento. Inoltre, Daniel riesce addirittura a salvare permanentemente il posto di lavoro presso l’agenzia We Care proprio grazie al suo presunto tumore, nonostante la recente notifica che il contratto non gli sarebbe stato rinnovato a causa delle sue numerose assenze e la sua evidente improduttività.
Ed è così che, considerati i nuovi eventi che gli hanno dato finalmente modo di conquistare gli affetti e la gradita occupazione lavorativa, Daniel sceglie di non rendere nota la sua vera condizione di salute e preferisce inscenare una nuova bugia dalle sproporzionate dimensioni e plausibili gravi ripercussioni.
Ma in questa nuova avventura, all’insegna della frode e dell’inganno, Daniel non s’imbarca da solo: ad essere suo fidato compagno di viaggio sarà l’incapace dottor Glennis, che se fino ad ora era riuscito a scampare alla giustizio mantenendo il proprio nome nell’albo dei medici, ora deve fare i conti con le necessità e le pretese del suo paziente, nelle cui mani giace la possibilità di poter continuare a professare il proprio mestiere.
https://www.youtube.com/watch?v=asjnvrxo08o
Purtroppo il trailer in lingua italiana non risulta essere attualmente disponibile su internet, ma solo sulla piattaforma Netflix
I perfetti presupposti per un’indimenticabile black comedy all’inglese
Ed è così che questo viaggio verso i mari dell’assurdo ha finalmente inizio, con due titaniche bugie al timone dello sgangherato vascello che i due protagonisti si ritrovano a veleggiare.
In sole due stagioni, le vicende narrate dai registi Matt Lipsey e Chadwick riescono a sbalordire e disorientare lo spettatore, come poche serie negli ultimi tempi sono state, a mio parere, in grado di fare.
“Sick Note” risulta infatti essere una black comedy che rispecchia a pieno la definizione del genere cinematografico, mettendo in scena vicende provocatorie e paradossali in modo talmente esilarante e al contempo irriverente che difficilmente saprà deludere gli amanti del genere.
Ma non solo, da premiare è anche l’attenzione alla caratterizzazione e all’unicità delle figure che si avvicendano via via sullo schermo: se Daniel Glass è l’impersonificazione dell’inettitudine e il dottor Iain Glennis quello di una sanità più malata dei pazienti stessi, i personaggi che fanno da cornice e complicano le vicende truffaldine dei due protagonisti non sono altro che ulteriori stereotipi di prototipi presenti nella nostra società.
È così che si ha Kenny West, sfacciato imprenditore che ha reso la sua superbia e prepotenza i mezzi del successo nel suo ruolo di capo dell’agenzia We Care. Un personaggio controverso e certamente parodico, una perfetta scimmiottatura del potente uomo occidentale che vive di arroganza, maschilismo e suprematismo.
Ma l’ineluttabile repulsione suscitata dall’antagonismo del signor West non risulta essere esclusiva: a parte i due protagonisti principali, che col passare del tempo conquisteranno inevitabilmente il cuore degli spettatori nonostante gli evidenti difetti, tutti i personaggi di questa classica black comedy all’inglese sono estremamente negativi, attirando, in un modo o nell’altro, le antipatie del pubblico.
Perché i cosiddetti “cattivi” non sono semplicemente coloro che ingannano tramite una ridimensionata bugia bianca, e Sick Note evidenzia le varie sfaccettature del male agire in modo eccezionale.
A farla da padrone è sicuramente l’umorismo inglese, ma anche il coraggio di fare della commedia su temi piuttosto delicati o addirittura tabù per la nostra società; quali, ad esempio, il già citato tumore, la depressione e l’ipersessualità, caratteristica peculiare di uno dei protagonisti principali.
Ma non solo: il no-sense è un’altra autorità assoluta all’interno della serie, elemento che a mio parere rende il marasma inscenato a prova di incontrollabili risate.
Più volte, a tale proposito, vi ritroverete ad esordire con un “no, non è possibile!” durante la visione di alcune delle vicende inscenate, a dir poco inconcepibili e assurde secondo la comune concezione.
Ma, a mio avviso, è proprio l’assenza dei limiti razionali e la regnante follia degli episodi narrati a rendere la serie così accattivante e spassosa.
La prova che non tutte le bugie hanno le gambe corte…
Ma ciò che più sorprende, è che la bugia cardine della disastrosa avventura è proprio ciò che permette a Daniel e al dottor Glennis di continuare la loro assurda alleanza per due intere stagioni, nonostante i vari eventi che metteranno in pericolo non solo i rapporti sociali e lavorativi, ma addirittura la vita dei due protagonisti.
La menzogna inscenata continuerà per l’appunto a celare in modo indisturbato la verità sull’effettivo stato di salute di Daniel e l’incapacità professionale di Iain.
Tante saranno le volte in cui l’improbabile duo sarà sospettato o accusato di qualcosa di losco, e ancora di più le volte in cui i due personaggi si ritroveranno costretti ad essere protagonisti di paradossali gag comiche nel tentativo di nascondere prove e testimoni; eppure l’inganno ordito verrà quasi sempre salvato dall’intervento della pericolosa verità.
Ed è così che Sick Note sbugiarda a pieno tutti coloro che negli anni hanno tentato di convincermi dell’assoluta inefficacia e fragilità delle bugie: d’altronde le gambe della menzogna sul tumore all’esofago di Daniel risultano essere tutt’altro che corte; anzi, la loro chilometricità permette ai due anti-eroi di farla franca nonostante le surreali disavventure, e di poter continuare a vivere la propria mediocre esistenza quasi indisturbati.
E se ce l’hanno fatta loro, perché non potrei farcela anch’io?
La Recensione
Sick Note
"Sick Note" è un'esilarante serie comedy britannica, che incarna alla perfezione il black humor nei provocanti toni di sfida alla comune morale. Data la brevità delle sue puntate e ai continui colpi di scena che concludono gli episodi, la serie risulta essere facilmente fruibile da qualsiasi tipo di spettatore, che si ritroverà a guardare senza sosta due intere stagioni senza alcuna concezione del tempo e dello spazio. Senza dimenticare che è una serie che fa veramente ridere a crepapelle per le assurde e imbarazzanti vicende inscenate.