E’ un po’ di tempo che siete alla ricerca di un anime breve ma intenso che vi tenga incollati allo schermo? “Beastars” è sicuramente ciò che fa per voi. Su Netflix a partire dallo scorso 13 marzo, “Beastars” è l’adattamento animato dell’omonimo manga creato dalla penna di Paru Itagaki, pubblicato dal 2016 e già vincitore di numerosi premi e riconoscimenti.
Categoria shōnen , “Beastars” è quel tipo di anime che nel bene o nel male si fa notare immediatamente: datemi retta, è diverso da qualsiasi cosa abbiate mai visto prima. Sì, perchè la storia è ambientata in universo in cui le persone…sono in realtà sostituite da animali. Un mondo dunque dominato da bestie di ogni tipo che hanno tipici comportamenti umani – che quindi vanno a scuola, al lavoro, stanno con gli amici, hanno hobby e relazioni.
Qualcuno di voi potrebbe già aver fatto un interessante quanto inevitabile parallel con la storia della Disney “Zootropolis“, film del 2016 che si è anche aggiudicato l’ambito premio Oscar. L’idea di fondo infatti è estremamente simile: complice il fatto che forse, a volte, per noi umani, è più semplice parlare di noi stessi e dei nostri comportamenti quando non ci rappresentiamo come tali.
Perchè questo è, del tutto o in parte, l’ingrato compito di “Beastars”: una storia che si fa coraggiosamente specchio della società in cui viviamo, in cui prede e predatori vivono insieme in un fragile equilibrio che potrebbe spezzarsi al minimo cambiamento, da un momento all’altro. Un mondo in cui carnivori ed erbivori convivono pacificamente finché non succede qualcosa che smaschera l’eterna finzione a cui tutti cercano di sottostare, in un racconto che sceglie di porre al centro una parola con cui forse non abbiamo ancora imparato a convivere del tutto: il pregiudizio.
Un anime che, per questa e molte altre ragioni, consiglio caldamente di guardare.
Scopriamo perchè!
Partiamo dal presupposto che siamo al cospetto di una società nettamente divisa tra quelli che sono gli erbivori e quelli invece che sono carnivori. Da una parte le prede, dall’altra i predatori. Questo lo spettatore lo scopre nel giro di qualche minuto, perchè già in partenza “Beastars” comincia mettendoci sul piatto il fatto che Tem, un alpaca, viene sbranato da un misterioso carnivoro all’istituto superiore Cherryton, all’interno del quale si svolgerà buona parte della nostra storia.
Le voci si espandono a macchia d’olio e proprio così la paura che dunque a scuola si aggiri un pericoloso predatore. Non solo, esattamente come ognuno di noi è abituato a fare, si fa dell’erba un fascio e diventa sempre più forte le convinzione che i carnivori siano tutti pericolosi e potenzialmente colpevoli. Proprio in questa già fragile situazione ci viene presentato il nostro protagonista: il grande e grosso lupo grigio Legoshi, carnivoro sulla carta d’identità (che diventerà anche l’interessante mezzo di cui la serie si serve per separare a metà gli episodi) eppure estremamente tranquillo e docile con chiunque incontri, primi fra tutti, gli erbivori stessi.
La storia di Legoshi ha inizio in una notte di luna piena quando, mentre sta facendo la guardia a un gruppo di teatranti che sta facendo le prove, viene assalito da un istinto primordiale dopo aver sentito l’odore di una possibile piccola preda: una coniglietta. Piegato dal suo vero essere e dalla sua natura, Legoshi attacca la coniglietta catturandola in una morsa infrangibile, almeno fino al momento in cui si risveglia, torna in sé stesso e la lascia andare.
Legoshi è dilaniato dai sensi di colpa: da un lato, si odia per aver cercato di divorare un piccolo animale, anche se dall’altro si rende perfettamente conto che questo è il lato che più rispecchia la sua natura di lupo. Aspetto che gli viene continuamente ricordato da Louis, un affabile cervo rosso amato da tutti gli studenti che vuole diventare a tutti i costi il nuovo Beastar, cioè la figura che all’interno dell’istituto scolastico si pone come rappresentante per far mantenere la pace tra le varie specie. Talentuoso, ambizioso e perennemente alla ricerca di migliorare – ma inevitabilmente erbivoro, quindi ai suoi stessi occhi debole – Louis non riesce a sopportare che un essere superiore e forte come Legoshi si comporti così docilmente, e lo sprona in tutti i modi a non celare il suo vero essere.
Per questo i due sviluppano un complicato rapporto che li spingerà ad avvicinarli durante le prove di teatro: Legoshi è un semplice tecnino, Louis è l’attore di punta. Ma è qui che entra in gioco quello che possiamo definire come il vero elemento sorpresa di questa serie.
Haru è una piccola coniglietta che fa da responsabile al club del giardinaggio. Se ne occupa da sola da diverso tempo e non ha amici: questo perché a scuola girano voci degradanti sul suo conto che spingono tutti gli animali a starle alla larga. Questo però cambia il giorno in cui Legoshi, per una commissione, è costretto a recarsi al club di giardinaggio e se la trova davanti, riconoscendola come la coniglietta che aveva quasi divorato. Haru non sembra ricordare l’accaduto, nè pare tantomeno intimidita dalla presenza dell’enorme Legoshi, al quale si offre spogliandosi senza inibizioni dopo qualche parola che scambiano circondati dai fiori di cui la coniglietta si prende cura.
Legoshi non ha mai avuto una ragazza e ingenuamente non capisce le intenzioni di Haru, che respinge coprendola con generosità e scappando via. Un gesto che sconvolge la vita di entrambi: Haru è abituata a donare il suo corpo perchè crede sia l’unico modo di sentirsi più che una piccola coniglietta indifesa; Legoshi si rende conto che contro ogni probabilità, crede di provare qualcosa per un animale che ha quasi ucciso.
Da qui comincia per entrambi i personaggi un viaggio alla scoperta di se stessi, della propria natura e delle conseguenze a cui tutto questo potrebbe portare. Legoshi da sempre combatte l’istinto di lupo grigio, nasconde il predatore dietro una timidezza e una bontà che non sfuggono ad Haru che, essendo nata come uno degli animali più piccoli e indifesi, non può fare a meno che temerlo. Una storia d’amore che non si pone come completa novità, con un predatore che si innamora della preda (basti pensare al famosissimo Twilight in cui “il leone si innamorò dell’agnello”) ma che stravolge tutto ciò a cui siamo abituati mostrandoci la natura delle cose in tutta la loro brutalità.
Perchè se da una parte è vero che sembra impossibile che un lupo si innamori di una coniglietta, “Beastars” ci rende visibile e chiaro invece che questo accade, proprio sotto i nostri occhi, e contro ogni aspettativa. Perchè non possiamo scegliere chi amare, non possiamo scegliere se nascere come prede o predatori, ma sicuramente possiamo scegliere da che parte stare e come comportarci. E quest’anime tenta di farci capire che non vale la pena stare tra quelli che giudicano.
“Beastars”: un originale specchio della nostra società
Ciò che rende questo anime estremamente originale nella sua diversità, è sicuramente il fatto che riesca, utilizzando per lo più personaggi non umani – anche se umanizzati – a parlare della società nella quale viviamo meglio di quanto lo facciano forse i prodotti che hanno come protagonisti personaggi normalissimi.
Prede e predatori vivono accanto ogni giorno, anche nella nostra società. I pregiudizi si infilano nelle menti delle persone, impedendoci di vedere chiaramente chi abbiamo di fronte, spesso portandoci a decidere solo dall’aspetto di qualcuno che sia “buono” o “cattivo”. Proprio su questo fragile equilibrio poggia la storia di “Beastars”: secondo la storia e una concezione comune, i carnivori sono cattivi e gli erbivori sono buoni. I primi sono pericolosi predatori mentre i secondi sono indifesi e costretti a combattere per sopravvivere, in un mondo in cui si cercando di nascondere le apparenze dietro maschere ancora più spesse di quelle indossate dai nostri protagonisti durante il loro laboratorio teatrale.
E proprio qui nascono le scorciatoie. Alcuni carnivori, abbracciando la loro vera natura, bevono il sangue degli erbivori cedendo alle tentazioni del mercato nero – una delle parti più oscure e interessanti dell’intero anime – mentre gli erbivori, dall’altra parte, per sopravvivere devono rinnegare la loro natura diventando aggressivi e imparando a combattere – così come ha fatto Louis.
Ma proprio queste battaglie interiori rendono la storia dei nostri personaggi così vivida e appassionante. Haru è stanca di essere trattata come l’animale indifeso che è, ma vuole essere vista come la persona che è davvero, che non è dettata dal corpo che indossa; Louis è nato come erbivoro ma, come ci insegna il suo passato (forse il più sconvolgente tra quelli che ci vengono fatti vedere) ha dovuto imparare a combattere fin da piccolo per vivere ed avere rispetto; mentre Legoshi, nato con il corpo di un predatore enorme e spaventoso, cerca in tutti i modi di essere gentile, di aiutare, ascoltare e comprendere gli altri.
“Beastars” è tante cose: è una storia su di noi, sul mondo in cui viviamo, sulle differenze che esistono e che ogni giorno scegliamo di vedere e di giudicare. E’ anche una storia d’amore, per quanto bizzarra, tra un lupo e una coniglietta che prima vede come sua preda e di cui inevitabilmente finisce per innamorarsi. E’ una storia di accettazione e consapevolezza studiata con intelligenza e animata ancora meglio, grazie al magnifico lavoro dello studio Orange Animation, che ancora una volta si dimostra pioniere nel campo dell’animazione 3D.
Insomma, dovete guardarlo. Per la storia, per i personaggi, perchè più di tutto insegna qualcosa. E poi perchè vi innamorerete della sigla di apertura!
E voi, avete visto “Beastars”? Vi è piaciuto? Fatemi sapere nei commenti!
La Recensione
Beastars: la recensione
"Beastars" è una perfetta alquanto bizzarra rappresentazione della società in cui viviamo oggi, in cui prede e predatori si mischiano e si nascondono dietro spesse maschere. Lo studio Orange Animation fa un lavoro ottimo con l'animazione 3D che crea una storia solida e indimenticabile, ricca di personaggi che non possono fare a meno di rimanere sotto la pelle.