Il 17 giugno 1985, esattamente 35 anni fa, veniva pubblicato “Misplaced Childhood” dei Marillion, un disco che a tutt’oggi rimane l’album più significativo della band britannica. La popolarità dell’album cambiò le sorti del gruppo, e a sottolinearlo sono le stesse parole rilasciate dal tastierista Mark Kelly: “È stato quest’album a salvarci.”
I Marillion con il loro terzo album in studio compirono un vero e proprio cambio di rotta stilistica diventando più incisivi dal punto di vista della composizione, e proiettandosi sulla scena dei gruppi progressive di nuova generazione, tipicamente fondati da musicisti che cercavano di emularne lo stile dei gruppi fondatori del sottogenere cardine del decennio precedente.
La differenza sostanziale che crea un gap estetico tra la scuola del prog anni Settanta e la band nata verso la fine degli anni Ottanta fu lo speciale adattamento dei nuovi concept album ai canali di distruzione musicale in auge alla fine di quegli anni. Dal punto di vista musicale, ma anche mediatico, “Misplaced Chilhood” fa da spartiacque tra la vecchia e la nuova scuola del progressive rock, poiché da un lato può essere inteso come la riproduzione di una lunghissima suite, sul modello creato dalla scena di Canterbury, dall’altro invece si adatta bene alla sequenza di brani con una media di quattro minuti, e quindi facilmente trasmissibili da emittenti televisivi come la neonata MTV e dalle radio.
Come risultato finale il disco regalò un successo unico alla band britannica tanto da essere addirittura accostata ai Genesis.
“Mispaced Childhood” è un concentrato di 41 minuti in cui i Marillion raccontano una storia piena di emozioni, poesia e, soprattutto, drammaticità. L’album è un’opera rock che si costituisce nel suo divenire, mutando man mano che le sue tracce trovano un collegamento, anche su motivi ripetuti o passaggi strumentali ricorrenti, che costituiscono la struttura dei numerosi leitmotive ideati dalla band.
Durante le numerose interviste a mass media, Fish racconta che l’idea di incidere “Misplaced Childhood” è nata nel bel mezzo di un viaggio psichedelico sotto effetto di LSD. Il cantante era tornato ad Aylesbury, la sua città natale nel Buckinghamshire, alla fine del tour di “Fugazi”, il secondo album in studio dei Marillion, decisamente sfinito, ma “sapendo che c’era in cantiere un terzo album difficile da scrivere”.
Poco dopo al suo indirizzo arrivò una lettera di una sua vecchia fidanzata che diceva:
“Penso che questo potrebbe piacerti, è un acido”. Una notte ero annoiato, seduto da solo, e quindi ne ho preso la metà”. Poi ho pensato: “Oh, questa è spazzatura, non funziona”, e ho preso l’altra metà. Sì, quel vecchio errore. Erano le sette in una calda serata estiva.”
Subito dopo Fish saltò in sella alla sua bicicletta e pedalò fino al cottage di Steve Rothery che era nelle vicinanze:
“A quei tempi, io e Fish eravamo in ottimi rapporti, gli unici due scapoli nella band ed abbiamo socializzato molto”.
Fish ricorda che una sera i due presero visione dell’adattamento cinematografico del romanzo di Thomas Hardy, “Tess Of The D’Urbervilles” che ispirò in parte i due membri dei Marillion. In definitiva, il tema che attraversa “Misplaced Childhood” è stato influenzato dal fluire degli eventi esistenziali: uno sguardo indietro all’infanzia svanita con il passare degli anni; il brivido e la conseguente pressione di essere protagonisti di una rock band; e la recente fine del rapporto amoroso tra Fish e Kay, che ha dato vita alla celebre “Kayleigh”.
Le sessioni di incisione di “Misplaced Childhood” iniziarono nell’autunno del 1984 a Barwell Court, una fredda villa vittoriana situata a Chessington, nel Surrey. A Barwell Court, la band fu anche presentata al loro storico produttore, Chris Kimsey. Kimsey vantava eccellenti collaborazioni con Peter Frampton in “Frampton Comes Alive” e con i Rolling Stones in “Some Girls”.
“Non conoscevo affatto i Marillion”, affermò Kimsey dopo qualche anno. “Ma il loro uomo di A&R, David Munns, era un mio caro amico e mi ha detto di tenerli d’occhio. Sono andato alle sessioni di scrittura al Barwell Court e mi sono subito innamorato di loro”.
Fu proprio a Barwell Court che i Marillion composero sulla base del memorabile riff di chitarra ideato da Rothery la famosa Kayleigh. Inizialmente, Kayleigh era considerata solo un altro capitolo della storia dell’”infanzia fuori luogo” di Fish, ma fu il brano che determinò l’ascesa del gruppo.
Dopo l’intro evanescente di “Pseudo Silk Kimono” vengono narrate le storie d’amore finemente avvolte nei successi crossover di “Kayleigh” e “Lavander”. Il disco continua con “Bitter Suite”, una raccolta di cinque tracce concise che conduce al cuore del dramma infantile. “Heart Of Lothian” apre uno spiraglio alla serenità, ma come in presenza di un vortice, inesorabilmente emergono le tortuosità di “Blind Curve” la successiva micro-suite. Mentre la suspense raggiunge la risoluzione, l’attesa svanisce attraverso due inni al climax come “Childhoods End?” e “White Feather” che chiudono in bellezza l’iperbolica storia narrata dai Marillion.
“Misplaced Childhood” nel giro di un anno vendette 1,5 milioni di copie e divenne disco di platino. Ascoltando “Misplaced Childhood” la narrazione piuttosto portentosa caratterizzata da una tematica esistenziale e da uno stile innovativo celebra il sagace lavoro dei Marillion, che in questo disco ottimizzarono al meglio il loro sound diventando più “accessibili” e raffinando eccellentemente tutti i punti spigolosi dei lavori precedenti.
Come ammise lo stesso Fish:
“Con Misplaced Childhood avevo iniziato ad allontanarmi da quel falsetto forzato e stavo trovando la mia vera voce”.
La tracklist di “Misplaced Childhood”:
- Pseudo Silk Kimono – 2:13
- Kayleigh– 4:03
- Lavender– 2:27
- Bitter Suite – 5:53
- I. Brief Encounter
- II. Lost Weekend
- III. Blue Angel
- IV. Misplaced Rendevous
- V. Windswept Thumb
- Heart of Lothian– 6:02
- I. Wide Boy
- II. Curtain Call
- Waterhole (Expresso Bongo) – 2:12
- Lords of the Backstage – 1:52
- Blind Curve – 9:29
- I. Vocal Under a Bloodlight
- II. Passing Strangers
- III. Mylo
- IV. Perimeter Walk
- V. Threshold
- Childhoods End? – 4:32
- White Feather – 2:23