Dopo una lunga attesa, finalmente su Netflix arriva Offerta alla Tormenta del regista Fernando González Molina e di conseguenza la nostra recensione del film, il terzo capitolo della famosa Trilogia del Baztan della scrittrice Dolores Redondo.
Strettamente legato ai due film precedenti, intitolati Il guardiano invisibile e Inciso nelle ossa, il film Offerta alla Tormenta è il capitolo conclusivo della storia, quello in cui tutti i nodi vengono al pettine, tutto ciò che era rimasto in sospeso nelle precedenti trame viene spiegato e reso chiaro.
Personalmente posso dire che la lunghezza del film e la quantità di dettagli delle indagini (che per quanto possano essere scioccanti per la protagonista, risultano in ultima analisi abbastanza prevedibili per lo spettatore) mi ha fatto pesare un po’ la visione, ma è pur vero che, dopo aver seguito i primi due film, non potevo perdermi proprio il finale! Quindi, se hai amato i primi due capitoli della trilogia e sei curioso di capire come va a finire, non ti resta che accendere Netflix e premere play!
Prima di puntare però sulla recensione di Offerta alla Tormenta, sarebbe meglio fare un veloce ricapitolo della storia di Amaia Salazar, la detective protagonista della trilogia, dal passato misterioso e dal presente bello incasinato.
Cosa succede nei capitoli precedenti di Offerta alla Tormenta?
Se non hai ancora visto i primi due film Il guardiano invisibile e Inciso nelle ossa, non proseguire con la lettura, perché ci saranno diversi spoiler!
La protagonista Amaia Salazar, ispettore capo e detective, segue un’importante indagine che la riporta nella Valle del Baztan, la zona nella quale è cresciuta, in particolar modo a Elizondo. Gli atroci crimini dei quali segue le piste, sono tutti a danno di bambine neonate, e ben presto si scopre che dietro a queste misteriose morti (per lo più morti in culla) si cela una macabra organizzazione fatta di sette diaboliche che coinvolgono decine e decine di persone del posto.
Man mano che le indagini proseguono, Amaia scopre di essere coinvolta in prima persona per via del suo oscuro e misterioso passato, soprattutto attraverso la storia di sua madre Rosario, malata di mente dal passato ricco di enigmi.
Ben presto si scopre che le uccisioni dei bambini sono da riportare ad un’antica “religione” presente nella Valle da tempi antichissimi, che prevede l’esistenza di streghe e demoni ai quali donare piccoli e indifesi sacrifici umani. L’organizzazione ha radici antiche e coinvolge più persone di quante se ne possa immaginare, compresa Rosario, la madre di Amaia, che dopo aver dato alla luce due gemelle, ne sacrifica una proprio in nome di questo macabro credo. Si tratta della sorella gemella di Amaia, che la detective non sapeva nemmeno di avere…
Rosario, rinchiusa in un istituto di igiene mentale, riesce a scappare e a rapire il neonato figlio di Amaia. Sta quasi per sacrificarlo, offrendolo ai demoni per chiudere il suo debito, quando Amaia interviene e salva il bambino. Rosario sparisce, e di lei verrà ritrovato solo il soprabito in un canale, che farà credere a tutti che sia morta.
Ed eccoci arrivati al finale della storia…
Non convinta della morte di sua madre, della quale non è stato mai ritrovato il cadavere, Amaia non ferma le sue indagini, convinta che ci siano ancora troppe cose da scoprire e riportare a galla.
Non sarò io a rivelarti cosa accadrà nel film, ovviamente, ma sappi che la tenacia di Amaia nello scoprire la verità, riporterà a galla ancora più dettagli e particolari della macabra organizzazione della setta che si scoprirà legata al demone Inguma, colui che “ruba il respiro”, come spiegano i più anziani. L’organizzazione legata a queste pratiche esoteriche arriverà a coinvolgere le persone più insospettabili di Elizondo!
Accanto alla parte più specificatamente crime, legata alle indagini della detective in questo sostrato magico ed esoterico, non mancherà il lato più passionale e amoroso di Amaia, che si mosterà in tutte le sue sfumature di personaggio coraggioso, forte ma allo stesso tempo fragile, corretto ma confuso dalle spire dell’istinto e della passione; madre, donna, sorella e figlia… un personaggio a tutto tondo che saprà appassionarti e tenerti incollato allo schermo.
Perché guardare Offerta alla Tormenta e perché non farlo
La prima cosa che rende molto interessante l’intera Trilogia del Baztan è di sicuro la base narrativa dalla quale nasce. I libri di Dolores Redondo sono infatti carichi di dettagli e perfetti nel descrivere lo spaccato psicologico della protagonista Amaia e dei vari personaggi che ha intorno, e offre una base davvero forte per il film, che diventa una vera e propria saga per Netflix.
l tratto caratteristico della storia sta nel saper mescolare alla perfezione le indagini di un cruento thriller, alle credenze popolari legate all’entroterra spagnolo, che danno ai tre film, e a Offerta alla Tormenta, un’ambientazione e un tema davvero molto originali e particolari. La freddezza della scienza e delle indagini scientifiche, si mescola con gli umori e gli istinti antichi, fatti di credenze, riti e terribili organizzazioni magiche. L’insieme di questi due aspetti rimane, a mio avviso, la particolarità più importante che possa spingerti a vedere questa trilogia.
Offerta alla Tormenta si mantiene salda a questo stile, legata a doppia mandata ai precedenti due capitoli, e vederlo senza le parti precedenti non avrebbe in ogni caso molto senso. Ti consiglio quindi di vedere Offerta alla Tormenta dopo i precedenti capitoli e soprattutto per dare un senso di totale completezza alla storia che, in Inciso nelle ossa rimane davvero sospesa in un finale troppo aperto e poco soddisfacente.
Quello che ho trovato di negativo in Offerta alla Tormenta, e che accennavo già all’inizio delle recensione, è che nonostante le rivelazioni finali siano numerose e dettagliate, non sono realmente sorprendenti, anzi, risultano essere assolutamente prevedibili. In ciò la storia pecca di non originalità, o comunque rimane tiepida senza sconvolgere lo spettatore e le sue aspettative. Non è per forza un difetto grave, per un film, ma di sicuro non è nemmeno quella marcia in più che rende un buon film un vero capolavoro.
Rimane interessante la fotografia, che in alcuni punti si fa protagonista attraverso colori forti, di un rosso acceso come il sangue, e delinea spazi e paesaggi permeandoli della magia e del misticismo propri della storia.
Una regia per Fernando González Molina molto standard, ma comunque piacevole ed incentrata più che altro sulla resa attorica, sulla recitazione dei personaggi protagonisti, in particolar modo quello di Amaia, interpretata ancora una volta dall’attrice Marta Etura, Interessante anche, in questo terzo capitolo, il personaggio del magistrato Juez Markina, interpretato da Leonardo Sbaraglia, che avrà un ruolo molto importante.
Per concludere, il film Offerta alla Tormenta è un film piacevole, da guardare soprattutto perché porta a compimento le linee narrative iniziate nei precedenti capitoli della saga, ma che sostanzialmente non sorprende più di tanto e non entusiasma. Un buon finale per la trilogia, senza infamia e senza lode, che trae la sua forza più negli aspetti esoterici e misteriosi della tradizione basca che nel semplice caso da risolvere. Sotto quell’unico aspetto, sarebbe un banale thriller senza alcun elemento o struttura originale al genere stesso.
E tu hai visto Offerta alla Tormenta? Lascia un commento alla fine dell’articolo per farmi sapere cosa ne pensi del film e sei d’accordo con la mia recensione.
La Recensione
Offerta alla Tormenta
Terzo capitolo della Trilogia del Baztan, Offerta alla Tormenta offre il perfetto finale della storia legata ad Amaia Salazar e all'intricato caso che sta seguendo, tra crime ed esoterismo...
PRO
- Minuzia di dettagli
- Fotografia
CONTRO
- Finale prevedibile