Quando pensiamo a Yes Day ci viene subito in mente la commedia Yes Man. Entrambe, seppur diverse, legano i loro protagonisti a un impegno temporaneo che cambia la loro vita. Miguel Arteta in Yes Day capovolge in tutto e per tutto la vita dei suoi personaggi.
Jennifer Garner recita nei panni di Allison Torres, una severa mamma i cui figli vedono come una fan di Hitler e Stalin. Solo perché lei dice no sempre a tutto. Ma ci sta dire di no… dato che impedisce ai figli di legarsi a razzi improvvisati o di infilare le dita nelle prese elettriche. Nel frattempo, il marito di Allison, Carlos (Édgar Ramírez), assume comodamente il ruolo di “papà buono”, e i bambini lo considerano un santo… anche se nel suo lavoro interpreta il ruolo di controllore cattivo. Però in famiglia non ama prendere posizioni di sfavore.
Stanca della sua reputazione di guastafeste, Allison propone “il giorno dei si” ai bambini. Questo significa che per ventiquattro ore lei non potrà dire “no” a nessuna delle loro richieste, a condizione che non siano illegali e non possano far male a nessuno. Naturalmente, non passa molto tempo prima che i bambini scatenino il caos assoluto.
Dopo un pomeriggio di divertimento semi-innocuo, che comprende mangiare un enorme porzione di gelato, giocare una partita di paintball e passare attraverso un autolavaggio con i finestrini abbassati, Allison litiga con la figlia Katie (Jenna Ortega) e gli dice che non può andare al concerto con le sue amiche, perché teme che i ragazzi più grandi potrebbero approfittarsi di lei. Katie è furiosa e dice a sua madre che non ha più bisogno di lei. L’adolescente se ne va e, con i genitori in prigione, decide di andare al concerto.
Anche i fratelli più piccoli Nando (Julian Lerner) ed Ellie (Everly Carganilla) non se ne stanno tranquilli. Organizzano una “festa nerd”, dove insieme ai loro amici, conducono esperimenti scientifici pericolosi. Le cose sfuggono di mano quando i bambini fanno esplodere vulcani di schiuma in casa e commettono un disastro catastrofico. Nel mentre Allison si trova in una cella di prigione per aver litigato con un’altra signora per un gorilla di peluche alla fiera.
Alla fine la famiglia si riunisce in un modo che è a dir poco confortante.
Allison va al concerto per cercare Katie, e la figlia ammette che si sarebbe divertita di più se fossero andate insieme. E Carlos torna a casa per vedere lo stato disastroso e finalmente assume il ruolo di “poliziotto cattivo”, urlando a tutti i ragazzi di ripulire il casino che avevano fatto.
Nonostante il conflitto precedente, la famiglia ritrova la felicità. Finiscono per dormire tutti insieme in cortile, ed è chiaro che questo “giorno dei si”, anche se ha avuto i suoi momenti infruttuosi, ha portato dei benefici alla famiglia. Ovviamente, ciò che vuole insegnarci Yes Day è che la famiglia è importante… ma questo messaggio non dovrebbe sorprendere nessuno. Ciò che è interessante è che ogni membro della famiglia riceve una lezione unica tutta sua.
Evan ed Ellie vivono entrambi quella strana fase dell’infanzia in cui devono essere sempre controllati dai genitori in ogni occasione. Ma il “giorno dei sì” dà loro l’opportunità di avere qualche regola in meno. Ma quando la casa – senza la supervisione dei genitori – viene invasa e messa sottosopra, ne consegue il pandemonio. All’improvviso, i bambini si trovano in un disperato bisogno delle regole dei genitori. Fortunatamente, Carlos si precipita verso casa. Con una mossa del tutto insolita, alza la voce e ordina ai suoi figli e ai loro amici di riportare le cose come erano prima. Carlos è un bel personaggio di Yes Day dato che passa dall’essere un genitore dal “sì facile” a un genitore che sa dire pure di “no”. Gli è servita una situazione estrema come il “giorno dei sì” per imparare che ogni tanto bisogna saper dire di no ai propri bambini per essere un buon genitore.
Sebbene il “giorno dei sì” alla fine avvicini tutti i membri della famiglia, la riconciliazione più commovente è quella tra Allison e Katie. Quando Katie va al concerto senza la supervisione della mamma e si fa prendere dal panico, si rende conto che in realtà non è cresciuta così tanto per tenere alla larga sua mamma.
Per quanto riguarda Allison, anche lei ha finalmente il suo lieto fine. Riaccende la sua relazione con Katie al concerto e fa un qualcosa che lascia senza parole sua figlia… cioè cantare insieme alla popstar HER. I bambini imparano il valore dei loro genitori e, alla fine, Allison scopre che in realtà non deve cambiare molto per essere una brava mamma. Certo, può trarre vantaggio dal lasciarsi andare un po’ di più, ma ha sempre amato i suoi figli. Questo è ciò che conta.
Alla fine Yes Day dice al suo pubblico che il modo migliore per mostrare il proprio amore alla famiglia è rimanere fedeli a quello che si è mentre a volte bisogna anche adattarsi al contesto generale. Nel caso di Carlos, è possibile diventare una versione migliore di se stessi. E per quanto riguarda Evan, Ellie e Katie, è possibile mettere alla prova i propri limiti e imparare dai propri errori.