(ATTENZIONE! L’articolo sottostante contiene spoiler per chi non avesse visto la prima parte della quarta stagione di “Stranger Things”).
Uno dei personaggi maggiormente apprezzati dal pubblico nella quarta stagione di “Stranger Things” è indubbiamente Eddie Munson, il giovane metallaro amante dei giochi di ruolo e capobanda dell’Hellfire Club interpretato dall’attore Joseph Quinn.
Con i suoi modi eccentrici, la mancanza di interesse per la scuola e la fama di spacciatore di marijuana, Eddie è colui sul quale viene primariamente puntato il dito della colpevolezza per l’atroce morte della cheerleader Chrissy Cunningham.
Inizialmente accusato soltanto dai membri del club di basket, la sua apparente e ipotetica brutta reputazione giunge ben presto alle orecchie di tutta la cittadina di Hawkins: inizia così una vera e propria caccia all’uomo che porta il povero e innocente Eddie a cercare rifugio da quella società che già lo ha condannato a priori.
Tutta questa storia – attorno alla quale ruota una buona parte della prima tranche di episodi della quarta stagione della serie – non è stata però totalmente inventata.
Come dichiarato con un tweet di Netflix stesso, le vicende di Eddie e in generale del suo Hellfire Club, sono ispirate alla vera storia di Damien Echols e dei suoi due amici, Jessie Misskelley Jr. e Jason Baldwin, chiamati comunemente “I tre di West Memphis“, dei quali abbiamo già parlato in un articolo qualche tempo fa.
L’idea di introdurre nella serie un personaggio ispirato al caso Echols è nata nella mente dei Duffer Brothers (produttori e ideatori della serie) dopo aver visto il film “Paradise Lost“, che racconta proprio la storia dei Tre di West Memphis.
Ma chi era davvero Damien Echols? E cosa c’entra con il nostro Eddie Munson?
Facciamo un passo indietro.
Il 5 maggio 1993, in quel di West Memphis, venne denunciata la scomparsa del piccolo di otto anni Chris Byers (che poi, per pura coincidenza o forse no, è lo stesso cognome di Will di “Stranger Things”) e di suoi due compagni di classe.
Dopo ore di ricerche, vennero trovati i cadaveri dei tre bambini, nelle acque di un torrente cittadino: erano stati indubbiamente uccisi.
Le accuse ricaddero fin da subito su tre adolescenti del luogo: i sopracitati Echols (leader del gruppo), Misskelley e Baldwin.
Non che ci fossero prove a loro carico, neanche lontanamente; però i tre apparivano strani agli occhi dei cittadini “benpensanti” e tradizionalisti: vestivano sempre con borchie metalliche e abiti neri, amavano l’horror e il macabro, ostentavano rapporti anti-sociali.
Furono dunque accusati dall’opinione pubblica di satanismo e di omicidio del piccolo Chris e dei suoi due amici, e denunciati alle autorità, nonostante non c’entrassero nulla con quel triste evento.
Dovettero passare molti anni affinché i tre di West Memphis venissero dichiarati innocenti e scagionati.
(Per scoprire più nel dettaglio la loro storia, leggi questo articolo: “La storia vera dei Tre di West Memphis“)
Ecco dunque che ora si può chiaramente intravedere il filo conduttore che unisce Damien Echols e i suoi con Eddie Munson.
Un’altra vicenda di etichettamento, di pregiudizio e di superficialità, tre elementi che abbondano sempre di più, oggigiorno.
E non solo nelle serie tv.