Per tante buone ragioni non sono mai stato un fan di Tyler Perry. Eppure, ci sono tanti critici che apprezzano il suo lavoro. Così, quando ho premuto play su “A Jazzman’s Blues”, pensavo di criticare l’ennesimo lavoro di un regista che non ho mai ritenuto intrigante.
Ma “A Jazzman’s Blues” ha messo in mostra un lato di Perry che non si vedeva da quando ha debuttato per la prima volta col personaggio di Medea. Per esempio, ha scritto la sceneggiatura ventisette anni fa, quando aveva fame di cinema e stava ancora trovando la propria vocazione. Questo è ciò che succede quando si torna alle proprie radici. Netflix si è fatta avanti per dare a Perry un budget sontuoso così da realizzare il progetto dei suoi sogni.
“A Jazzman’s Blues” inizia nel 1987, quando un’anziana donna passa dall’ufficio di un avvocato razzista per denunciare un omicidio irrisolto avvenuto più di quarant’anni fa. Porge all’avvocato una pila di lettere come prova, e lui inizia a leggerle. Queste appartengono a Bayou (Joshua Boone), un povero e timido ragazzo della Georgia che viveva nel 1947. Veniva deriso dal suo feroce patrigno (E. Roger Mitchell) e dal suo fratellastro Willie Earl (Austin Scott) per la sua pelle scura, la sua apparente mancanza di intelligenza e la mancanza di talento (scopriremo in seguito che Bayou aveva una bella voce). Bayou era un cocco di mamma. E la madre Hattie Mae (Amirah Vann), che di notte cantava il blues e di giorno lavava il bucato della città, difendeva spesso il figlio incompreso.
Bayou, tuttavia, trova presto un altro spirito affine in questa affiatata comunità nera. Il suo nome è Leanne (Solea Pfeiffer). È bella, intelligente e gentile. Eppure, gli altri neri la prendono in giro con il nome “Secchio” perché sua madre l’ha lasciata sola come un secchio vuoto con un nonno violento. La coppia inizia a parlare e queste frequentazioni si evolvono e diventano ritrovi notturni clandestini tra gli alberi coperti di muschio. Queste scene, sebbene tenere, hanno un tono frastagliato.
Nella sua introduzione prima della proiezione del film, Perry ha spiegato che una conversazione franca con il leggendario drammaturgo August Wilson gli ha dato la spinta per scrivere “A Jazzman’s Blues”. E mentre l’ambientazione passa dalla Georgia a Chicago, vediamo Bayou unirsi a Willie Earl e al suo manager, e hai quasi la sensazione che questo sia il tentativo di Perry di replicare il “Ciclo di Pittsburgh” di Wilson, che ha anche delineato le lotte che i neri hanno dovuto affrontare durante la Grande Migrazione. A Chicago, i fratelli si esibiscono in una discoteca locale per il pubblico bianco. È qui che il budget del film prende il sopravvento: il montaggio di Maysie Hoy (una costante collaboratrice di Perry) diventa più nitido e pulito; gli arrangiamenti di Terrance Blanchard mescolati alla vivace coreografia di Debbie Allen si traducono in esibizioni incantevoli. L’unico inconveniente delle numerose interpretazioni del film è la frequenza con cui le luci e le inquadrature perdono Boone nelle interpretazioni.
Tuttavia, il riemergere di Leanne – che porta in rilievo tematiche come razzismo, la dipendenza e l’oppressione – da al film una marcia in più. E alla fine, quando Bayou e Leanne si riuniscono per il più breve dei minuti, puoi sentire il peso del loro amore attraverso le esibizioni calibrate e aperte di Boone e Pfeiffer.
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La Recensione
A Jazzman's Blues
Sebbene sia un progetto complessivamente incoerente, "A Jazzman's Blues" rimane uno dei migliori film di Tyler Perry fino ad oggi. Si appoggia efficacemente agli elementi musicali come espressione dello sviluppo della trama e del personaggio. Sfruttando ottimi elementi tecnici, dalla scenografia alla voce e alle composizioni delle canzoni, Perry realizza sequenze armoniose. Il regista porta lo spettatore a immaginare ciò che sarebbero potuti diventare questi amanti in un mondo meno odioso.
PRO
- Il migliore film di Perry
- Elementi tecnici sopraffini
CONTRO
- Perry come sempre trascura le vite dei personaggi, non fornendo tante risposte al pubblico
- Perché il nonno di Leanne era cattivo e offensivo? C'è poca o nessuna spiegazione per il suo comportamento
- Perché la madre di Leanne è così cattiva? Non ci sono retroscena su di lei
- La situazione con il padre di Bayou è molto confusa. Suo padre era davvero suo padre?
- Cosa è successo in seguito al fratello di Bayou, Ira e Citsy?
Film bellissimo, la storia è i personaggi ti entrano dentro grazie anche alle musiche. Davvero bello, lo consiglio
Ottima recitazione e ottimo film che però perde tantissimo per i costanti e innumerevoli buchi di trama e forzature. Si vede come l’idea in testa al regista non è riuscita a svilupparsi per spiegare agli spettatori quello che il regista sa. Peccato, una bella occasione mancata
Un film estremamente interessante dal punto di vista culturale, sociale e umano. Curato nei dettagli. Intrigante, emozionante, dal profondo valore morale.