L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ci ha dato una notizia un po’ orribile che però già circolava negli ambienti di medicina da oltre 30 anni. La carne rossa fa male! Cavolo, ma come si fa a dire di no ad una succulenta bistecca fiorentina?
In media un abitante che vive in Italia consuma circa 78 chili di carne rossa ogni anno – contro i 125 degli Stati Uniti – e togliere questo alimento da un giorno all’altro ai consumatori non è cosa da poco. Ma occorre fare chiarezza.
Sono state suddivise in 2 gruppi – che in pratica segnano il rischio di dannosità del prodotto – ed al gruppo 1 abbiamo le carni lavorate che come ben saprete sono gli insaccati come prosciutto, pancetta, wurstel, salsicce ecc… perché purtroppo per la loro conservazione vengono usati dei conservanti cancerogeni che sono i nitriti (E249-E250) e i nitrati (E251-E252). Per le aziende è stato più conveniente usare questo tipo di conservazione al posto di quelli naturali perché permettono di usare anche gli scarti del prodotto conferendogli maggior longevità nel tempo. Secondo alcuni studi fatti negli Stati Uniti, il consumo dei nitriti è molto dannoso e riduce il trasporto di ossigeno nel corpo e una volta arrivati nello stomaco si trasformano in nitrosammine, composti molto cancerogeni. Pensate che secondo gli stessi studi il consumo di insaccati aumenta il rischio – si parla del 29% – di contrarre il cancro alla vescica. Quindi durante l’acquisto il controllo degli ingredienti è d’obbligo.
Ma anche il Prosciutto di Parma fa male?
Spero di no, anche perché acquisto spesso il prosciutto dolce. Ho cercato un po’ sulla rete ed ho scoperto che a differenza di molti altri il Prosciutto di Parma è a lunga stagionatura e quindi non si tratta di carne trasformata. Si tratta di un prodotto DOP, altamente controllato e nella sua preparazione viene vietato l’uso di qualsiasi tipo di “conservante o additivo”. Il Prosciutto di Parma viene conservato al naturale quindi come altri prosciutti italiani di alta qualità non contiene conservanti.
Il prosciutto di Parma viene conservato al naturaleLa carne rossa invece viene inserita nel gruppo 2A e si sostiene che 50 mila persone muoiono all’anno a causa di un eccessivo consumo di carne rossa che genera il tumore. Ma se il dato all’inizio potrebbe spaventarvi è ridicolo se paragonato al numero dei morti causato dall’eccessivo consumo di tabacco o alcolici. Ecco qui il grafico che vi illuminerà meglio il tutto:
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Morti attribuiti al consumo di questi prodotti
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Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il consumo giornaliero di 50 grammi di carni lavorate fa aumentare il rischio di contrarre il cancro del 18 percento mentre il consumo quotidiano di 100 grammi di carni rosse lo fa aumentare del 17 percento. Ovviamente anche il tipo di cottura fa aumentare il rischi o di contrarre il cancro. Una fiamma elevata è sconsigliata per la cottura della carne perché produce sostante cancerogene come idrocarburi policiclici aromatici e ammine aromatiche eterocicliche.
Gli esperti comunque predicano calma e ci informano di limitare il consumo di carne rossa o lavorata ma di non abolirle completamente dalla nostra dieta anche perché ricche di vitamine e componenti che fanno bene al nostro organismo (vitamina B, ferro e zinco).
ma come si fa a vietare una Fiorentina così buona?E poi molti di questi studi vanno ancora esaminati bene
Pensate che i mongoli mangiano tantissima carne di Yak ma hanno un’incidenza di tumori al colon bassissima, il che significa che bisogna ancora valutare molte cose…
ma l’unica cosa che appare certa ai ricercatori è che le carni rosse sono piene di grassi animali che provocano uno stato infiammatorio cronico alzando i livelli di insulina e quindi a lungo andare anche il rischio di contrarre i tumori.
Io vi consiglierei di mangiare ugualmente un po’ di carne rossa, magari acquistandola da un macellaio di fiducia, cucinandola a temperature medie e limitandone il consumo e per la carne lavorata controllare se non vengono usati determinati conservanti che aumentano il rischio di contrarre il cancro.