Chi non conosce Alessandro Magno? Le sue gesta le abbiamo studiate nei libri di storia. Però ci sono cose sulla sua vita che in pochi conoscono e, la nuova serie Netflix dal titolo “Alessandro Magno: come nasce una leggenda“, prova a riempire questo vuoto. Ci sarà riuscita? Te lo dirò in questa recensione.
Su Netflix, si è assistito a un bel numero di docuserie che combinano interviste a esperti con ampie ricostruzioni sceneggiate. Questo formato ibrido mira a fornire contesto alle scene drammatiche che si svolgono, ma ciò che accade è che né gli esperti né il dramma ottengono abbastanza spazio per potersi pienamente esprimere. Anche la serie su Alessandro il Grande segue questo formato.
“Alessandro Magno: come nasce una leggenda” è una docuserie formata da 6 episodi che esamina l’ascesa di Alessandro il Grande dal suo breve esilio in Macedonia, a diventare il “re bambino” del paese a 20 anni, fino alla sua successiva conquista del vasto Impero Persiano. La storia è raccontata tramite interviste a esperti e ampie ricostruzioni sceneggiate.
Mentre assistiamo a scene reali che mostrano la dottoressa Calliope Limneos-Papakosta mentre presiede uno scavo archeologico ad Alessandria, scoprendo nuovi tesori del periodo di Alessandro, incontriamo Alessandro (Buck Braithwaite) in Illiria nel 334 a.C.; l’anno prima che si autoesiliasse dalla Macedonia. Lì, si associa con i suoi due più stretti confidenti: Tolomeo (Dino Kelly) ed Efestione (Will Stevens). Infatti, gli esperti discutono quanto Alessandro ed Efestione fossero vicini, spiegando che le relazioni omosessuali erano comuni nell’antica Grecia, e non c’era una vera distinzione tra coppie dello stesso sesso e coppie di sesso opposto.
Alessandro viene richiamato in Macedonia per partecipare al matrimonio di sua sorella. Suo padre, il re Filippo il Macedone (Christopher Sciueref), sta dando in sposa la sorella a un signore della guerra locale. Sua madre, Olimpiade (Kosha Engler), era la sovrana suprema su tutte le mogli di Filippo, e aveva molto influsso su Alessandro. Filippo parla di riconciliazione, ma viene accoltellato da una delle sue guardie prima della fine del ricevimento. Con la corona di suo padre quasi letteralmente messa sulla sua testa, Alessandro diventa il nuovo re e giura di combattere i Persiani, per lui i colpevoli dell’assassinio di suo padre.
Ho visto molte docuserie di questo tipo, e “Alessandro Magno: come nasce una leggenda” sembra fare un buon lavoro nel bilanciare le sequenze che ritraggono esperti che spiegano gli avvenimenti più importanti con le ricostruzioni drammatiche sceneggiate. Ma, proprio come le altre serie di questo tipo, ho pensato: “avrei creato una serie drammatica sulla vita di Alessandro Magno, sarebbe stato un dramma storico di assoluto spessore.”
Le interpretazioni, specialmente quella di Braithwaite nel ruolo di Alessandro, sono ben modulate e credibili. Ma, come ho sottolineato altre volte, utilizzare la narrazione basata su interviste per guidare le scene non dà a queste serie uno slancio narrativo.
La narrazione complessa e dettagliata della vita di Alessandro il Grande presenta una sfida notevole per chi non è profondamente versato nella storia greca. Data l’ampiezza e la complessità delle sue avventure, seguire i vari personaggi e i loro intrecci diventa complicato. Per esempio, nel corso di un episodio, ci viene rivelato il cambiamento di fedeltà di Attalo. Tuttavia, a causa delle molteplici svolte della trama, è facile perdere di vista il perché di tali cambiamenti, al punto che ho dovuto fermarmi un momento per ricordare le ragioni della sua morte e l’identità del suo assassino.
Inoltre, la trattazione della relazione tra Alessandro ed Efestione risente di questa frammentazione narrativa. La serie affronta il tema della fluidità sessuale nell’antica Grecia, mostrandoci momenti di intimità tra i due, ma resta incerto se questo aspetto verrà approfondito nei prossimi episodi. Questa storyline sembra inserita quasi per dovere di cronaca, senza che contribuisca in modo significativo alla trama principale che la serie vuole raccontare.
Per concludere questa recensione, “Alessandro Magno: come nasce una leggenda” è una delle serie ibride tra documentario e fiction più riuscite che ho visto negli ultimi anni, ma questo tipo di docuserie ibride sembrano sempre finire per essere insoddisfacenti da guardare. Cioè gli manca sempre quel qualcosa per farti dire wow. Piuttosto farei un documentario verticale o un dramma storico verticale. Però va beh, devo ammettere che questa docuserie non è affatto male.
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La Recensione
Alessandro Magno: come nasce una leggenda
"Alessandro Magno: come nasce una leggenda" su Netflix è un tentativo intrigante di esplorare la vita e le imprese di Alessandro il Grande, mescolando interviste a esperti con ricostruzioni sceneggiate. Questa docuserie in sei episodi ci porta dall'esilio di Alessandro dalla Macedonia, attraverso la sua ascesa a "re bambino" a soli 20 anni, fino alla conquista dell'Impero Persiano. Mentre seguiamo gli scavi archeologici di Calliope Limneos-Papakosta ad Alessandria, la serie ci introduce alle figure chiave della vita di Alessandro, come i suoi fidati Tolomeo ed Efestione, e approfondisce temi come le relazioni omosessuali nell'antica Grecia. Nonostante l'approccio equilibrato tra spiegazioni esperte e drammatizzazione, la serie lotta per mantenere un solido impulso narrativo e rendere chiare le complesse dinamiche storiche, lasciandoci maggiormente desiderosi di un approccio più focalizzato.
PRO
- Approfondisce la vita di Alessandro il Grande mescolando fatti storici con ricostruzioni coinvolgenti.
- Offre spunti sulle relazioni personali di Alessandro, esplorando aspetti meno noti della sua vita.
- Presenta ricerche archeologiche attuali, aggiungendo autenticità e contesto storico alla narrazione.
CONTRO
- Nonostante un buon equilibrio, la struttura ibrida può rendere la narrazione frammentata e meno coinvolgente.