La terza stagione di Attack On Titan (L’Attacco dei giganti, per noi, Shingeki no Kyojin in lingua originale) si è conclusa domenica 30 Giugno 2019, per alcuni di noi probabilmente il giorno seguente, visto l’arrivo dell’anime sulla piattaforma VVVVID soltanto lunedì.
Divisa in due parti, la terza stagione andava in onda ormai da un anno, dal 22 Luglio scorso. Quasi 12 mesi e 22 episodi dopo, ciò che ci lascia questa stagione è una montagna di rivelazioni che con tutta probabilità aspettavamo dai primissimi episodi.
Ma non è tutto. La terza stagione si è conclusa con un sorprendente annuncio: la quarta stagione de “L’Attacco dei Giganti” si farà. Dovremo aspettare un pochino, autunno 2020 (probabilmente quindi fino a Ottobre del prossimo anno) e prepararci mentalmente, perchè sarà la stagione finale.
Qui di seguito, l’annuncio:
Fin troppo da digerire, se consideriamo la grande quantità di informazioni che sono state date negli ultimi episodi.
Ma abbiamo tutto il tempo per abituarci all’idea che la prossima stagione sarà l’ultima in cui avremo modo di vedere Eren, Mikasa e Armin, gli eroi – anche se per chi guarda questa serie sa quanto sia difficile usare questa parola – protagonisti dell’anime shonen tratto dal manga capolavoro di Hajime Isayama.
Risulta davvero difficile tirare le fila di una stagione che ha raccontato così tanto e in cui è successo veramente di tutto, anche quello che non avremmo forse mai voluto vedere.
Attenzione! D’ora in poi troverai degli spoiler sulla terza stagione di Attack On Titan, procedi a tuo rischio e pericolo!
Attack On Titan: la recensione della terza stagione
Mossa interessante quella di dividere la stagione in due blocchi distinti.
Per quanto si possano odiare gli hiatus – e io per prima non amo stare ad aspettare quando voglio delle risposte – devo ammettere che l’aver diviso la prima parte (più esplicativa e “tranquilla”, per quanto questo termine possa funzionare quando si parla di Attack On Titan) dalla seconda (ricca di battaglie e colpi di scena) ha colto nel segno.
Questo ha permesso di gustare il lungo processo che ha portato alla liberazione del popolo all’interno delle mura, che si è sbarazzato di un re fantoccio a favore della legittima e reale sovrana, Historia Reiss.
Nel frattempo, non sono di certo stati tempi facili per il corpo di ricerca comandato da Erwin Smith, che ha dovuto combattere, rischiando la vita, per provare non solo l’innocenza dei suoi uomini, ma per raggiungere una pace che fino ad allora era stata solo un’utopia.
Stagione interessante anche per uno dei personaggi più amati della serie, Levi – finalmente – Ackerman. Si è infatti scoperto che il capitano del corpo di ricerca è un membro della stessa famiglia a cui appartiene Mikasa, a quanto pare temuta dai membri reali per la sua forza e per questo motivo da sempre perseguitata.
Impossibile a questo non nominare Kenny Ackerman, il “villain” della prima parte di stagione, che si introduce come uno squartatore e che ha cresciuto proprio Levi.
Un personaggio reso incredibile dalla voce originale di Kazuhiro Yamaji che ha sicuramente lasciato un segno indelebile sui fan della serie.
A volte si ha bisogno dei personaggi come Kenny: cattivo certo, furbo e potente e per questo annoiato dalle persone, alla fine si scopre che non aveva bisogno di altro che trovare uno scopo nella vita che gli permettesse di chiamarla tale.
Ma poi quanto è stato bello il primo scontro Levi/Kenny?
Eren, il protagonista tormentato dai dubbi
Per la prima volta dall’inizio della storia, vediamo un Eren con i dubbi. Un Eren che non crede più totalmente nel suo potere e che ha bisogno di ricordare quanto vale per riuscire a combattere – e sterminare, come dice lui – tutti i giganti.
Interessante il suo arco narrativo, perchè come spesso accade a tutti i protagonisti degli anime shonen, è più che legittimo dubitare in quello che si fa.
Eren si è trovato ad avere un potere fuori dal comune e lo ha sempre usato senza farsi troppe domande, ma dopo aver perso molte persone e care e diversi fallimenti dopo, comincia a pensare di non essere la persona giusta per avere il potere dei giganti.
Ma forse non è importante meritarlo o non meritarlo, è importante capire come usarlo al meglio.
La prima parte si conclude così, con Historia sul trono e il corpo di Ricerca pronto per andare a Shiganshina, lì dove tutto ha avuto inizio ormai tre stagioni fa, con il gigante colossale che calciava il Wall Maria, spazzando via non solo una città ma molte vite.
Lo scopo di Erwin è quello di arrivare alla cantina degli Yaeger, il posto in cui il padre di Eren aveva promesso ci fossero delle risposte al mistero dei giganti.
Il ritorno a Shiganshina
Si apre così una seconda parte che rimarrà probabilmente nella storia degli anime. Momenti di tensione mozzafiato e battaglie come non ne abbiamo mai viste tra il gigante colossale, il corazzato e il gigante di Eren.
C’è anche una novità: il gigante Bestia, all’interno del quale risiede un certo Zeke, la mente dietro tutte le decisioni prese fino ad ora. Ha guidato Reiner e Berthold fino a qui, ed è intenzionato a catturare Eren…ma non ha fatto i conti con Levi.
Come Attack On Titan ci ha sempre spiegato, non si può ottenere qualcosa se non se ne sacrifica un’altra. Armin questo lo sa bene, nel momento in cui decide di sacrificarsi per sconfiggere il gigante colossale.
Lo sa bene Erwin, che guida i suoi uomini in balia del gigante Bestia, permettendo così a Levi di avere un’apertura e sconfiggerlo.
Questo ci porta al momento più importante di tutta la stagione (o forse di tutto l’anime fino ad oggi) il momento in cui bisogna scegliere se salvare il comandante Erwin o Armin.
E Levi sceglie Armin, il ragazzo che come sogno aveva quello di vedere il mare, a discapito dell’uomo che sognava di scoprire la verità celata dalla cantina.
Perchè la terza stagione di Attack on Titan è così importante?
Finalmente sappiamo dare delle risposte alle mille domande che ci siamo posti fin dalla prima stagione. Fin da quel calcio che il gigante colossale dà al Wall Maria.
Gli abitanti che risiedono all’interno delle mura sono in realtà gli Eldiani, un popolo formato dagli antenati di Ymir in grado di trasformarsi in giganti. Questo perché in primo luogo, Ymir aveva fatto un patto col diavolo, chiedendo il potere dei giganti e trasformandosi in uno di loro.
A esiliarli fu il popolo di Marley, nemico del popolo di Ymir e che per questo vuole vederlo estinguersi.
Attack On Titan è una storia magistralmente raccontata. Una storia che ci catapulta in un mondo popolato da giganti, ma solo dopo ci spiega perché. Solo dopo ci fa capire che in realtà i cerchi di mura sono solo un’illusione.
I protagonisti risiedono sull’Isola di Paradis, e al di là dell’isola c’è vita. Non necessariamente libertà, però, e questo l’ultima scena della terza stagione ce lo fa capire con certezza.
Alla fine della terza stagione, Armin, Eren e Mikasa riescono finalmente a vedere il mare. E’ una distesa infinita di acqua salata che nessun mercante riuscirebbe mai a prosciugare, ma dopo il mare non c’è la libertà.
Dopo il mare, c’è il nemico, quello vero.
I migliori personaggi della terza stagione di Attack On Titan
- Erwin Smith. Una stagione che ha sviscerato un personaggio che fin dall’inizio salta all’occhio. Non buono, non un eroe. Un comandante che ha sacrificato centinaia di vite per il suo sogno, il sogno di riscattare suo padre e poter dire che aveva ragione. Che non era morto in vano. Erwin è lontano dalla vita vera quanto estremamente vicino: la dimostrazione che si può combattere tutta la vita per un sogno ma purtroppo a volte non è semplicemente destinato ad avverarsi.
- Levi Ackerman. Da orfano a capitano del corpo di ricerca, cresciuto da un uomo che voleva creare una versione migliore di se stesso, Levi è stato indiscutibilmente il personaggio chiave di questa stagione. Fatale quando deve esserlo, decisivo in battaglia e per i suoi sottoposti, abbiamo avuto modo di vederlo anche sotto un’altra veste, quando ha dovuto dire addio prima a Kenny, poi a Erwin.
- Historia Reiss. Spesso, andare contro tutti e tutto non è la mossa sbagliata. Anche quando questo implica non credere al proprio padre. Historia è un personaggio che sboccia come un fiore inaspettato, e questa è stata decisamente la sua stagione fortunata.
Una menzione speciale va fatta sicuramente a Kenny, un anti-eroe più che un vero e proprio villain.
Un consiglio per la prossima stagione? Zeke sarà sicuramente un personaggio che vorrai tenere d’occhio…
I punti di forza e i punti deboli della terza stagione di Attack On Titan
In molti hanno notato un calo nell’animazione di questa terza stagione.
In certi punti è facile notarlo, ma nonostante questo, Attack On Titan come al solito porta a casa un’animazione di tutto rispetto, curata nei momenti cruciali e con un giusto bilanciamento con gli elementi CGI.
Ciò con cui si fa perdonare l’animazione è sicuramente la colonna sonora, con pezzi emozionanti e ben pensati, posti sempre al momento giusto. Le due opening, Red Swan e Shoukei to Shikabane no Michi rispecchiano nel ritmo e l’animazione la storia che accompagnano.
La trama non stanca mai, ma è soprattutto il ritmo narrativo ad essere ben pensato, con flashback continui che trovano il giusto equilibrio in una storia avvincente che forse, solo alla fine, risulta un po’ confusionaria, ma solo perché ci vengono date tantissime informazioni che prima non avevamo mai ricevuto.
I colpi di scena rimangono sempre ben piazzati e i personaggi crescono, ormai pronti per l’ultimo arco.
Ottimi risultati quindi per quella che è per me la stagione meglio riuscita di un anime che sta riscrivendo il genere horror/fantasy.
E voi, cosa ne avete pensato di questa stagione? Sconvolti dalle troppe informazioni? Siete emozionati per l’arrivo della quarta stagione, che sarà l’ultima? Fatemi sapere nei commenti!
Puoi trovare le prime due stagioni di Attack On Titan anche su Netflix!
Passa di qui invece per le Top 10 differenze tra l’anime e il manga.
La Recensione
Attack On Titan: la terza stagione
Animazione forse un pochino in calo, ma il prodotto si fa perdonare per una trama sempre incalzante, colpi di scena costantemente dietro l'angolo e personaggi complessi che vengono sviscerati con grande cura ed attenzione. La colonna sonora è sempre impeccabile, così come il doppiaggio originale. Ad oggi, la stagione migliore.