Stephen Moffat e Mark Gatiss con questo prodotto non dovevano di certo debuttare. Ormai sono ultra conosciuti grazie al loro progetto “Sherlock BBC“, famoso principalmente per essere una serie non proprio comune. Uno Sherlock – interpretato dal carismatico attore britannico Benedict Cumberbatch – sradicato dai suoi tempi e catapultato nel futuro, ai giorni nostri, circondato dunque da smartphone e tecnologie che il buon vecchio Arthur Conan Doyle non poteva nemmeno immaginare. Ma cosa succede quando un personaggio iconico della letteratura si trasferisce – o meglio, viene trasferito per volontà degli sceneggiatori – nel futuro? Sicuramente si dà vita a un esperimento senza precedenti, e non è detto che il risultato di suddetto esperimento sia positivo.
Dracula (2020) ne sa qualcosa di esperimenti, ma con calma arriveremo a spiegare tutto.
Ma procediamo per gradi: a interpretare il pericoloso e iconico vampiro assetato di sangue è stato scelto Claes Bang, attore e musicista di origini danesi, da sempre molto vicino al mondo del teatro. Insieme a lui in questa avventura Dolly Wells, interprete della sorella Agatha Van Helsing – e, in un secondo momento, Zoe Van Helsing, John Heffernan nei panni dell’avvocato inglese Johnathan Harker, Morfydd Clark, che presta il volto a Mina Harker; Lydia West, che interpreta Lucy Westenra e infine Matthew Beard che invece presta il volto al giovane Jack Seward.
Dracula 2020: la trama
Il Dracula creato da Moffat e Gatiss ha una grandissima consapevolezza di sè: come prodotto, sa di essere conosciuto da chiunque e di “giocare in casa”, quando vengono dette alcune battute o quando si affrontano certi temi. D’altronde, non c’è anima viva che ai nostri giorni non abbia sentito parlare del vampiro millenario. Non è neanche necessario aver letto il romanzo di Stoker: in un modo o nell’altro, il conte che vive nelle oscure tenebre di un castello della Transilvania è una storia che di cui tutti abbiamo sentito parlare e che tutti abbiamo, a nostro modo, temuto.
Ma per non dare le cose per scontate, cerchiamo di capire cosa succede nella serie TV disponibile anche su Netflix: nel primo episodio facciamo la conoscenza dell’avvocato inglese Johnathan Harker, nascosto in un convento in Ungheria per sfuggire al pericoloso conte Dracula, dal quale si era recato in precedenza per concludere un contratto di vendita. Chiaro è allo spettatore che Johnathan ha qualcosa che non va: sembra completamente prosciugato, ormai rimasto senza capelli e senza unghie, spaventato da anche il più piccolo rumore. Qui si comincia infatti a entrare nel vivo della storia, e a trascinarla dal primo momento è la sorella Agatha Van Helsing, una suora molto diversa dalle altre che ha perso la speranza nella fede ed è convinta nel voler scoprire tutti i più oscuri segreti di questa creatura oscura, conosciuta meglio come “vampiro“.
Più il racconto di Johnathan continua, più è chiaro che il povero avvocato fosse praticamente rinchiuso dal conte nel suo castello senza uscite, usato dal vampiro centenario per nutrirsi e diventare sempre più forte, oltre che giovane. Durante la sua permanenza nel castello, Harker riesce però anche scoprire oscuri segreti che il conte tenta disperatamente di nascondere: in alcune stanze remote ci sono infatti delle casse che contengono i “non morti”, persone che non sono riuscite a morire completamente. Dracula le tiene nel suo castello, cercando negli anni di ricreare “la sposa perfetta“, cioè una persona che possa rimanere al suo fianco e soddisfare la sua sete (e probabilmente fargli un po’ di compagnia).
Ma è proprio in questo momento che Johnathan sceglie di scappare e rifugiarsi nel convento, dove condivide con Agatha e le sue compagne le debolezze del conte, che a quanto pare sono la luce del sole, il crocefisso e il fatto che per entrare in un luogo deve essere esplicitamente invitato. Proprio per questo suor Agatha non si spaventa quando la notte stessa si ritrova Dracula – completamente nudo e appena emerso da un lupo, tra le altre cose – fuori dal convento: senza invito, è chiaro che questo non può entrare.
Forse inizia proprio qui una delle scene meglio riuscite e recitate di tutta la serie, che mi ha tenuta con il fiato sospeso e la pelle d’oca per tutto il tempo.
Le cose cambiano quando è lo stesso Johnathan (oramai soggiogato da Dracula) che lo invita entrare: inutile dire che quello che arriva dopo è una vera e propria strage. Le uniche a salvarsi sono Mina Harker, promessa sposa di Johnathan, che scappa lontano risparmiata dal conte, e naturalmente Agatha, che si offre al vampiro in maniera volontaria.
Nel secondo episodio si cambia completamente scenario: siamo sulla nave russa Demeter, e Dracula sta viaggiando insieme ad altri – sfortunati passeggeri – verso l’Inghilterra, che vuole raggiungere ad ogni costo. Non passerà molto tempo che cominceranno a sparire passeggeri: sul vascello si instaura così la paura che possa esserci a bordo un assassino. Per depistare le indagini, il conte fa credere a tutti che l’assassina sia Agatha, segregata in una stanza della nave che ha proibito a chiunque di aprire.
La temeraria suora non si fa di certo intimorire, e riesce a convincere gli altri passeggeri che in realtà è solo una vittima del vero assassino e insieme ai pochi membri dell’equipaggio riescono ad uccidere Dracula.
Peccato che non sia così facile uccidere un vampiro. Proprio quando il capitano della Demeter e Agatha sono convinti di aver vinto, Dracula ritorna ottenendo la sua vendetta affondando, però, come conseguenza insieme alla nave. Solo per scoprire, quando finalmente riesce a tornare a galla…che sono passati più di cento anni!
Forse qui è cominciato, tra i tre, l’episodio meno riuscito della serie. Dracula si ritrova improvvisamente ai giorni nostri e deve avere a che fare con un’organizzazione di cui è a capo Zoe Van Helsing, antenata di vecchia data di Agatha e a lei identica, che da moltissimi anni studia proprio Dracula e i suoi comportamenti. L’organizzazione stessa era stata creata da Mina Harker, devastata per quello che il mostro aveva fatto al suo “Johnny dagli occhi blu”.
Qui facciamo la conoscenza di altri due personaggi importanti: Jack Seward, giovane aspirante dottore che fa parte dell’organizzazione, e l’amata Lucy Westenra, giovane ragazza da sempre affascinata dall’idea della morte, ossessionata dalla bellezza e da quello che gli altri pensano di lei. Proprio Lucy Dracula sceglie, ormai abituato a vivere circondato da moderni smartphone, come la sua “sposa perfetta”: una persona che non ha paura di lui nè della morte, che non ha cuore nessuno veramente se non sè stessa. Dopo essersi nutrito di lei fino a ucciderla, il conte è pronto a confrontarsi con Zoe, malata di cancro e perseguitata dall’antenata Agatha che riesce a vedere dopo aver bevuto il sangue del vampiro protagonista.
Dopo essere morta, Zoe torna in vita ma completamente bruciata perchè il suo corpo è stato cremato: muore tra le braccia di Jack, che le fa la grazia di ucciderla per risparmiarle ulteriori sofferenze. Arriva il momento finale in cui sono Zoe e Dracula a confrontarsi, in cui finalmente il vampiro confessa le sue più enormi paure, sviscerate da Zoe/Agatha. I due – si suppone – muoiono insieme e in pace, dopo una guerra durata per anni e anni, senza che ci sia un vincitore e un perdente: Dracula beve il sangue della morente Zoe che, avendo il cancro, è un fatale veleno per il vampiro.
Alti e bassi per Moffat e Gatiss: vediamo cosa ha funzionato e cosa no
Sfatiamo un mito: rivivere un classico in chiave moderna non fa figo, ma può veramente rappresentare un’arma a doppio taglio. Questo i produttori lo sapevano bene, e loro tra le mani avevano un prodotto pericoloso, conosciuto dai più. Se vogliamo chiamare “Dracula 2020” un esperimento, allora diremo che il risultato è stato sicuramente positivo, ma lo è stato solo in parte.
Se infatti dovessi dare un voto al primo episodio, “The Rules of the Beast” gli darei senza troppi problemi un bel 9: ironico, consapevole dei propri limiti e in grado di osare quando poteva e sfruttare la grande popolarità del personaggio protagonista. Per tutta la sua ora e mezza di durata mi sono ritrovata di fronte allo schermo, rapita e in qualche strano modo divertita da ciò che stavo guardando, e rivivevo anche in parte le stesse sensazioni che avevo provato guardando “Sherlock“ per la prima volta.
Qualcosa cambia già nel secondo episodio (“Blood Vessel“): una semplice puntata di passaggio – che costa veramente tanto quando la serie ha comunque solo tre episodi – che non fa altri che confermare la brutalità di Dracula e forse mostra solo un po’ di più il personaggio di Agatha, ma introduce un mondo di altri personaggi che non ha tempo – né interesse – di seguire adeguatamente. Gli darei un 7.
Il peggior episodio è stato però l’ultimo, “The Dark Compass“: non si ha la completa consapevolezza di ciò che si sta guardando per tutta la prima mezz’ora, e quando si comincia a capire si ha la sensazione di aver sprecato del tempo con una storia che non c’entra quasi nulla con quella che ci stavano raccontando fino all’ultimo episodio. Si salva sicuramente il finale, con il triangolo Dracula/Zoe/Agatha che si ritrova a discutere delle debolezze del vampiro, con il conte che finalmente le ammette – e abbraccia la morte, ciò di cui ha sempre avuto paura. Per me raggiunge i 6, e non va oltre.
Ci sono comunque molti elementi che spiccano in questa serie, e uno di questi è sicuramente la recitazione. Claes Bang per me è stato una scoperta, un talento puro che chiaramente ha alla base una solida preparazione teatrale. Assolutamente all’altezza anche la performance di Dolly Wells, che con la sua Agatha ha creato un personaggio divertente, ironico e reale, al quale tutti potevamo sentirci vicini.
Proprio il rapporto tra i due personaggi protagonisti è stato ciò che più è emerso da questa serie, ciò che vale più la pena ricordare. Bang e la Wells sono riusciti a trovare una chimica incredibile, tenendo tutti con il fiato sospeso in moltissime parti del prodotto. Il rapporto di amore e odio che si crea tra Dracula e Agatha è ciò che riesce alla fine a dare a entrambi le risposte che cercavano e che permette a entrambi, ancora, di trovare una sorta di pace, quando scelgono di abbandonarsi alla morte, temuta sì, ma infine accettata.
La spiegazione del finale
Come abbiamo avuto modo di intuire, l’ultimo episodio della serie BBC è stato quello che più ha fatto discutere di sè – in particolare, il finale della stagione, nel quale Zoe/Agatha si confronta con Dracula su ciò che lui veramente teme, che si scopre essere la morte.
Dracula non è mai stato vulnerabile alla luce del sole o al crocefisso, né tantomeno incapace di entrare in un luogo se non invitato. Tutto questo era frutto di ciò che lui percepiva di sé stesso e dell’idea che la società si era fatta di lui. Un messaggio molto forte e molto attuale.
Il conte Dracula non riesce ad affrontare la luce del sole o guardarsi allo specchio perché odia ciò che vedrebbe: un animale che si è nascosto sotto una maschera sofisticata. Odia il crocefisso perchè rappresenta qualcuno che ha affrontato la morte senza aver paura, cosa che lui non è mai riuscito a fare, ed è convinto di non meritare di entrare nei vari luoghi senza invito, perchè non all’altezza. Tutte paure che in qualche modo, lo rendono estremamente umano e vulnerabile.
Ma proprio così si redime il suo personaggio: quando sceglie di dare una morte dignitosa ad Agatha, e conseguentemente a sé stesso; quando per la prima volta pensa a qualcun altro e non a quello che desidera lui. In molti non si sono ritrovati d’accordo con questa scelta; io invece, per quanto audace, credo che dia una conclusione perfetta per un personaggio complesso, pieno di paure e contraddizioni.
A voi è piaciuta la serie TV di Moffat e Gatiss “Dracula”? Cosa avete pensato dei vari episodi e della recitazione? Fatemi sapere nei commenti!
La Recensione
Dracula 2020 - Recensione
Un prodotto ironico e riuscito solo in parte. Il primo episodio è sicuramente il migliore; il secondo risulta di passaggio mentre il terzo si perde parecchio. Spiccano senza dubbio la recitazione di Claes Bang e Dolly Wells che insieme trovano la chimica perfetta. Il finale inaspettato è perfetto nonostante i molti difetti.