Blitz, la nuova produzione targata Apple TV+, che quasi sempre non mi delude, ci porta nelle vite dei londinesi durante il bombardamento della capitale inglese nella Seconda Guerra Mondiale. Un film che si promette tanto, con Steve McQueen alla regia e la talentuosa Saoirse Ronan in testa al cast. Ma, aspettate… questo film è davvero all’altezza delle aspettative o è solo un tentativo un po’ troppo estremo di impressionare la critica? Spoiler alert: ci sono tanti “ma”. Quindi, preparati, perché oggi tiriamo fuori gli artigli!
Steve McQueen e il ritorno alle origini
Steve McQueen è un regista che ama camminare sul filo del rasoio, che non si tira mai indietro quando si tratta di scuotere gli animi degli spettatori. Certo, tutti ricordiamo il suo successo con 12 anni schiavo, vincitore di Oscar e colonna della cinematografia moderna. Ma molti dei suoi lavori successivi hanno sollevato più di una sopracciglia tra gli accademici, per essere troppo “spinti”. Blitz sembrava un’opportunità per rimettere le cose in carreggiata: una storia di guerra, un’ambientazione storica, Saoirse Ronan… insomma, ingredienti giusti per tornare ai gusti classici della critica mainstream. Ma, ahimè, non tutto è andato come speravamo.
Una storia senza bussola
Blitz inizia con una premessa che suona promettente: il racconto di un bambino separato dalla madre, nel pieno degli attacchi aerei su Londra, che tenta disperatamente di trovare la via di casa. Sì, sembrerebbe il tipo di storia capace di strapparti una lacrima già nel trailer e convincerti a comprare un biglietto (o almeno a guardarlo comodamente dal divano su Apple TV+). Ma, credetemi, la trama va avanti come un treno senza rotaie.
Il film si divide tra scene di trauma singolo, brutalmente realistiche, e la narrazione principale del ragazzo. La parte “drammatica” viene spesso interrotta da momenti talmente violenti da farti distogliere lo sguardo, e no, non in senso buono. Invece di arricchire il contesto storico, questi momenti sembrano più studiati per scioccare gratuitamente il pubblico. E diciamolo, un po’ meno trauma e un po’ più coerenza narrativa non avrebbe guastato!
“Trauma porn”? Questa volta sì
E qui arrivo a una confessione personale: non ho mai del tutto compreso la critica del cosiddetto “trauma porn” applicata a molti film storici. 12 anni schiavo di McQueen è stato criticato per lo stesso motivo, così come Schindler’s List, Manchester by the Sea, e altri classici impegnati. Tuttavia, queste pellicole hanno sempre usato il trauma come parte integrante della narrazione, un veicolo per trasmettere temi e messaggi più ampi. Ma Blitz? Eh, no.
Il film inizia con la morte orribile di un soldato, talmente prolungata e dettagliata da sembrare quasi uno scherzo di cattivo gusto. Una scena che persiste, si attarda, ti tormenta… per cosa? Solo per farti stare male, apparentemente. E non è finita qui, perché appena superato quel momento, eccoci con un altro personaggio sacrificato nel modo più doloroso e insensato possibile. Non che la guerra fosse facile, ma qui McQueen sembra voler farti abbracciare il dolore come se non ci fosse altro da dire.
Tra storia e regia: una guida smarrita
La narrazione di Blitz dovrebbe ruotare attorno a un bambino separato dalla madre, giusto? Bene, la recitazione del piccolo attore, che chiaramente fa del suo meglio, è – diciamocelo- una delle parti più difficili da digerire del film. Qui non è colpa del bambino, davvero. Gli attori bambini sono difficili da dirigere, specie quando la storia richiede loro di comprendere e rappresentare un livello emotivo che, semplicemente, non possono ancora afferrare. Ma questo non scusa la mancanza di guida da parte di McQueen.
C’è anche da dire che il personaggio stesso del bambino è mal costruito: sopporta una serie infinita di eventi traumatici, ma la sua motivazione centrale appare poco credibile. Seriamente, perché un ragazzino dovrebbe sopportare tutto questo invece di scegliere l’alternativa piuttosto logica di cercare aiuto? Questa dissonanza rende difficile empatizzare con lui, e mentre il film si trascina verso la fine, ci si ritrova non tanto commossi quanto frustrati. Insomma, non esattamente il cathartic release che probabilmente McQueen aveva in mente.
Saoirse Ronan: la luce nell’ombra
Devo ammetterlo, Saoirse Ronan è sempre magnifica. Non importa quanto disastroso sia il contesto, lei brilla comunque. La sua interpretazione è profonda e misurata, mostrando il suo talento anche quando è limitata da una sceneggiatura poco convincente. Recentemente è stato annunciato che verrà proposta come miglior attrice non protagonista per la prossima stagione dei premi, e direi che la decisione è giusta. Ma qui sorge un problema: se Ronan è la coprotagonista con il bambino, allora chi è il vero protagonista? La trama vaga, ci trascina da una scena all’altra senza un chiaro punto focale.
E questo ci porta a una domanda chiave: chi stiamo seguendo davvero in Blitz? La risposta sembra cambiare in continuazione, lasciando lo spettatore senza una vera connessione emotiva.
Violenza, trauma e inutilità
E ora parliamo della scena del nightclub. Che momento assurdo! Una lunga sequenza che introduce un nightclub mai menzionato prima, senza alcun legame apparente con i protagonisti. E cosa succede? Il locale viene distrutto in maniera tanto violenta quanto inutile. La scena serve solo a portare più morte, più trauma, più… disperazione. Non ci sono lezioni, non ci sono temi, solo distruzione fine a sé stessa.
Capisco il valore di rappresentare la guerra in tutta la sua crudeltà, ma quando la violenza diventa fine a sé stessa, senza legarsi in modo significativo alla trama o ai personaggi, ci si chiede: perché? Dopo questa scena ho iniziato a dubitare delle intenzioni di McQueen. Sembrava quasi che volesse traumatizzarci allo stesso modo dei suoi personaggi, e sinceramente, questo approccio mi ha lasciato disturbato e per nulla arricchito.
Il giudizio finale: Blitz è da evitare
Blitz potrebbe sembrare a prima vista uno di quei film che puntano agli Oscar grazie a una solida ambientazione storica e al dramma umano. Tuttavia, mi sono davvero stancato di vedere la storia deformata da scelte forzate. Perché inserire persone di colore in un contesto storico in cui le coppie miste erano veramente rare? Amo la storia e odio quando viene alterata senza una vera ragione. Per questo motivo e altri, il mio voto per questo film è un 2. Dopo due ore di scene traumatiche e inutilmente violente, sono giunto alla conclusione che è uno dei lavori più deboli di McQueen. E non solo. Non vale il tuo tempo. Saoirse Ronan fa il possibile per salvare la nave, ma il carico è troppo pesante e il regista la fa affondare.
Che ne pensi? Pensi che io abbia esagerato o anche tu hai avuto la stessa sensazione di stanchezza, quasi di desiderio di spegnere tutto? Condividi la tua opinione qui sotto, sono davvero curioso di sapere se Blitz ti ha colpito più di quanto abbia colpito me… anche se spero non ti abbia traumatizzato!
La Recensione
Blitz
Blitz promette tanto, ma si perde in violenza gratuita e forzature storiche. Solo Saoirse Ronan salva il salvabile. Voto: 2 su 10.
PRO
- Saoirse Ronan
CONTRO
- Violenza inutile
- Personaggi incoerenti
- Storia deformata
- Trama confusa