A distanza di otto anni dall’ultimo album di inediti “Tempest”, Bob Dylan pubblica un nuovo disco intitolato “Rough and Rowdy Ways”, un album ispirato alla classicità del blues di strada e a vicende realmente accadute, con all’interno alcuni brani che spiccano per le particolari tematiche trattate come “Goodbye Jimmy Reed” dedicato alla leggenda di Jimmy Reed, il chitarrista che ha influenzato generazioni di musicisti da Elvis ai Rolling Stones, e “Murder Most Foul”, una ballad suonata al pianoforte per ricordare quel fatidico giorno di novembre del 1963 in cui perse la vita il Presidente Kennedy.
Nel descrivere “Murder Most Foul” Dylan rivela:
“Per me non è nostalgico. Non penso a questa canzone come una glorificazione del passato o una sorta di addio di un’età perduta. Parla ora. Lo ha sempre fatto, specialmente quando stavo scrivendo il testo”.
Nel bel mezzo del lockdown il cantastorie e poeta, Premio Nobel del 2016 per la Letteratura, regala al mondo intero una sequenza di storie con a capo quella oscura giornata di Dallas, ricordata da un omicidio che significa tanto per la cultura e la storia degli USA. Rievocare oggi l’accaduto ha un senso ben preciso, soprattutto in un clima impervio di protesta che sta circolando in tutto il mondo.
Ecco le parole di Dylan in una intervista al New York Times, in occasione dell’uscita del nuovo album:
“Muder most foul non è un pezzo nostalgico. Non lo vedo come una glorificazione del passato o come una specie di commiato da un’età perduta. É un pezzo che mi parla di qui, del presente. Ed è sempre stato così soprattutto quando scrivevo il pezzo. “Murder è uno di quei pezzi che scrivi d’istinto, quasi in stato di trance. La maggior parte delle mie canzoni più recenti sono così. I versi sono la cosa reale, tangibile, non sono metafore. Le canzoni sembrano conoscere se stesse e sanno che io sono in grado di cantarle, vocalmente e ritmicamente. In un certo senso è come si scrivessero da sole e poi si affidassero a me per cantarle”.
Il menestrello del rock precisa le numerose fonti di ispirazione e rimandi presenti all’interno del disco scritto “in uno stato di trance”. Un brano ricco di citazioni come “Key west (Philospher pirate)” ricorda il celebre romanzo del suo amico Jack Kerouac “Sulla Strada” a cui dedica un verso memorabile:
“I was born on the wrong side of the railroad track/Like Ginnsberg, Corso and Kerouac.”
Dylan nel testo del brano “False Prophet” ci tiene ad assicurare:
Non sono un falso profeta
so soltanto quello che so
vado dove solo “i soli” possono andare
Sono il primo tra gli uguali
secondo a nessuno
l’ultimo dei migliori
puoi seppellire il resto
seppelliscili nudi con il loro argento e oro
mettili sotto i sei piedi e prega per le loro anime
L’artista statunitense si rifà a ciò che la società oggi offre all’uomo, in un perfetto connubio tra la mente e il corpo racconta il modus operandi:
“Mi piace pensare alla mente come spirito e al corpo come sostanza: poi come si integrino queste due cose, non ho idea. Io cerco soltanto di percorrere una strada dritta e di rimanerci, senza scossoni”.
Nell’intervista al New York Times, il cantautore schierato da sempre contro il razzismo, ed a favore dei diritti civili per tutti a prescindere dal colore della pelle, mostra il suo dissenso per la vicenda della morte per asfissia dell’afroamericano George Floyd:
“Vedere George torturato a morte in quel modo mi ha fatto molto male, mi ha nauseato. É una cosa indescrivibile che va oltre, al di là della bruttezza, dell’orrore.”
“La denuncia è chiara, esplicita: è la cultura americana che non funziona, che non va. É forse quel dominio incontrastato, quell’onnipotenza, che pretende di esercitare su altre specie umane inferiori come i neri o gli indiani, purché non siano appunto i bianchi d’America.”
Dylan si sofferma sul futuro delle nuove generazioni di oggi, che necessitano di più attenzioni poiché più vulnerabili dal “nostro mondo già obsoleto”.
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A 79 anni, Bob Dylan con “Rough and Rowdy Ways” non smette di raccontare magistralmente la vicenda dell’esistenza umana, da sempre condizionata da elementi esterni che nel tempo hanno modificato le nostre azioni, facendoci adattare alle circostanze, ed esponendoci al dolore e alle gioie. Ascoltare Dylan e i suoi profetici messaggi ci fa riflettere sul senso della vita e sul modo migliore per viverla a pieno.
La tracklist di Rough and Rowdy Ways:
- #1
- 01. I Contein Multitudes
- 02. False Prophet (06:00)
- 03. My Own Version of You (06:41)
- 04. I’ve Made Up My Mind to Give Myself to You (06:32)
- 05. Black Rider (04:12)
- 06. Goodbye Jimmy Reed (04:13)
- 07. Mother of Muses (04:29)
- 08. Crossing the Rubicon (07:22)
- 09. Key West (Philosopher Pirate) (09:34)
- #2
- 010. Murder Most Foul (16:54)