Chi di voi, alle porte dell’estate, non si è mai ritrovato a canticchiare “Todos los días sale el sol, chipirón”?! Un tormentone della band catalana dei Bongo Botrako che ci ha accompagnati e rallegrati durante gli ultimi anni, e che ha chiuso il concerto di commiato in Italia, tenutosi lo scorso 11 dicembre all’Estragon di Bologna. Io, in qualità di fan italiana numero uno, ho avuto il piacere di presenziare all’evento in prima fila con tanto di corde vocali ricaricate e bandiera della Catalogna alla mano (regione di origine dei componenti della band), da sventolare ad ogni momento di euforia che accompagnava i ritornelli delle canzoni.
Ma partiamo dagli albori, e raccontiamo un po’ come si formò la band che, soprattutto negli ultimi quattro anni, si è fatta conoscere in tutta Europa con più di 500 concerti tra Spagna, Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Olanda. Come ci racconta lo stesso Uri Giné, voce del gruppo musicale, l’idea di unirsi nacque una mattina qualunque presso una frequentata piazza della sua città d’origine, Tarragona, la Plaça de la alegría (a cui ha dedicato anche una delle sue canzoni del primo disco). I membri che la compongono sono, oltre al cantante Uri:
Nacho Pascual – alla chitarra
Xavi Vallverdú – alla tastiera
Gorka Robert – alla batteria
Xavi Barrero – alla tromba
Oscar Gómez – al saxofono
David Garcia – al basso
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Le loro musiche consistono in una miscela esplosiva di rumba, reggae, ska e rock, da loro denominata come Punk Parranda. Iniziano la loro carriera con il primo disco composto da sole 8 track nel 2009, per raggiungere poi il successo e la popolarità negli anni successivi con il già citato “Todos los días sale el sol”, che sigilla con grande energia ogni loro concerto, quasi a mo’ di autografo.
E così, ci hanno lasciato il loro addio (o arrivederci) anche sabato sera, presso il locale bolognese sede da molto tempo di numerosi concerti. Del resto la band aveva già annunciato la volontà di prendersi un attimo di respiro dopo il loro lungo e ricco percorso avviatosi ben 8 anni fa: “Non sappiamo dirvi se questo sia un’addio o un’arrivederci, solo il tempo potrà dirlo. L’unica cosa di cui siamo certi è che non vogliamo un triste addio. Per questo vorremo festeggiare assieme a tutti voi gli ultimi 6 magici concerti che si terranno a dicembre 2015: 11 a Bologna, 12 a Reus, 16 a Barcelona, 18 a Madrid, 19 a Amsterdam e 26 a Tarragona”. Per chi si fosse perso, dunque, l’evento a Bologna e abbia la possibilità di comprarsi un volo low cost, non disperi! Rimangono altre quattro date ed occasioni per saltare a ritmo di allegria con i Bongo Botrako.
Dopo essere stata più volte letteralmente schiacciata contro le transenne, essere finita in mezzo al “pogo” generale (si definisce pogo “una sorta di ballo collettivo che si pratica abitualmente durante i concerti punk, rock e metal” , secondo Wikipedia, leggasi: spingersi l’uno contro l’altro e buttarsi addosso della gente fino allo sfinimento), e dopo aver avuto la fortuna di abbracciare le gambe di Uri Giné mentre questi si era buttato sulla folla per cantare una delle sue canzoni (rigorosamente tutte scritte da lui e, permettetemi di dirlo – anche forse essendo un po’ di parte – ricche di suggestive frasi e poetiche metafore, che spaziano dal tema dell’amore a quello del senso della vita, dall’economia agli attuali problemi sociali), sono riuscita ad avvicinarmi a loro in maniera pacata e civile (non oso immaginare con che aspetto!) e ad intavolare discorsi sul serio-sarcastico che si sono inoltrati fino alle 3:00 del mattino nel backstage, in compagnia anche del loro simpaticissimo manager e del tecnico del suono,
Fra le altre cose, sono riuscita a scoprire, grosso modo, quali sono i destini e le vie alle quali i vari musicisti si incammineranno in questo periodo di stand-by: c’è chi farà parte di un’altra band musicale (a sorpresa), chi si dedicherà totalmente ad altro settore (quello dei videogiochi), chi, invece, continuerà a comporre testi e a studiare. Gente semplice, con i piedi per terra, entusiasta e orgogliosa di dove sono arrivati ma con la voglia ancora di camminare ed andare avanti (come suggerisce una delle loro canzoni, “Caminante“).
Insomma, senza dubbio per i loro fan la lacrimuccia è scappata, ma ciò non esclude il fatto che tutti auguriamo loro un futuro splendido almeno tanto quanto il loro passato, sperando però che un giorno possano regalarci nuovamente la vitalità che finora i loro concerti e la loro musica ci hanno donato.