“Il presidente della Hollywood Foreign Association mi ha molestato”. Esordisce così, tra le pagine di GQ, Brendan Fraser. Le indiscrezioni sulla vicenda erano circolate già tempo fa, nel 2005, ma l’interessato all’epoca aveva preferito non esporsi pubblicamente.
Il molestatore in questione è Philip Berk, che nel 2003, epoca a cui risalgono i fatti, era il presidente della Hollywood Foreign Association, l’ente che si occupa di assegnare i Golden Globes. Fraser sostiene che le molestie avvennero durante un evento al Beverly Hills Hotel, quando Berk, allungando le mani, gli toccò sedere e parti intime.
Mi sono sentito male. Mi sono sentito come un bambino. Mi sembrava di avere una palla in gola. Ho pensato che sarei scoppiato a piangere.
L’attore se ne andò immediatamente e raccontò l’accaduto solo alla moglie, chiudendosi in anni di silenzio e solitudine, per paura di compromettere la propria immagine e la propria carriera.
Brendan ha dichiarato anche di essere poi caduto in depressione dopo quello che lui definisce un “trauma”. Dal canto suo, Berk raccontò l’accaduto nella sua biografia, trasformando quella che Fraser definisce molestia, in un goliardico pizzicotto sul sedere.
Gli esordi, il successo e il declino
Forse i più giovani se lo ricordano nella saga de “La Mummia“, corroborante ma a tratti, godibilissima serie di film ispirati al classico omonimo del ’32, e in effetti quello, per Brendan Fraser, fu il punto più fulgido della sua carriera.
Alto e allampanato il nostro esordisce nel 1991 con la commedia demenziale “Il mio amico scongelato”; negli anni seguenti oltre ad acquisire prestanza fisica, si fa notare anche per una più che buona dote recitativa, tanto che a pellicole leggere come “George re della giungla” alterna opere di spessore quali “Crash” di Paul Higgis e il bellissimo “Demoni e dei” di Bill Condon accanto a Sir Ian McKellen. Possiamo dire, per fare un paragone con una star contemporanea, che era un po’ il Chris Pratt degli anni ’90.
Com’era arrivato, il successo iniziò via via a sfumare nei primi anni duemila tant’è che le sue apparizioni si sono fatte sempre più sporadiche e già da anni, eccezione fatta per un paio di serie tv, sembra aver abbandonato del tutto le scene. Molte ipotesi si sono fatte sul declino di Brendan Fraser: dalla guerra per gli alimenti con la ex moglie che lo avrebbe ridotto sul lastrico, alla caduta accidentale da un albero che lo ha costretto a letto per molto tempo, compromettendone irrimediabilmente forma fisica e avvenenza.
Ora però questa dichiarazione sembra gettare nuova luce sulla fine della carriera dell’attore canadese e lascia perplessi pensare che un omone di quasi due metri sia rimasto interdetto, se non traumatizzato, dalle avances di un altro uomo. Sempre che non si voglia fare però l’avvocato del diavolo, pensando piuttosto ad una disperata operazione per recuperare un po’ di visibilità, l’ultima spiaggia di un attore finito.
Qualunque sia la verità comunque, non spetta certo a noi il compito di giudicare. Quel che è certo è che il movimento #metoo ha liberato parecchi scheletri da anni nascosti negli armadi.