Nel nuovo dramma interpretato da Giancarlo Esposito (Gus Fring di Breaking Bad), i primi sette episodi funzionano comunque li mescoli. Ma quel successo ha un prezzo.
Caleidoscopio è la prima serie tv che ho visto nel 2023 e devo dire che Netflix è partita abbastanza bene. Ha messo insieme uno dei miei generi preferiti con uno degli attori che mi ha emozionato di più in una serie tv, il famigerato Gus Fring, leader della catena Los Pollos Hermanos, copertura per una rete di traffico di anfetamine.
Nel 2020 è stata pubblicata una serie dal titolo “Interrogation“, disponibile su Paramount+, in cui si indaga su un brutale omicidio. L’idea dei creatori di quella serie era che gli spettatori potessero condividere il lavoro investigativo e guardare gli episodi nell’ordine che reputavano più opportuno. Insomma, fate come cazzo vi pare, tanto il succo non cambia. Ovviamente, seguendo gli indizi a loro piacimento, potrebbero saltare anni, perdersi persone sospette e investigatori diversi per capire cosa sia realmente accaduto quella notte nei primi anni ’80. Cosa accomuna Interrogation a Caleidoscopio? Beh, se guardi prima rosso (gli episodi sono nominati con dei colori) o rosa ti cambia poco.
Quindi “Caleidoscopio” offre la stessa libertà di guardare una serie TV, questa volta però la trama ruota attorno a una massiccia rapina al caveau dove sono custodite obbligazioni che valgono parecchi soldoni. Come ti dicevo ogni episodio è codificato con dei colori e offre a qualsiasi membro del pubblico uno sguardo frammentato nel tempo dell’inizio e conseguenze della rapina pianificata. I capitoli vanno da un flashback di 24 anni fino a sei mesi dopo la rapina. I primi sette degli otto episodi sono progettati per essere guardati in qualsiasi ordine, portando a un finale che mostra cosa è realmente accaduto durante il furto.
Parte del divertimento di “Caleidoscopio” è guardare il montaggio di “casting della squadra per la rapina” distribuito su una manciata di episodi. Alla fine, il capobanda Leo Pap (Giancarlo Esposito) arruola la confidente di lunga data Ava Mercer (Paz Vega) e l’ex compagno di cella Stan Loomis (Peter Mark Kendall) come due dei poli principali nel più grande lavoro della loro vita. Il loro obiettivo? Roger Salas (Rufus Sewell), un magnate della sicurezza che afferma di avere uno dei caveau più protetti al mondo.
È una premessa abbastanza semplice, ma è opportuno che si mantenga semplice per la riuscita di questa tecnica di rimescolamento degli episodi. C’è gelosia, vendetta, rimpianto e redenzione in questo sforzo fatto per arricchirsi rapidamente in cui i criminali e la persona derubata hanno tutti qualcosa da nascondere.
Tornando a “Interrogation”, la serie presenta un episodio iniziale e un episodio finale e dei capitoli intercambiabili basati su sospetti in un’indagine per omicidio. “Caleidoscopio” avrebbe potuto facilmente prendere la stessa direzione – più semplice – e costruire blocchi di 45 minuti attorno a ciascuna persona coinvolta nella rapina. Invece, l’approccio del creatore Eric Garcia e del suo team di sceneggiatori ha un grado maggiore di difficoltà dato che nasconde dettagli che rimangono soddisfacenti in qualsiasi ordine vengano rivelati. “Caleidoscopio” viene pubblicizzato come un puzzle, in cui ogni episodio è un pezzo.
C’è una distinzione da fare, tuttavia, tra se la mossa strutturale di “Caleidoscopio” funziona (e lo fa) e se alcuni dei pezzi del puzzle hanno successo (purtroppo meno). Parte di ciò deriva dall’idea che la serie sia, in base alla progettazione, molto vaga su chi siano tutte queste persone e cosa le spinge a commettere quel reato. In più, a parte quel significato cromatico, “Caleidoscopio” ha un’estetica piatta che lo priva del divertimento che avviene durante i flashback. Una cosa che manca a “Caleidoscopio” è l’effetto wow per quanto concerne le scene di rapina. Effetto wow che avevamo visto in Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco (2001) o Out of Sight (1998). Caleidoscopio è più superficiale nella sua esecuzione e questa mancanza di stile impedisce alla narrazione di salire davvero un livello più alto. Ma per quanto possano essere sottili questi pezzi del puzzle, “Caleidoscopio” è una serie divertente. Garcia e il suo team hanno abbastanza assi nella manica e presentano diversi colpi di scena lungo la strada. Caleidoscopio ha un cast coinvolgente, ma nessuno nell’ensemble si sta davvero spingendo al di fuori dei cliché del genere. Nemmeno il grande Giancarlo Esposito. Il personaggio più importante del branco, di gran lunga, è Bob con Courtney che eleva ogni scena in cui è presente. Il suo comportamento lo indica praticamente come qualcuno di cui non fidarsi.
Per concludere questa recensione, se sei interessato alla scrittura televisiva, la serie è un affascinante esercizio su come raccontare una storia che deve essere un solido punto di ingresso per un pubblico ad ogni episodio. Alcuni sono punti di ingresso migliori di altri, ma Garcia e i suoi sceneggiatori fanno un lavoro abile nel creare divertimento e inserire interessanti colpi di scena lungo la strada. Quindi, anche se presenta alcuni difetti, Caleiscopio è un esperimento che vale la pena guardare.
E tu vedrai Caleidoscopio su Netflix? Fammelo sapere attraverso i commenti qui sotto. E, se hai già visto la serie, dimmi cosa ne pensi sempre attraverso i commenti.
La Recensione
Caleidoscopio
Caleidoscopio è molto interessante con questo approccio "scegli l'episodio che vuoi vedere", così da attirare il pubblico nel suo stile narrativo. È sempre bello vedere Giancarlo Esposito come criminale, cosa che gli riesce davvero bene. E tutto il cast è coinvolgente anche se ognuno si diletta in cliché del genere (eccetto Bob di Jai Courtney). Se ami le storie di rapine, Caleidoscopio è un esperimento che vale la pena guardare, anche se non verrà ricordato come un capolavoro del genere.
PRO
- Un esperimento ambizioso
- Bob di Jai Courtney è il membro del cast che aggiunge un tocco in più alla narrazione
CONTRO
- Alcuni episodi sono meno belli di altri
- All'estetica manca sicuramente l'effetto wow