Scegliere 10 canzoni della lunga discografia di Aretha Franklin è una bella sfida: la sua appassionata conoscenza musicale e la sua voce rendono il suo intero catalogo musicale un’appassionante tour. Queste canzoni mostrano diversi lati della cantante di Detroit, cresciuta a Memphis, che è morta oggi, 16 agosto 2018.
Qui sotto le 10 canzoni più belle – a mio avviso – della discografia di Aretha Franklin:
“I Never Loved a Man (The Way I Love You)” (1967)
Il primo successo R&B di Franklin è stato il suo singolo di debutto per la Atlantic Records “I Never Loved a Man (The Way I Love You)”. Il rimprovero di apertura di Aretha – “You’re no good, heartbreaker” – prepara il palcoscenico al ritratto di una donna tormentata dall’amore buono o cattivo, con la sua voce che si piega quando il pianoforte elettrico si gonfia di sonorità intorno a lei.
“Respect” (1967)
Il catalogo di Franklin è pieno di classici americani, e “Respect” – scritto da Otis Redding – si eleva tra molti. La voce di Franklin trasforma i testi in un richiamo all’azione che non può essere ignorato, mentre il ponte strumentale (in particolare l’assolo in tenore di Curtis “King Curtis” Ousley) e le sorelle di Franklin, Carolyn ed Erma, aggiungono vigore e dramma al brano.
“Think” (1968)
Franklin è accreditata come co-autore del brano di apertura di “Aretha Now” del 1968 con l’allora marito Ted White, sebbene quest’ultimo disse che “Aretha l’ha scritto tutto da sola”.
L’artista ha influenzato decine di cantanti che volevano scrivere circa la liberazione individuale e sociale. “Think” è una canzone vera in mezzo ai disordini e ai tumulti del 1968. (Martin Luther King Jr., che era stato assassinato in aprile, era un amico intimo di suo padre, il Rev. CL Franklin.)
“Sono sicuro che ‘Think’ avesse un significato personale per Aretha”, aveva detto Wexler a Ritz.
La canzone comunque parlava a tutti e, come “Respect”, riuscì a trasformare Aretha in una portavoce della sua generazione.
“Spanish Harlem” (1971)
Scritta da Jerry Lieber e Phil Spector, questa ode per una donna che vive nell’Upper Manhattan era stata originariamente registrata da Ben E. King, ma la leggera alterazione del testo di Franklin e la voce della cantante rendono questa versione superiore alla precedente.
“Day Dreaming” (1972)
La prima era musicale di Aretha è stata definita come una produzione costante e di alta qualità – ha pubblicato 16 album in studio tra il 1967 e il 1979. “Young, Gifted and Black” del 1972 (dal nome della canzone di Nina Simone del 1969 “To Be Young, Gifted and Black”) spicca tra i tanti, e questa traccia composta da Franklin ne è un esempio.
“Amazing Grace” (1972)
https://www.youtube.com/watch?v=DM02ZP13fPk
Franklin è tornata alle sue radici gospel nell’album del 1972 “Amazing Grace”, registrato durante il suo servizio alla Missionary Baptist Church di Los Angeles. Franklin, sostenuta dal Southern Community Community Choir, intreccia suoni spirituali e canzoni contemporanee (tra cui “Wholy Holy” di Marvin Gaye e “You’ve Got a Friend” di Carole King) in una celebrazione della sua fede che convincerà anche i non credenti a credere.
“Who’s Zoomin ‘Who” (1985)
https://www.youtube.com/watch?v=f2NXv9RL1i8
La sinuosa title track del disco di ritorno del 1985 di Franklin circonda la sua voce con ritmi di batteria e synth brillanti (per gentile concessione del super-produttore Narada Michael Walden) e la cantante dimostra ancora lo stile di “Respect” e “Think”.
“I Knew You Were Waiting (for Me)” (1987)
L’ultimo grande successo di Franklin sulla Billboard Hot 100 è stato un duetto con un ex cantante degli Wham!, un certo George Michael.
“A Rose Is Still a Rose” (1998)
Lauryn Hill ha prodotto e scritto la title track per l’album del 1998 di Franklin, che fa cenno a “Spanish Harlem” mentre colloca Franklin nel ruolo di un’anziana saggia che cerca di ricordare a una giovane donna il suo valore intrinseco. Su un ritmo impeccabile che ricorda “Everything Is Everything” Franklin rivela la sua saggezza e dimostra che può ancora lottare con la nuova generazione musicale.
Che dire, la musica di Aretha Franklin resterà immortale nella storia della musica, così come l’anima saggia della regina del soul. R.I.P Aretha!