“Choose or Die” è un film horror divertente ma vago di Netflix su un vecchio videogioco che impone al videogiocatore di rispondere a domande entro un determinato lasso di tempo. Il videogioco, tra l’altro, ha il potere di manipolare la realtà e causare danni.
In questa recensione voglio darti subito un mini verdetto su “Choose or Die”. È una produzione tipicamente raffinata di Netflix, con un design pregevole, una colonna sonora meravigliosa e un’ottima interpretazione della protagonista principale, per non parlare di alcune scene horror che soddisferanno sicuramente qualsiasi segugio alla ricerca di sangue in questo genere. Al suo interno è racchiuso anche un messaggio sociopolitico sottile ma intrigante. Qual è il problema allora? Con soli 85 minuti di durata (di cui 10 sono titoli di coda), “Choose or Die” sembra non riuscire a raccontare tutta la sua storia nel tempo che il creatore ha deciso di mettergli a disposizione ed è una cosa insolita nel genere horror, dove le trame riescono a chiudersi abbastanza bene (quando il film è decente) in 90 minuti.
Per spiegarti al meglio “Choose or Die” proverò a fare un connubio tra la storia di internet e la storia del gaming.
La storia di Internet è indissolubilmente legata alla storia dei videogiochi. Alcuni dei primi computer, i massicci EDSAC e Nimrod degli anni ’50, furono usati per i videogiochi (OXO e Nim, ad esempio). Intorno al 1976, una delle primissime reti di programmazione per computer, ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network), creò giochi multiplayer come Colossal Cave Adventure, uno dei primi giochi di avventura testuali. ARPANET continuò a plasmare Internet e a farlo diventare così come lo conosciamo.
Nei primi videogiochi, il gameplay di solito ruotava attorno a scelte semplici: vai a sinistra, vai a destra, apri la porta, usa un incantesimo, lancia una bomba, scegli la giusta mossa o muori. Paragonati agli open world di oggi come Zelda o GTA sembrano abbastanza banali ma per l’epoca erano rivoluzionari. Questo perché i videogiochi attingono alla caratteristica più integrante del gioco della vita stessa: la scelta.
Choose or Die porta questo gameplay basato sulla decisione all’estremo, presentando un videogioco multi-livello che essenzialmente maledice una persona facendogli scegliere tra due opzioni raccapriccianti o morire. All’inizio del film, ad esempio, il gioco si carica con il messaggio “La realtà è maledetta”. Un uomo deve scegliere se far tagliare l’orecchio della moglie dal figlio o se far tagliare la lingua del figlio dalla moglie. Se non scegli tu, la morte sceglie per te.
Come ci si aspetterebbe, questo metodo crea molte scene raccapriccianti, che coinvolgono di tutto, da una donna che mangia in modo incontrollabile schegge di vetro rotte a una donna che deve scegliere se saltare da una finestra o essere mangiata da un topo. Questo tipo di gioco “Scegli o Muori” è stato usato in passato da grandi film horror, come Saw: l’enigmista.
La protagonista principale di “Choose or Die”, Kayla, è interpretata in modo eccellente da Iola Evans nei panni di una giovane donna con una vita molto difficile. È un genio dei computer ma, contrariamente a quanto si crede, la società non è meritocratica, quindi fa le pulizie e altri lavoretti non all’altezza delle sue capacità così da aiutare la mamma e pagare l’affitto di un appartamento collocato in uno squallido condominio infestato dalla droga. Kayla deve fare i conti anche col suo passato. Anni prima portò suo fratello a nuotare e il piccolo morì per annegamento. Morte che ha traumatizzato irrevocabilmente la madre, che ora ricorre alla droga per dimenticare quel fatto. In questo ambiente già triste arriva un videogioco complicato e che fa vivere a Kayla quattro giorni di inferno assoluto.
È amica di un programmatore di computer altrettanto brillante, Isaac (Asa Butterfield), e lo recluta per aiutarla a seguire le tracce del coniglio di questo videogioco che trasforma la realtà. La trama procede in modi affascinanti ma tutto accade troppo velocemente in “Choose or Die”, forse per stare al passo con il tempo di completamento del gioco, che si fa vivo online alle 2 del mattino di ogni giorno. Tuttavia, lo sviluppo del personaggio, le situazioni emotive e le informazioni narrative cruciali, vengono accelerate danneggiando il tutto e non permettendo allo spettatore di seguire correttamente il film. “Choose or Die” avrebbe funzionato meglio come serie TV o come miniserie, in cui ogni episodio corrisponde a un giorno (e livello di gioco) diverso.
In quanto tale, il finale o “boss fight” è del tutto affrettato. Il videogioco e le sue proprietà, il creatore ecc… non sono spiegati in modo soddisfacente e le azioni dei personaggi avanzano nella trama senza troppe giustificazioni psicologiche o emotive.
La parte più inquietante e sovversiva del videogioco in Choose or Die è forse il fatto che può effettivamente avvantaggiare le persone; come dicono vari personaggi: “la maledizione può diventare un dono”. Senza rivelarti molto, Kayla e Isaac scoprono che il dolore e l’orrore causati a qualcun altro dal gioco possono alla fine causare benefici a qualche altra persona, curandola o aiutandola a prosperare in modi praticamente magici. Il film, come il gioco al suo interno, mettono in evidenza questo aspetto del mondo reale quando dicono opportunamente: “la realtà è maledetta”.
Forse la realtà è maledetta. Una persona mangia un pasto perché qualcos’altro è morto (dall’animale alla pianta; l’erba urla e piange quando viene tagliata, quindi i vegani non sono fuori dai guai); un uomo indossa una maglietta o gioca al telefono perché dei lavoratori sono costretti a lavorare come schiavi. In questo gioco qualcuno vince perché qualcuno muore; è così che funzionano il capitalismo e la maggior parte delle economie.
Tu hai visto “Choose or Die”? Ti è piaciuto? Dì la tua nei commenti. Io ti lascio al mio appunto finale della recensione.
La Recensione
Choose or Die
Choose or Die è un film raffinato di Toby Meakins e scritto da Simon Allen. La colonna sonora di Liam Howlett (della grande band The Prodigy) fornisce una foschia elettronica esplosiva e roboante al contesto cinematografico, completando perfettamente il senso di tensione generato da alcune scene. Choose or Die non è un film perfetto ma è divertente, raccapricciante e racchiude un messaggio politico sorprendentemente stimolante. Avrebbe dovuto essere più lungo. Una serie TV sarebbe stato il formato più adatto per raccontare i personaggi o livelli del gioco. Chiudo dicendo anch'io: "la realtà è maledetta, ma a volte una maledizione è un dono."
PRO
- Iola Evans è brava come Kayla
- Raffinato e divertente
- Ottima colonna sonora
CONTRO
- Dura troppo poco