Cinema e poker, un connubio di cui potremmo scrivere per giorni interi.
Perché il gioco di carte più famoso al mondo non è stato solamente il protagonista principale di alcune fra le più belle pellicole mai girate dai tempi dei fratelli Lumière, ha fatto anche da scenografia a numerose e indimenticabili scene di quella che è definita la settima arte.
Pensiamo a film come “La stangata” oppure “Il giocatore”, dove fortune e sfortune dei protagonisti ruotano attorno al tavolo verde. Ma non scordiamo tutti gli altri titoli con il poker nelle vesti della comparsa, dal divertente “Risky Business” al fantascientifico “In time”, passando anche per “Le regole del gioco” oppure “21”.
Tanto che se facciamo una ricerca con la query “poker” sul più noto internet database dedicato al mondo della celluloide, per tutta risposta finiamo col ritrovarci di fronte a pagine piene zeppe di titoli, un elenco lungo ben oltre i cinquecento film, alcuni dei quali mai approdati nelle sale cinematografiche o sugli schermi tivù italiani.
Come mai il poker è così famoso?
Per provare a rispondere al quesito dobbiamo ripercorrerne la storia, dalle origini fino ai giorni nostri.
Le prime tracce certe di questo passatempo risalgono al XIX secolo. L’allora sconosciuto gioco di carte parte alla conquista dell’America dai locali di New Orleans, città portuale della Louisiana. Qua molto probabilmente è arrivato assieme ai battelli con a bordo i marinai francesi. Ma non sono loro i suoi inventori. Dalla lingua che fu di Napoleone Bonaparte e Maria Antonietta, forse, ha ricevuto in eredità il nome, però stando ad altri racconti i primi passi li avrebbe mossi in Medio Oriente.
Quindi dopo New Orleans ecco il selvaggio West. Non c’è saloon che non veda seduti attorno a un tavolo quattro, cinque giocatori con le carte in mano. È con lo spostarsi della frontiera verso ovest che il poker finisce per raggiungere anche la costa occidentale degli Stati Uniti.
Conquistato il Nuovo Mondo c’è però da ritornare sul Vecchio. Avviene nel XX secolo, in circostanze tutt’altro che invidiabili, nel corso dei due conflitti bellici. E’ nei momenti di tregua, forse per ricercare quella normalità spazzata via dalla guerra, che le truppe americane trascorrono del tempo replicando quello che facevano in patria: baseball, football (quello con la palla ovale) e carte.
Un ulteriore passo verso la celebrità mondiale il poker lo fa quindi negli anni Settanta. In un periodo di grandi trasformazioni sociali, difatti, prendono forma le WSOP, acronimo (anche se sarebbe più corretto definirlo scioglilingua) per indicare le World Series of Poker. In altre parole, il campionato del mondo. Da allora i migliori player si sfidano ogni anno a colpi di bluff in quella che è considerata la capitale del gioco d’azzardo, Las Vegas, nel Nevada.
E se fino agli sgoccioli del XX secolo le WSOP potevano sembrare un evento per pochi, soprattutto professionisti, l’apertura delle poker room online nei primissimi giorni del gennaio 1998 ha permesso a semplici appassionati, i cosiddetti amatori, di tentare la sorte. Tanto che in due occasioni chi s’è poi aggiudicato il titolo di miglior giocatore al mondo di poker aveva iniziato la propria avventura nelle WSOP proprio da un torneo online del valore di pochi dollari.
A riprova di quanto questo gioco abbia preso piede anche in Italia ci sono i più recenti dati sul poker online resi noti da Agimeg, l’Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco. Nel mese di ottobre 2017 il poker online nella formula a torneo ha registrato una spesa pari a 7 milioni di euro.
Se confrontiamo questo dato con quello registrato un anno fa, esattamente nello stesso periodo, ci troviamo di fronte ad un +27,3%. Anche il poker online nella versione cash game, quello che in questo 2017 aveva manifestato più volte segni di rallentamento, ha chiuso il mese di ottobre col segno più. Registrando una spesa pari a 6 milioni di euro, infatti ha piazzato un +3,4% rispetto a ottobre 2016.
E tutto fa pensare a un trend di crescita che non dovrebbe subire scossoni nel prossimo futuro.
I continui sviluppi tecnologici, soprattutto per quanto riguarda la velocità della rete di connessione e le performance di smartphone e tablet, permettono ai giocatori di disputare le proprie partite anche in versione mobile. Grafiche sempre più accattivanti, oppure live webcam, rendono l’esperienza del tavolo da gioco virtuale parcamente simile a quella dei casinò reali.
Infine, da qualche tempo in Italia è tema di discussione la cosiddetta liquidità condivisa, progetto che permetterebbe di imbastire vere e proprie partite internazionali di poker. Secondo alcune simulazioni questa novità che potrebbe andare in porto nel 2018, ovviamente nei casinò online autorizzati AAMS, vale a dire dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, potrebbe far lievitare le somme di denaro riservate ai vincitori di tornei o singole partite.