Oggi ho visto Clemency su Netflix.
“Clemency” è un dramma ricco di emozioni che esplora l’impatto morale ed etico della pena di morte su coloro che sono incaricati di eseguirla.
Un avviso per gli spettatori: “Clemency” è un film che vi scuoterà profondamente con la sua condanna multidimensionale dell’atto barbaro della pena capitale. Al pari di altri film simili come il miglio verde, mette in luce la crudeltà della morte per iniezione letale. Ci ricorda il fatto inquietante che la pena di morte è legale in molti stati.
Piccola parentesi: sono contrario alla pena di morte ma in Italia inasprirei alcune pene per usarle anche come deterrente e ripristinerei il reato di borseggio. Tu sei d’accordo con me riguardo alle pene leggere nel suolo italiano che sembra diventato terreno di conquista per i piccoli criminali?
Bernadine (interpretata da Alfre Woodward) è la direttrice di un carcere di massima sicurezza dove ha lavorato per 15 anni. Nelle scene iniziali di questo avvincente dramma sul braccio della morte, supervisiona l’esecuzione per iniezione letale di un giovane ispanico; quando qualcosa va storto, costringendo il prigioniero a soffrire di fronte ai testimoni, mantiene comunque la calma.
Bernadine è una persona molto impassibile ed è molto orgogliosa del modo professionale in cui svolge il suo lavoro. Non è la tipa da infrangere le regole per nessun motivo. Dei 12 uomini giustiziati sotto la sua sorveglianza, dichiara ad un avvocato: “Ho rispettato questi uomini fino alla fine”.
Tuttavia, l’imminente esecuzione di Anthony Woods (interpretato da Aldis Hodge) pesa su di lei, sia fisicamente che mentalmente. È un afroamericano condannato per aver sparato a un agente di polizia durante una rapina in un minimarket 15 anni fa. L’appassionato avvocato di Woods, Marty Lumetta (interpretato da Richard Schiff), sostiene l’innocenza del suo cliente e ritiene che le prove contro di lui non siano convincenti. Bernadine è colpita quando scopre che questo amico idealista è stato logorato dalle ingiustizie del sistema giudiziario e sta progettando di ritirarsi. Lo stesso vale per il cappellano della prigione (interpretato da Michael O’Neill).
Bernadine non riesce a dormire la notte e le sue ansie aumentano quando suo marito Jonathan (interpretato da Wendell Pierce), un insegnante di scuola, rivela che pensa che il loro matrimonio sia diventato nient’altro che un guscio vuoto. Ammette che il suo lavoro la sta martoriando. Non riesce a capire cosa prova quando fa quello che deve fare. Come dice lei: “sono sola e nessuno può sistemare tutto questo”.
Anche Woods sta vivendo un crollo emotivo. Le sue speranze di clemenza crollano dopo che Evette (interpretata da Danielle Brooks), la sua ex fidanzata e madre di suo figlio, gli ha risollevato il morale dicendo che possono essere una famiglia, solo per infrangere ancora una volta i suoi sogni.
Woodard merita di essere molto più famosa di quanto non sia già. Anche quando ha recitato in ruoli secondari, in film come “12 anni schiavo” o “Il re leone” del 2019, ha sempre lasciato il segno. “Clemency” è la dimostrazione di quanto sia capace di portare avanti un film. Gli abiti rigidi e sartoriali di Bernadine, nei toni del nero e del blu scuro, sembrano quasi inghiottirla. Ma le profonde espressioni di rimpianto nei suoi occhi, o il delicato tremolio del suo labbro, ci rivelano una donna intrappolata mentalmente, disperata di liberarsi dal suo peso. Nel 2019, Chukwu è diventata la prima donna di colore a vincere il Gran Premio della Giuria del Sundance Film Festival. Un riconoscimento atteso da tempo, ma assolutamente meritato: il suo lavoro è un commovente capolavoro di arte sociale.
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La Recensione
Clemency
"Clemency" è un dramma emotivo che esplora l'impatto della pena di morte. Alfre Woodard offre una performance straordinaria nel ruolo di Bernadine, una direttrice di carcere che lotta con il peso morale del suo lavoro. Il film, scritto e diretto da Chinoye Chukwu, vincitrice del Gran Premio della Giuria del Sundance Film Festival, è un commovente capolavoro di arte sociale. Nonostante la durezza del tema, "Clemency" riesce a toccare le corde più profonde dell'umanità, grazie alla sensibilità e alla profondità con cui affronta le complesse sfide morali ed etiche della pena capitale.
PRO
- Alfre Woodard ci regala una performance straordinaria, ricca di emozioni.
- "Clemency" offre una profonda riflessione sulle implicazioni morali della pena di morte.
CONTRO
- Il tema pesante e la rappresentazione cruda della pena di morte potrebbero non essere adatti a tutti gli spettatori.