Introduzione a “Posti vuoti”: il ritorno intimista dei Coma_Cose
Dopo averci abituato a pezzi energici e incisivi, Coma_Cose tornano con una canzone che esplora un registro più intimo e riflessivo. “Posti vuoti” è un viaggio nell’assenza, un’esplorazione della solitudine e del vuoto che ci circonda quando perdiamo qualcosa o qualcuno di importante. Il duo, composto da Francesca California e Fausto Lama, riesce a creare un’atmosfera malinconica e suggestiva, arricchita da testi poetici e immagini potenti.
Con la produzione di Michelangelo, noto per la sua capacità di evocare emozioni profonde attraverso arrangiamenti minimali ma efficaci, “Posti vuoti” si rivela una canzone che colpisce al cuore, capace di rappresentare quel senso di vuoto che tutti, almeno una volta, abbiamo provato. I “posti vuoti” non sono solo luoghi fisici, ma anche spazi emotivi, pieni di ricordi e di assenze.
Analisi del testo: il significato dietro “Posti vuoti”
Il testo di “Posti vuoti” è un viaggio attraverso immagini potenti e sensazioni contrastanti. Francesca California apre il brano con l’evocativo “Posti vuoti, posti vuoti”, stabilendo fin da subito il tema centrale della canzone: l’assenza. La ripetizione del titolo diventa quasi un mantra, un modo per enfatizzare il peso del vuoto, quel senso di mancanza che persiste e che è difficile ignorare.
Strofa 1: il loto nel fuoco e l’amore inafferrabile
Fausto Lama inizia la prima strofa con una metafora suggestiva: “Come un fiore di loto che galleggia nel fuoco”. Il loto è tradizionalmente un simbolo di purezza e di bellezza, mentre il fuoco rappresenta distruzione e pericolo. L’immagine del loto che galleggia nel fuoco suggerisce la fragilità di qualcosa di bello che cerca di sopravvivere in un ambiente ostile, forse proprio come l’amore che cerca di resistere alle difficoltà della vita quotidiana.
Fausto prosegue con “Fuori c’è maremoto, ti scrivo da remoto”. Questa linea rafforza l’idea di distanza e separazione: un maremoto è una forza naturale travolgente, e scrivere da remoto è un tentativo di rimanere connessi nonostante tutto. C’è un senso di impotenza, una ricerca di connessione che sembra destinata a non essere mai completamente soddisfatta.
Il pre-ritornello: il giardino della scuola e la solitudine interiore
Nel pre-ritornello, Francesca e Fausto dipingono un quadro malinconico di luoghi desolati: “In un giardino di una scuola / Ad agosto, d’inverno, al mare, in un chiosco”. Questi luoghi evocano immagini di abbandono e di solitudine, come se fossero stati dimenticati dal tempo. La ripetizione dei luoghi contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, quasi onirica, in cui il tempo non sembra avere un ruolo preciso.
La frase “Fa buio presto / Ma non esco, non esco / E se esco mi perdo nei…” suggerisce una sorta di prigionia interiore, una difficoltà nell’uscire da uno stato emotivo negativo. Il buio precoce è una metafora della depressione o della tristezza che arriva prima del previsto, e il rimanere chiusi in se stessi è un modo per proteggersi, anche se questo porta inevitabilmente a sentirsi ancora più soli.
Il ritornello: la ricerca disperata nei “Posti vuoti”
Il ritornello è il cuore del brano, in cui Francesca canta con intensità: “Posti vuoti, e ti vengo a cercare nei / Posti vuoti, e ti provo a chiamare nei”. Qui il vuoto diventa il luogo in cui cercare la persona amata, anche se la voce si spreca e non arriva mai a destinazione. L’eco dei posti vuoti rappresenta il tentativo frustrato di trovare qualcosa che non c’è più, un richiamo che si perde senza risposta.
L’immagine dei “posti vuoti” è simbolica di quegli spazi emotivi che rimangono dopo una perdita. Anche quando ci sforziamo di riempirli, il senso di vuoto persiste. Dentro siamo posti vuoti, un’affermazione che esprime la consapevolezza di una mancanza che è parte della nostra identità.
Strofa 2: la fame insaziabile e l’incompatibilità
Nella seconda strofa, Fausto Lama ci regala un’altra immagine potente: “Ed ho fame di te, ma alla fine mi freno / Sarà colpa del vuoto se ho lo stomaco pieno”. La fame di te è un desiderio intenso, quasi fisico, di colmare quel vuoto emotivo. Ma allo stesso tempo, c’è il riconoscimento dell’impossibilità di soddisfare questo desiderio: il vuoto è tanto vasto che anche lo stomaco pieno non può saziarlo. Questo crea un contrasto tra il desiderio e la realtà della sua impossibilità.
Fausto si riferisce poi al “ghosting”, un fenomeno moderno che simboleggia l’assenza improvvisa, e lo descrive con un gioco di parole: “Se per caso mi ghost-ti cercherò”. Questa frase evidenzia la frustrazione di chi cerca risposte da qualcuno che si è allontanato senza spiegazioni, lasciando solo vuoti da riempire.
Il bridge: la paura di cadere e l’ultima foglia sul ramo
Il bridge offre un’immagine lirica e poetica: “L’ultima foglia sul ramo / Non è quella più resistente / Le fa solo paura cadere / E sentirsi più sola del niente”. Questa metafora suggerisce la paura del cambiamento e dell’ignoto. La foglia, nonostante sia fragile, resta attaccata non per forza ma per paura. La paura di cadere rappresenta la paura di lasciarsi andare, di affrontare il vuoto senza nessun appiglio.
L’intensità del finale: una chiamata senza risposta
Il brano si conclude con il ritornello ripetuto, quasi come un richiamo disperato: “Posti vuoti, e ti vengo a cercare nei / Posti vuoti, e ti provo a chiamare nei”. Questa ripetizione crea un senso di circolarità, come se il ciclo della ricerca e del vuoto non avesse mai fine. Le voci si perdono nell’eco, il richiamo rimane senza risposta, lasciando un senso di incompiutezza e di attesa.
Fausto Lama conclude con la frase “In attesa di una verità”, come a suggerire che, nonostante tutto, resta ancora la speranza di trovare una risposta, un senso a quel vuoto che persiste.
Un messaggio universale: la solitudine e la ricerca di senso
“Posti vuoti” non è solo una canzone sull’amore perduto, ma è anche una riflessione sulla solitudine e sulla nostra incessante ricerca di significato. I posti vuoti non sono solo luoghi fisici, ma sono anche spazi emotivi che cerchiamo disperatamente di riempire. Coma_Cose ci invita a riflettere su queste assenze, su ciò che ci manca e su come cerchiamo di colmare quei vuoti.
La loro musica è uno specchio delle nostre fragilità, un invito a confrontarsi con quei sentimenti che spesso cerchiamo di evitare. Ma voi cosa ne pensate? Avete trovato nei “Posti vuoti” un riflesso delle vostre esperienze? Scrivete nei commenti e condividete le vostre emozioni: ogni posto vuoto ha una storia da raccontare, e la vostra potrebbe essere proprio quella che manca.
Il testo di Posti vuoti
[Intro: Francesca California]
Posti vuoti
Posti vuoti
[Strofa 1: Fausto Lama]
Come un fiore di loto che galleggia nel fuoco
Fuori c’è maremoto, ti scrivo da remoto
Dove siamo finiti se non siamo appassiti
E non passi da qui ti troverò
[Pre-Ritornello 1: Francesca California & Fausto Lama, Francesca California]
In un giardino di una scuola
Ad agosto, d’inverno, al mare, in un chiosco
Fa buio presto
Ma non esco, non esco
E se esco mi perdo nei
[Ritornello: Francesca California]
Posti vuoti, e ti vengo a cercare nei
Posti vuoti, e ti provo a chiamare nei
Posti vuoti, anche se la mia voce la spreco
E non torni da me come l’eco dei
Posti vuoti, e ti vengo a cercare nei
Posti vuoti, e ti provo a chiamare nei
Posti vuoti, dentro siamo posti vuoti
[Strofa 2: Fausto Lama]
Ed ho fame di te, ma alla fine mi freno
Sarà colpa del vuoto se ho lo stomaco pieno
Sto lontano dai gossip, poi però vedo i mostri
Se per caso mi ghost-ti cercherò
[Pre-Ritornello 2: Francesca California & Fausto Lama, Francesca California]
Dentro ad un cinema deserto
Ad agosto, d’inverno, al mare, in un chiosco
Fa buio presto
Ma non esco, non esco
E se esco mi perdo nei
[Ritornello: Francesca California]
Posti vuoti, e ti vengo a cercare nei
Posti vuoti, e ti provo a chiamare nei
Posti vuoti, anche se la mia voce la spreco
E non torni da me come l’eco dei
Posti vuoti, e ti vengo a cercare nei
Posti vuoti, e ti provo a chiamare nei
Posti vuoti, dentro siamo posti vuoti
[Bridge: Fausto Lama]
L’ultima foglia sul ramo
Non è quella più resistente
Le fa solo paura cadere
E sentirsi più sola del niente
Dentro ai
[Ritornello: Francesca California]
Posti vuoti, e ti vengo a cercare nei
Posti vuoti, e ti provo a chiamare nei
Posti vuoti, anche se la mia voce la spreco
E non torni da me come l’eco dei
Posti vuoti, e ti vengo a cercare nei
Posti vuoti, e ti provo a chiamare nei
Posti vuoti, dentro siamo posti vuoti
[Outro: Fausto Lama]
In attesa di una verità