Nel 1996 l’ONU ha proclamato il 21 novembre come la Giornata mondiale della tv, in riconoscimento al crescente impatto che la televisione svolge sul processo decisionale. I programmi televisivi continuano ad influenzare le nostre vite, comprese le decisioni che prendiamo.
Oggi la parola TV evoca pensieri che vanno ben oltre le pesanti scatole di legno degli anni ’90. Il modo in cui viviamo i media sta cambiando rapidamente e gli spettatori televisivi, una volta fedeli, si allontanano sempre più velocemente dalle emittenti tradizionali.
Come sarà le televisione del futuro?
Negli Stati Uniti, dove un tempo l’accesso via cavo era considerato un’utenza molto simile ad elettricità o acqua, le emittenti hanno a che fare con un fuggi fuggi generale dei clienti paganti. I servizi via cavo, via satellite, telecomunicazioni e TV hanno perso complessivamente 1,7 milioni di abbonati durante lo scorso anno; i consumatori si allontanano dai canali tradizionali preferendo servizi di streaming on-demand personalizzati. Gli Stati Uniti non sono soli in questa battaglia; in tutto il mondo le emittenti televisive combattono una forte lotta contro le tecnologie cash-rich e on demand come Amazon, Netflix e, più recentemente, Apple. La rivoluzione ha causato una drastica diminuzione di abbonamenti tv tradizionali.
Televisione del futuro: Streaming e On-Demand sono la scelta preferita dagli spettatori
Stiamo tuttavia vivendo l’età dell’oro per quanto riguarda la televisione, seppur per altri motivi. I giganti della tecnologia hanno elevato la qualità degli show, spendendo cifre da capogiro per risultati di grande livello. Per stare al passo con i tempi, le emittenti devono chiaramente assicurarsi di investire più denaro nella produzione di spettacoli e film che attraggano il pubblico. Al fine di poter spendere budget aggiuntivo per le produzioni, è necessario effettuare risparmi altrove.
Ecco perché le emittenti utilizzano la tecnologia per ottimizzare i costi operativi di back-end. L’automazione delle procedure è un passo fondamentale verso una maggiore agilità, che consente di massimizzare le entrate dai contenuti. Un buon esempio è dato dal recente investimento di UKTV in un nuovo sistema di gestione delle trasmissioni, che offre buona flessibilità per pianificare e gestire i contenuti attraverso i marchi dei suoi canali, supportando la visualizzazione di Video on Demand.
La produzione dei contenuti non è l’unica battaglia da portare avanti. Se un canale raggiunge il servizio di streaming ma non è facile da usare, i consumatori spegneranno l’apparecchio. Per poter far fronte a tale disguido, le emittenti devono nuovamente affidarsi ad avanzate tecnologie, in grado di accelerare i cicli di sviluppo e migliorare i sistemi di back-end come ricerca di intelligenza artificiale e metadati di raccolta. Accoppiata al controllo vocale, la tecnologia potrebbe agevolare un pareggio significativo. Quando uno spettatore potrà sedersi davanti allo schermo dicendo semplicemente: “Mostrami l’episodio successivo della mia serie preferita”, le emittenti tradizionali avranno la possibilità di riconquistare la fiducia dei clienti, fornendo un’esperienza immediata e semplice, che ridurrà ogni probabilità di fallimento.
Alcune emittenti stanno attivamente reagendo alla sfida, sviluppando metodi alternativi di azione. La nota BBC ha recentemente annunciato l‘utilizzo di intelligenza artificiale (AI) per migliorare programmi e servizi online attraverso una partnership con otto università del Regno Unito. L’IA migliorerà l’esperienza del cliente, garantendo successo alle emittenti, che potranno investire ulteriore tempo, impegnandosi maggiormente nei servizi televisivi.
I nuovi arrivati nel business fungono da esempio per la televisione del futuro, mostrando ciò che è possibile fare con la tecnologia. Nel mondo di Netflix, Amazon e Hulu, i consumatori non hanno più un canale go-to. Le emittenti sono organizzate in modo tale che i contenuti siano facilmente disponibili quando e dove il pubblico li desidera. Alcune tv come Sky, hanno lanciato canali “pop-up” focalizzati su temi specifici o franchise, azione marketing per mantenere alto l’interesse del pubblico. La nota emittente ha per esempio studiato un servizio pop-up dedicato ad Halloween, dove il canale ha proiettato esclusivamente film horror durante tutta la settimana del 31 ottobre.
Netflix supporta al momento fino a 20 lingue diverse, il che comporta la costante creazione di contenuti disponibili in versioni differenti, ovvero un’enorme sfida operativa. Per stare al passo con la forte domanda di contenuti localizzati, la traduzione è divenuta parte crescente del canale. L’operazione è stata gestita in modo tradizionale, da una casa linguistica esterna all’emittente. Il colosso Netflix sta ora cercando di semplificare il processo di traduzione linguistica. Per aiutare a standardizzare la qualità e aumentare velocità e volume della localizzazione, l’emittente ha recentemente introdotto la propria piattaforma di sottotitoli online, Hermes. Riducendo i costi operativi, le entrate risultano quindi sufficienti per poter creare le future produzioni.
Se il complicato modello business gestito da Netflix non è sostenibile da tutte le emittenti odierne, è possibile imparare dai nuovi partecipanti focalizzandosi sul digitale. Dall’IA al cloud, è giunto il momento di riesaminare i sistemi IT legacy, progettando la televisione del futuro e prendendo in considerazione tecnologie avanzate che consentiranno di semplificare le operazioni, adattandosi alle richieste degli spettatori, sempre più esigenti.